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Assosomm, «attiviamo lavoro»: nel settore agricolo le opportunita' del lavoro in somministrazione

Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina con Rosario Rasizza, presidente di Assosomm

Lo scorso 23 febbraio a Roma, nella Sala Polifunzionale di Palazzo Chigi, si è tenuto il Forum «Attiviamo Lavoro - Le potenzialità del lavoro in somministrazione per il settore dell’agricoltura», organizzato da The European House-Ambrosetti per conto di Assosomm, Associazione italiana delle Agenzie per il lavoro, che ha approfondito i temi del contesto di riferimento del lavoro in somministrazione in Europa e in Italia; del valore economico e sociale del settore; delle criticità e opportunità del lavoro in somministrazione per il settore dell’agricoltura; delle indicazioni di policy per sostenere lo sviluppo e la crescita del settore. L’evento è stata così l’occasione per presentare un report volto a dare una fotografia di dettaglio circa numeri chiave e orientamenti del lavoro in somministrazione con un confronto fra l’Italia e i Paesi esteri, approfondendone quadro giuridico e valore economico e sociale prodotto, e con un focus sul mercato del lavoro agricolo con indicazioni di policy da seguire per sostenere la crescita e lo sviluppo del settore.
Fra i messaggi emersi con forza proprio con riferimento a quest’ultimo tema, la proposta, presente nelle parole del presidente Assosomm Rosario Rasizza, di «far nascere un comitato, un tavolo tecnico che cerchi di trovare soluzioni per comprendere la fattibilità e la strutturalità di buone prassi, e che sia in grado di interagire con la Rete di Qualità già operante dal 1 settembre dello scorso anno». Fra gli attori da coinvolgere le associazioni datoriali, le organizzazioni sindacali del settore dell’agricoltura, le associazioni del lavoro in somministrazione e le istituzioni di riferimento, come il Ministero delle Politiche agricole e il Ministero del Lavoro.
Fra i relatori del Forum, moderato dal giornalista de «La Stampa» Walter Passerini, oltre a Rosario Rasizza come presidente Assosomm (e anche amministratore delegato di Openjobmetis), presenti Daniela Bianco (partner di The European House-Ambrosetti), Arturo Maresca (professore ordinario di Diritto del Lavoro per l’Università La Sapienza di Roma), Ezio Veggia (vicepresidente nazionale della Confagricoltura), Stefano Mantegazza (segretario generale della Uila), Roberto Formigoni (presidente della Commissione Agricoltura e Produzione agricola del Senato), Maurizio Sacconi (presidente della Commissione Lavoro e Previdenza sociale del Senato), Susanna Camusso (segretario generale della Cgil), Franca Biondelli (sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali), Maurizio Martina (ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali).

