Il nostro sito usa i cookie per poterti offrire una migliore esperienza di navigazione. I cookie che usiamo ci permettono di conteggiare le visite in modo anonimo e non ci permettono in alcun modo di identificarti direttamente. Clicca su OK per chiudere questa informativa, oppure approfondisci cliccando su "Cookie policy completa".

decreto liberalizzazioni, ripartire di slancio

94ae6d3810d6b4d1b169793b928c343e.jpg

di PAOLO RAVICCHIO
Responsabile del canale assicurativo del Gruppo Viasat

L’uso della telematica a bordo delle auto, come strumento antifrode e di efficienza per l’intero settore assicurativo e dei trasporti, è un’esigenza ormai ineludibile. Ne è una riprova il primo e storico provvedimento in materia emanato dal Governo Monti al momento del suo insediamento. In particolare il famoso «Decreto Liberalizzazioni» del gennaio 2012, poi convertito in legge nel successivo mese di marzo, prevede per l’assicurato, che acconsente all’installazione di tali sistemi elettronici, il diritto a uno sconto «significativo» sul premio RCAuto e la gratuità di installazione, disinstallazione, sostituzione, funzionamento e portabilità del dispositivo.
La grande spinta innovatrice della norma è apparsa da subito evidente a buona parte degli operatori del settore. Viasat, in special modo, ne aveva apprezzato i principi generali convinta che potessero consentire un’accelerazione del processo di risanamento e liberalizzazione, permettendo nel contempo una maggiore protezione e sicurezza degli automobilisti. Un entusiasmo che è andato scemando, complice anche la non tempestiva ed esaustiva emanazione di provvedimenti attuativi capaci di fornire risposte certe ai dubbi man mano emersi, alimentando più d’una perplessità.
Oggi, a oltre un anno di distanza dalla conversione in legge del provvedimento governativo, nonostante fosse solo di novanta giorni il termine per la regolamentazione secondaria, è stato emanato unicamente il Decreto del Ministero dei Trasporti utile a individuare e definire la «scatola nera». Del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, necessario per determinare lo standard hardware e software dei dispositivi elettronici, si conosce solamente una primissima e parziale bozza. Lo stesso Regolamento dell’IVASS, previsto per specificare le modalità di raccolta, gestione e utilizzo dei dati, nonché i criteri per garantire l’interoperabilità, è stato posto in pubblica consultazione solo qualche settimana fa.
Nonostante dunque le migliori intenzioni e la buona volontà delle Istituzioni coinvolte, riscontrata anche durante i tavoli di lavoro convocati in questi mesi, la messa in opera delle disposizioni di legge si sta rivelando una missione impossibile, e più si va avanti nella definizione della disciplina di dettaglio, più la situazione si ingarbuglia ulteriormente. Purtroppo la norma primaria è viziata da «vuoti», ma soprattutto da eccessi normativi che, a differenza dei primi, non possono essere risolti dal regolamentatore così come per i contrasti con altre disposizioni di pari grado.
Diviene quindi fondamentale prevedere un nuovo passaggio legislativo di integrazione e perfezionamento del documento di partenza, che sappia porre rimedio ai precedenti errori e, contestualmente, recepire gli ulteriori venti di cambiamento che sono soffiati nell’ultimo anno. I tempi sembrano ormai maturi per ragionare di obbligatorietà della «scatola nera», almeno inizialmente per i mezzi pesanti, e per ampliare l’orizzonte d’interesse pubblico per tali strumenti rispetto alla sola funzione antifrode. L’obbligatorietà si pone come condizione indispensabile per poter garantire un’effettiva e significativa riduzione della sinistrosità, evitando che proprio gli automobilisti meno virtuosi, che più avrebbero bisogno di essere supportati e monitorati nella guida, possano rifiutare l’installazione del dispositivo mantenendo comportamenti non etici e non corretti.
L’ampliamento d’orizzonte costituisce invece un elemento di estrema importanza se si vuole operare con un obiettivo di medio-lungo periodo e se si vuole ricercare una piena sostenibilità economica dell’iniziativa, grazie a un coinvolgimento diretto di tutti i settori produttivi del Paese che possano trarre utilità dalla telematica. Anche nello specifico ambito assicurativo la finalità di contrasto alle frodi è troppo limitativa. È necessario guardare a una nuova frontiera e sfruttare le potenzialità di questa tecnologia che permette di rilevare i diversi comportamenti e stili di guida al fine di predire, su basi più scientifiche e su dati più oggettivi, la rischiosità specifica di ciascun conducente, e rivedere quindi totalmente il sistema della classi di merito e il relativo meccanismo bonus-malus di assegnazione, che risulta ormai completamente inadeguato.
La telematica permette inoltre di individuare, anche in tempo reale, le condotte dannose sia per la sicurezza stradale, sia per l’ambiente, di inibire o disturbare le azioni scorrette e istruire il conducente a un uso più «virtuoso» del mezzo. La «scatola nera» può, pertanto, contribuire a creare una generazione di conducenti non solo onesti, ma anche prudenti e responsabili. Tutto questo a partire da una maggiore consapevolezza di come il proprio stile di guida possa determinare una minore incidentalità sulle strade e un minor inquinamento, con conseguentemente risparmio per la collettività e per se stessi.   

Tags: Maggio 2013 auto assicurazioni

© 2017 Ciuffa Editore - Via Rasella 139, 00187 - Roma. Direttore responsabile: Romina Ciuffa