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Nella prefazione a questo libro («La riscoperta della patria. Perché il 150° dell’Unità d’Italia è stato un successo» - Bur Saggi Rizzoli - 9,90 euro) Giuliano Amato scrive: «Delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia Paolo Peluffo è stato suggeritore, progettista, animatore e protagonista con tutto l’entusiasmo di cui è capace. A lui, per il successo così ampio che le celebrazioni hanno avuto, dobbiamo dunque moltissimo».
Il volume parte da un presupposto: quello del ritrovato orgoglio nazionale, una nuova fiducia nello Stato. Visione ottimistica quella di Peluffo, per il quale hanno significato questo le celebrazioni del 150° dell’Unità. «Un viaggio verso la riscoperta di un comune senso di appartenenza che ha coinciso con l’obbligo di fronteggiare la più grave crisi del dopoguerra; una risposta corale alla retorica del declino e alle voci cariche di scetticismo, ottenuta stringendosi attorno a un forte racconto identitario». Da qui si deve ripartire secondo quanto l’autore scriveva in un libro pubblicato per la prima volta in vista dei festeggiamenti del 2011 e ora aggiornato per rilanciare un progetto che continui ad andare oltre l’interesse dei singoli e che si dimostri all’altezza delle sfide che attendono l’Italia del 2061, quando i giovani di oggi, e i loro figli, celebreranno i duecento anni di Unità nazionale.
Infatti scrive: «Quando nel marzo del 2061, i nostri figli e i loro figli festeggeranno il bicentenario dell’Unità d’Italia, il Tricolore, ne sono certo, sventolerà ancora, decorerà ancora milioni di finestre delle nostre case, i nostri balconi, proprio come è accaduto, sorprendentemente, nel 2011. Oggi il 2061 può apparirci lontano. Ma è un errore». Inizia così il saggio di Peluffo, già consigliere del presidente della Repubblica per la stampa e l’informazione dal 1999 al 2006 e attuale Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Si sofferma a parlare delle distinzioni tra identità italiana e nazionale, e si domanda come far coesistere un’identità molto forte e generatrice di orgoglio, con difficoltà molto acute, che insieme sono sintomo di forte disagio anche all’interno della comunità, della società civile. Si interroga inoltre sul perché alcune comunità nazionali hanno saputo sviluppare nel modo migliore le capacità di «raccontarsi storie», reinventandole in linguaggi sempre nuovi, per produrre esempi su cui riflettere. A ciò si ricollega il progetto di rilancio delle onorificenze e dei premi della Repubblica, nel quale «non vi è nulla di reazionario o di nostalgico, esso è stato originato esattamente da questa preoccupazione: l’Istituzione ha il dovere di segnalare esempi». Così procede questo saggio, nuovo rispetto all’edizione Rizzoli 2008 in cui l’autore già affermava: «Uno dei momenti centrali del 2011 non potrà che essere il rapporto tra centro e periferia, tra identità locali e identità nazionali».
Dalla lettura di questo testo, un interrogativo immediato: dove trovare l’entusiasmo cui si riferisce Peluffo? Dare importanza alle istituzioni è possibile? Una cosa è condivisibile: «È dalle risposte che sapremo darci, dalla loro qualità e tempestività, che dipende il futuro del nostro Paese». Certo è che non si può pensare al bicentenario dell’Unità d’Italia proprio oggi che, compiuti 151 anni, il Paese ha perso la fiducia nelle istituzioni e nella validità del sistema.


BENESSERE E NATURA

Manuale di stampo americano per vivere meglio è questo, edito da Tecniche Nuove per la collana Natura e Salute, scritto da Adolfo Panfili e Valeria Mangani. Il primo, esperto di Medicina ortomolecolare, allievo del Premio Nobel Linus Pauling, è ortopedico specialista in chirurgia vertebrale ed esperto in omeopatia, agopuntura e chiropratica; la seconda, di origini sudafricane, è professoressa di Tecnologia dei tessuti alla Sapienza di Roma e presidente di AltaRoma spa. Il benessere per gli autori è la quintessenza del rispetto di se stessi e di regole essenziali che partono dallo stile di vita. Alimentazione corretta, giusta quantità di attività fisica e di riposo sono strumenti necessari per vivere meglio. Il testo presenta un programma utile a sviluppare il potenziale fisico e mentale, migliorando e recuperando forma fisica nel rispetto di tre punti cardine - una sana alimentazione, l’integrazione ortomolecolare e un programma di allenamento basato sulla camminata dinamica - e di un principio: la fretta nella dieta non paga. Tutto si consuma e tutto si rinnova: ossia, equilibrio.


AUGURI AL SECOLO D'ITALIA

«Il lettore non aspetti un grande giornale, almeno per adesso». Così il direttore Bruno Spampanato firmava il primo editoriale sul numero d’esordio de Il Secolo (diventerà «d’Italia» qualche giorno dopo). Era il 16 maggio 1953. Oggi è raccontata la storia di un giornale fondato per dare voce a una comunità di «vinti», perché «tali erano i suoi lettori di riferimento», scrive Tommaso Foti nella prefazione. Antonio Rapisarda raccoglie un’interessante sequenza di articoli in questo «60 anni di un Secolo d’Italia» (10 euro).


SPAZI ESPOSITIVI A RISCHIO

La chiusura degli spazi espositivi della Fondazione Arnaldo Pomodoro, a Milano, «è la perdita, non solo per la città, ma per la cultura in generale, di un luogo che aveva un carattere intellettuale nei confronti del rapporto attività-comunità». Questo il motivo del piccolo libro - le pagine pari in inglese, le dispari in italiano - che Flaminio Gualdoni, curatore, pubblica con la casa editrice Con-fine Contemporanea (9 euro), per la collana Dialoghi, nata con l’intento di registrare conversazioni fra i protagonisti della cultura contemporanea.

Tags: Settembre 2012

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