Il nostro sito usa i cookie per poterti offrire una migliore esperienza di navigazione. I cookie che usiamo ci permettono di conteggiare le visite in modo anonimo e non ci permettono in alcun modo di identificarti direttamente. Clicca su OK per chiudere questa informativa, oppure approfondisci cliccando su "Cookie policy completa".

i tipi di rapporti sono infiniti, ma nella vita militare mettersi a rapporto indica altro

Gen. LUIGI FRANCESCO DE LEVERANO

del gen. D. Luigi Francesco De Leverano, capo Ufficio generale del capo di Stato Maggiore della Difesa

In collaborazione con lo Stato Maggiore della Difesa

Una metà è un rapporto ovvero un quoziente tra due numeri. Ne esistono tuttavia degli altri: di causalità, epistolari, di somiglianza, di amicizia, sociali, intimi, di lavoro o d’impiego, di subordinazione, disciplinari, di buon vicinato, diplomatici, commerciali, processuali, informativi, verbali ecc.

Il rapporto di causalità è la relazione che lega in senso eziologico un atto o un fatto ad un altro, posti, non reciprocamente, in relazione di causa ed effetto. Il nesso di causalità è studiato, nella scienza empirica, per determinare la riconducibilità di un dato evento all’atto o al fatto presupposto. In ambiente medico-legale militare il nesso di causalità trova un altro valido esempio nella determinazione della dipendenza di infermità da causa di servizio. Tale giudizio è emesso esclusivamente dal Comitato di verifica delle cause di servizio, che è preposto a verificare che le patologie lamentate dal lavoratore, previamente accertate nella loro esistenza e graduate in base alla loro gravità, siano state o meno determinate dal servizio lavorativo prestato. È indubbio, infatti, che sovente la prestazione di lavoro possa essere all’origine di «adattamenti» fisici a particolari condizioni di lavoro che, a lungo andare, possono scatenare l’insorgere di patologie di vario genere laddove le stesse non siano state causate da veri e propri eventi traumatici, in addestramento o in attività di servizio o operative.

In campo militare, a causa della particolare modalità in cui l’attività del «soldato» è concepita, questo tipo di rapporto assume una connotazione estremamente importante financo a divenire, in taluni casi, determinante ai fini della prosecuzione del rapporto di lavoro del militare non più idoneo alle specifiche mansioni. Il rapporto epistolare consiste in una lettera o serie di lettere che fanno parte di convenzioni stilistiche. Anche in questo caso, in ambiente militare questo tipo di rapporto si sostanzia in forme e prassi tutte tipiche con un modo di scrivere proprio: appunti, note, lettere, promemoria ecc. Il rapporto di somiglianza indica anch’esso una connessione più o meno oggettiva del momento della realtà o del pensiero. In ambito militare ebbe una sua attuazione con il metodo addestrativo cosiddetto per imitazione, secondo il quale i giovani di leva imitavano quelli più anziani nello svolgimento di determinate funzioni. Il rapporto di amicizia è un modo o una qualità della vita sociale nelle sue varie articolazioni. L’ambiente militare agevola e alimenta questo genere di rapporto; basti pensare ai vincoli di amicizia che sorgono tra commilitoni o tra colleghi d’Accademia, di Scuola militare, di corso ecc.

Il rapporto sociale è una relazione un po’ più complessa tra classi. In questo periodo storico stiamo vivendo di questa forma di rapporto. Si può dire che il carattere circostanziale sia uno dei caratteri distintivi del nuovo paradigma sociale ed economico. La circostanzialità è la caratteristica dell’essere contingente, del riferirsi a un dato contesto, storicamente distinto rispetto a un altro in termini temporali, geografici, economici ecc.; essa rappresenta dunque la prospettiva di analisi e di valutazione dei fatti considerati nel loro contesto economico, giuridico e politico. Per le Forze Armate la questione è più semplice e consiste, infatti, nell’adottare le differenze sociali intervenendo in maniera professionale, rapida e non burocratica, fornendo un aiuto in funzione del problema come pure portando conforto in situazioni di vita difficili.

I rapporti intimi sono anch’essi modi della vita sociale nelle loro più diverse articolazioni. Nell’ambiente militare l’ingresso del personale femminile ha indotto le Forze Armate a dotarsi di strumenti giuridici e disciplinari volti ad adeguare la vita di caserma al mutato assetto sociale che è venuto a crearsi nei microgruppi sociali che, improvvisamente, si sono costituiti. In questo la componente militare della società ha potuto trarre esempio dagli istituti già esistenti in altri Paesi o nella fenomenologia sociale, ed ha prontamente adattato la propria struttura alle nuove esigenze.

