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L’opinione del Corrierista


Nessuno è riuscito a dare una qualunque risposta, nelle ultime settimane, in tutto il mondo politico anzi politico e giornalistico romano in particolare, che è in grande preoccupazione per un inquietante interrogativo che è stato messo in giro in questi giorni e al quale per ora nessuno è riuscito a fornire e a descrivere il destino di un Municipio che è stato commissariato per fatti di malamministrazione pubblica. Veramente ha diffuso un’inquietante ipotesi di soluzione del caso, ripetendola un paio di volte o forse di più, un giornale romano il quale, pur essendo ritenuto alquanto autorevole, ha cercato, forse per un eccesso di zelo, di anticipare anche la più strampalata risposta.
Il quesito era questo: che cosa farà in questo caso l’autorità superiore, ossia il commissario nominato appositamente per eliminare l’irregolarità in passato compiute in quell’ambiente, che era costituito poi, tanto per cambiare, da una pubblica amministrazione? Interrogativo per rispondere al quale è stata appunto appositamente nominata un’autorità dotata di tutti i poteri per riportare alla normalità e alla regolarità, ovvero all’onestà l’amministrazione incriminata. Ecco, appunto: quali saranno questi provvedimenti? Quali sono quelli che prospetta il giornale romano ai propri lettori e a tutti gli altri cittadini?
Sono incredibili a dirsi, ad immaginarsi, ad eseguirsi: tra le varie ipotesi il giornalista ricco o povero di fantasia ne ha descritta una fantastica: lo «scioglimento del Municipio o del Comune». Sì, proprio lo scioglimento. Da qualche anno siamo ormai abituati a sentire pronunciare in televisione o a leggere sui giornali termini, concetti e linguaggi il più errati e sconclusionati possibile; ma l’ipotesi dello scioglimento di un Municipio o addirittura di un Comune non era mai ricorsa neppure come rarissima eventualità; anche e soprattutto per le difficoltà logistiche dell’operazione, e per l’ingente spesa necessaria. Pensiamo ad un prefetto come quello di Roma che nomini un commissario con il potere di sciogliere il primo Municipio, quello del Centro storico.
Prima domanda: con che cosa scioglierlo? Con l’acido cloridico meglio conosciuto come muriatico? Quante botti o damigiane servirebbero? A quanto ammonterebbe la spesa? Come trasportare in pieno Centro storico tante autocisterne cariche del pericolosissimo e micidiale liquido? Chi se la sentirebbe di compiere un’operazione del genere? E chi se la sentirebbe di subirla? Tutto il mondo si ribellerebbe, e forse molti Paesi ci dichiarerebbero anche guerra: sarebbe un’operazione più facile, meno complicata e soprattutto meno costosa, specie per noi.
Ma, malgrado la fantasia di certi cronisti d’assalto, sciogliere il primo Municipio di Roma con l’acido, per eliminare corruzione, furti, abusi di ufficio, ingiustizie e soprattutto tasse e balzelli a carico di famiglie e imprese non è proprio possibile; suggeriamo un altro sistema, usare il gas, aprendo le bocchette la sera, la mattina alle cinque ogni problema sarebbe risolto. L’operazione sarebbe ancora più facile, agevole, pulita nei piccoli Comuni, penso a quello dove sono nato, che oggi a forza di speculazioni edilizie è arrivato a circa 12 mila abitanti. E dove, volendo continuare a costruire, amministratori pubblici, tecnici comunali e imprenditori senza scrupoli, per ricominciare a costruire, vendere villette a schiera, incassare e spartire stanno ideando di liquefare sul serio un po’ di cittadini, sembra 23 al giorno.
Come, con un sistema ancora più semplice dell’acido o del gas, esattamente con il gasolio. Ovvero con bruciatori di gasolio che arrostirebbero tanti cittadini al giorno, provenienti dallo stesso Comune o da quelli intorno. Ecco dove finisce il progresso della tecnologia, della scienza. Tra l’altro il sistema attrae pure un numero crescente di cittadini, pensionati, anziani invalidi, se non altro per vendicarsi del fisco che oggi li spreme fortemente. Dopo quel passaggio per i forni crematori non dovrebbero versare più niente al Comune. Pur essendo io ferocemente contrario a questi metodi e concetti e rispettando la grande natura e la grande religione, sono costretto a trovare interessante la proposta: sia quella di sciogliere i Comuni quando invece il giornalista romano dovrebbe dire sciogliere il Consiglio comunale o quello municipale, o le Province e le Regioni, cosa che invece nessun giornalista e giornale romano ipotizza anche in mancanza di cultura amministrativa, giuridica e costituzionale.
L’iniziativa sarebbe inoltre una gigantesca, ripetuta shoah e sarebbero innocenti i negazionisti, cioè quelli che negano che durante l’ultima guerra sarebbero stati uccisi in lager e in campi di concentramento 4 milioni e mezzo di ebrei. Certamente per amministratori disonesti, desiderosi solo di arricchirsi, sarebbe una bella risorsa, potrebbero ricominciare impunemente a rubare sugli appalti sia pure per i bruciatori di morti. E il turismo, le spiaggine, le montagne, i musei, la cultura? Niente più di tutto ciò, solo poveri polveri gettate in fosse comuni. Ad uso e beneficio di politici e amministratori locali.
Poi però ovviamente cominciamo a vedere movimenti estremisti risorgere,  con programmi di eliminazione fisica opposti ma dello stesso valore, e attentati ai treni e alla circolazione. Quale merito avrà il sindaco di un paesetto di di l0-12 mila abitanti, che per manovrare e spartire due o tre milioni di euro è capace di ridurre il suo popolo in un cimitero senza nemmeno più la memoria? Non sarebbero subito incriminabili ed arrestabili come gli estremisti di ogni colore, per il reato non di vilipendio di cadavere ma di strage, di shoah, di odio razziale, di arricchimento indebito, di violenza contro i sani principi morali e materiali di una popolazione?  Un fenomeno da stroncare subito, sul nascere, anche perché l’attuale Governo italiano si sta sforzando per uscire dalla crisi economica risparmiando, cioè fondendo molti Comuni, i più piccoli. Noi dovremo invece vedere arricchire pochi miscredenti, ciarlatani, ladroni e senza Dio con gli arrosti dei loro stessi elettori e cittadini?
Quanto a un altro regalo di fine anno annunciato da quel piccolo Comune ai propri abitanti, è costituito da un’antenna trasmittente per tv e cellulari ma tutta a favore della popolazione di un paese distante 2 chilometri; anche questo caso giustificato dalla conclusione di grandi affari e di scambi di favori e di carriere politiche.

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