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Massimiliano Dona, segretario generale dell’unione nazionale consumatori

Partendo dalle domande che più spesso i consumatori rivolgono ai nostri sportelli, abbiamo realizzato quattro «survey»: le domande spaziavano dalla fiducia negli acquisti on-line alle principali problematiche con la bolletta per l’energia; dalla lettura dell’etichetta ai canali di vendita di farmaci, integratori e cosmetici più diffusi. I nostri sondaggi non hanno un valore scientifico, ma mirano a raccontare il sentimento dei consumatori rispetto al mercato per migliorare il rapporto tra imprese e consumatori.

 

Ci siamo lasciati alle spalle la terza edizione di «Cose da non credere», evento estivo organizzato dalla nostra Unione Nazionale Consumatori che ruota intorno al tema della consapevolezza. Chi ci segue già da qualche anno sa che «le cose da non credere» sono tutti quei luoghi comuni, i pregiudizi, gli equivoci, gli inganni, le asimmetrie informative del nostro tempo: ed oggi che vanno moltiplicandosi i canali informativi, vale la pena di interrogarsi nuovamente sul livello di questa informazione. «Credere», secondo una suggestiva etimologia medievale, deriva da «cor-dare» (dare il cuore), immagine del contributo (di cuore) che tutti i partecipanti danno all’evento: ogni anno l’affluenza è maggiore ed è motivo di orgoglio per l’Unc: questa è la forza di un format nato per fare networking e diventato un vero e proprio evento corale, come ci piace definirlo, ma soprattutto un appuntamento irrinunciabile per rappresentanti delle istituzioni, manager di azienda, addetti ai lavori, esperti di settore e consumatori.


Quest’anno la presenza dei consumatori è stata ancora più forte: all’interno dei tavoli tematici che caratterizzano la prima parte del pomeriggio di lavori (dedicati rispettivamente al web, food, energy e health) era presente una sorta di giuria popolare composta dagli studenti del corso di «Gestione ed etica delle imprese» dell’Università degli studi Roma Tre, che hanno movimentato le discussioni con le loro domande e curiosità; non solo: ad accendere il dibattito hanno contribuito gli esiti di alcuni sondaggi diffusi nelle ultime settimane sui nostri canali.
Partendo dalle domande che più spesso i consumatori rivolgono ai nostri sportelli, abbiamo realizzato quattro «survey»: le domande spaziavano dalla fiducia negli acquisti on-line alle principali problematiche con la bolletta per l’energia; dalla lettura dell’etichetta ai canali di vendita di farmaci, integratori e cosmetici più diffusi. Mi preme chiarire che i nostri sondaggi non hanno un valore scientifico, ma mirano a raccontare il sentimento dei consumatori rispetto al mercato: l’intento era di porre sul tavolo dei nostri esperti quanto emerso per dialogare insieme su come migliorare il rapporto tra imprese e consumatori.


La parola chiave del dibattito è stata «innovazione»: c’è desiderio di «nuovo» in tutti i settori dell’economia, probabilmente anche perché si riconosce che solo attraverso il cambiamento sarà possibile uscire dalla crisi. In tutte e quattro i sondaggi, l’innovazione si lega alla sicurezza dei prodotti (dai farmaci al cibo), ma anche all’informazione: dai nostri dati, infatti, emerge gran sete di conoscenza da parte dei consumatori, non sempre però accompagnata dalla giusta consapevolezza. Non basta, infatti, avere tante informazioni sempre più accessibili se non si ha la necessaria cultura e la sicurezza che le fonti siano attendibili, è fondamentale che i grandi del settore lavorino in sinergia con le associazioni dei consumatori e con le istituzioni, affinché le scelte dei cittadini siano scientificamente orientate e non influenzate da luoghi comuni e falsità demagogiche.


L’innovazione è stata protagonista anche della seconda parte dell’evento, in una sessione plenaria in cui abbiamo discusso di nuova mobilità e leggi non sempre al passo con i tempi con il presidente della neonata Autorità dei Trasporti, Andrea Camanzi, e con i presidenti di Federalimentare, Luigi Scordamaglia e di Coldiretti, Roberto Moncalvo, abbiamo tenuto un «face to face» sui temi dell’Expò. Il tutto condito dalle incursioni, dedicate ai paradossi della burocrazia, di Alfonso Celotto, nei panni del protagonista del suo libro «Ciro Amendola, direttore della Gazzetta ufficiale» e, a conclusione, un estratto dello spettacolo «Tutto ciò che sto per dirvi è falso» di Tiziana di Masi.
Non so se anche quest’anno siamo riusciti a sgombrare ancora un po’ il campo dalle «cose da non credere», ma non si può credere senza osservare, discutere, confrontarsi.

Tags: Luglio Agosto 2015 consumatori Massimiliano Dona UNC Unione nazionale consumatori

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