Il rapporto di lavoro e di impiego, è definito dal punto di vista normativo. Tuttavia l’attualità del problema della definizione dei rapporti di lavoro, che consiste anzitutto nella corretta interpretazione dei fatti che li presuppongono ma anche nella rilettura delle categorie normative tradizionali e nella redistribuzione delle tutele, è un effetto dell’evoluzione delle relazioni economiche e sociali rispetto alle quali il problema definitorio corre in parallelo. Sono note le peculiarità del nuovo ambiente in cui le imprese si trovano ad operare: la globalizzazione dei mercati, la libera circolazione delle persone, le fluttuazioni del mercato finanziario, le esigenze di esternalizzazione, la debolezza delle Autorità pubbliche e politiche nella gestione delle relazioni industriali ecc. Le qualificazioni ex ante assumono un significato effimero nella loro concreta forza stabilizzatrice dei rapporti, perché questi possono sempre svolgersi in modo difforme dalle pattuizioni, ma contribuiscono a ridurre il problema della corretta interpretazione del rapporto ex post quanto più saranno condotte in modo formale e assistito da entità autorevoli sotto il profilo delle competenze giuridiche.

In ambito militare il rapporto d’impiego o di lavoro è disciplinato dal decreto legislativo n. 195 del 1995 in base al quale i contenuti del rapporto d’impiego del personale non dirigente possono essere modificati, sotto il profilo sia economico sia normativo, attraverso specifiche procedure negoziali che prevedono una vera e propria «contrattazione» per le Forze di Polizia ad ordinamento civile, ed una «concertazione» per le Forze Armate e per le Forze di Polizia ad ordinamento militare. Il rapporto di subordinazione, tipico dell’ambiente militare, regola le relazioni tra inferiore e superiore. Nel vigente Regolamento di disciplina militare contenuto nel decreto presidenziale n. 545 del 1986, di esso è fatta a lungo menzione definendolo come rapporto di dipendenza determinato dalla gerarchia militare. Esso richiede il consapevole adempimento dei doveri del proprio status e, in particolare, quello dell’obbedienza. Anche il rapporto disciplinare è tipico del contesto militare ed è anch’esso stabilito nel citato Regolamento di disciplina militare, che lo definisce come la tempestiva segnalazione di una determinata infrazione allo scopo di consentire una rapida informazione del procedimento disciplinare. Il rapporto di buon vicinato è anch’esso un modo della vita sociale nelle sue varie articolazioni, non ha esempi eclatanti in ambito militare se non quello degli alloggi militari, specie se ubicati in plessi condominiali.

I rapporti diplomatici sono costituti dalla tela di rapporti sociali e istituzionali che il personale diplomatico pone in essere in stretta relazione e coordinandosi con l’Autorità politica al vertice del Ministero degli Affari Esteri. Essi sono lo specchio del peso internazionale del Paese. In ambito militare trovano la loro esplicitazione nell’indirizzo politico-militare determinato, di volta in volta, dai Governi che si succedono alla guida del Paese. I rapporti commerciali sono anch’essi un modo di collegarsi nella vita sociale. In ambito militare, oltre ad essere regolamentati dalle norme di contabilità generale dello Stato, manifestano la loro specificità nel Regolamento di Amministrazione dello Difesa. I rapporti processuali sono determinati dalla posizione che le parti assumono nell’ambito di un procedimento giurisdizionale; trovano, anche in campo militare, un’unica fonte normativa nell’insieme delle norme che regolano il processo amministrativo, penale e civile. I rapporti informativi sono invece tipici del mondo militare; disciplinati dal decreto presidenziale n. 213 del 2002, sono dei meri atti di valutazione e rappresentano l’espressione di un giudizio complessivo motivato, accompagnato da qualifica, redatto dal superiore diretto, nei confronti di un dipendente. I rapporti verbali sono, invece, una manifestazione del proprio pensiero rivolto ad altri interlocutori. Sempre nel linguaggio militare, questo tipo di rapporti sono frequenti e vengono a materializzarsi sotto forma di riunione di Ufficiali o Sottufficiali per la comunicazione, da parte di un Comandante, di ordini, di disposizioni ecc. Questo tipo di rapporto può assumere anche una veste formale in quanto è una riunione di tutti gli Ufficiali, convocati dal Comandante di Corpo o da Comandanti superiori quando si debbono fornire comunicazioni della massima importanza.

In sintesi il termine «rapporto», nel significato che i militari oggi gli attribuiscono, ha origini remote. Risale infatti all’esercito borbonico che, nei suoi 127 anni di vita, ebbe sempre una doppia anima e che fu espressione, ipso facto, di negatività. Rimase un esercito «uno di nome, doppio di fatto», come scriveva il De Sivo, separato in due fazioni da ideologie diverse, opportunismi e contrasti. Però in gergo militare va molto di moda il «mettersi a rapporto» o «stia a rapporto», ove il primo ha un significato positivo ovvero la richiesta di conferimento con il proprio Comandante, mentre il secondo ha una connotazione negativa legata a rilievi di carattere disciplinare. Da ciò deriva la locuzione «Mi metto a rapporto». 

Tags: Dicembre 2012 forze armate sociologia MAECI - MINISTERO AFFARI ESTERI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE Luigi Francesco De Leverano SMD - Stato Maggiore della Difesa

© 2017 Ciuffa Editore - Via Rasella 139, 00187 - Roma. Direttore responsabile: Romina Ciuffa