Il lavoro in somministrazione e il mercato dell’agricoltura
IL report presentato da The European House-Ambrosetti evidenzia una minor diffusione del lavoro in somministrazione in Italia rispetto agli altri Paesi europei, sebbene in crescita rispetto agli anni precedenti. Nel Paese emerge un notevole gap tra nord e sud con una quota dei lavoratori in somministrazione rispettivamente pari al 2,22 per cento del nord (in linea con Francia e Germania) contro lo 0,90 per cento del sud.
In Italia il fatturato del settore delle agenzie per il lavoro è stato pari a 8,1 miliardi di euro nel 2015, in costante crescita dal 2012. In particolare, degli 8,1 miliardi di fatturato registrati dalle agenzie per il lavoro in Italia nel 2015, le retribuzioni nette ai lavoratori hanno registrato un valore pari a 4,3 miliardi di euro, mentre 2,7 miliardi di euro sono andati in versamenti allo Stato, con una evidenza della rilevanza di questo settore nella creazione di valore economico e sociale per il Paese.
La quota di lavoratori in somministrazione over 50 è in continua crescita dal 2,5 per cento del 2002 al 7 per cento del 2011, contribuendo quindi in modo sostanziale al reimpiego dei lavoratori usciti anticipatamente dal mercato del lavoro. Cresce inoltre nel Paese la quota dei rapporti in somministrazione a tempo indeterminato (+137,95 per cento nel periodo dicembre 2014-dicembre 2015).
Così come accade a livello mondiale, anche in Italia la quota maggiore di lavoratori in somministrazione si concentra nel settore dell’industria. Per quanto concerne il settore agricolo, la presenza delle agenzie per il lavoro in Italia è ancora limitata e riguarda l’1,2 per cento del totale degli avviamenti in somministrazione. Da evidenziare, tuttavia, come il settore agricolo sia anche quello che manifesta la maggiore incidenza dei fenomeni di sommerso occupazionale (il tasso di irregolarità per i lavoratori impiegati nel settore dell’agricoltura è l’unico ad essere aumentato passando dal 18,5 per cento del 2000 al 22,3 per cento del 2013), con una differenza non particolarmente significativa fra nord e sud Italia (i dati oscillano fra il 25,7 per cento del Mezzogiorno, il 24,9 per cento del nord-est, il 24,6 per cento del centro, il 22,7 per cento del nord-ovest).
In questo senso, il lavoro in somministrazione risulta essere strumento di particolare efficacia nella lotta al sommerso e al caporalato, fenomeno che caratterizza ancora oggi le campagne italiane e che detiene oggi nel Mezzogiorno un monopolio nell’attività di mediazione, ma che risulta in aumento anche nelle Regioni del centro-nord.
Quali i numeri del caporalato oggi in Italia? 80 distretti agricoli, 400 mila lavoratori coinvolti con salario giornaliero inferiore del 50 per cento rispetto a quello previsto dai contratti nazionali. Alcuni dati allarmanti riguardano anche la tutela della salute dei lavoratori: almeno 10 le vittime del caporalato nell’estate 2015, il 72 per cento dei lavoratori presenta malattie che prima dell’inizio della stagionalità non si erano manifestate, il 64 per cento dei lavoratori non ha accesso all’acqua corrente.
«Per la somministrazione sono essenziali la massima trasparenza, tramite l’accessibilità ai contratti commerciali, buste paga semplici e chiare dove il lavoratore riesca a controllare l’effettivo valore economico di un’ora di lavoro, rimodulazione di alcune disposizioni del Ccnl per renderle più confacenti al settore dell’agricoltura, e la presenza in loco di qualificati dipendenti della struttura delle Agenzie», ha dichiarato Rasizza.

Presidente Rosario Rasizza: «attiviamo lavoro»
«Per tutti questi anni è stata fatta la scelta di non inserirsi in un settore di notevole complessità, basato su un’organizzazione del lavoro che si tramanda da secoli e che porta con sé un tasso di irregolarità talmente elevato che per combatterlo è necessario non solo operare con la repressione dei comportamenti illegali, ma agire anche sui comportamenti socio-culturali che sono alla base di questi fenomeni. L’agroalimentare è il settore dove si sono perfettamente coniugate ignoranza e sudditanza della popolazione, contenimento eccessivo dei costi di produzione e le mafie hanno trovato terreno fertile.
Questo particolare settore per le agenzie per il lavoro rappresenta un mercato ad alto rischio non solo imprenditoriale ma soprattutto di immagine. Non possiamo infatti permetterci né comportamenti volutamente illegali né comportamenti dovuti ad un approccio di questo mercato improntato all’ingenuità, così come abbiamo avuto modo di constatare recentemente, in qualche sporadico caso. Abbiamo promosso questo evento con la finalità di sollecitare riflessioni e trovare eventuali proposizioni. La somministrazione approccia questa problematica ritenendo essenziali la massima trasparenza, tramite l’accessibilità ai contratti commerciali, buste paga semplici e chiare dove il lavoratore riesca a controllare l’effettivo valore economico di un’ora di lavoro, rimodulazione di alcune disposizioni del Ccnl per renderle più confacenti al settore dell’agricoltura, e la presenza in loco di qualificati dipendenti della struttura delle Agenzie. Ci si rende infatti conto che ad oggi resta un grosso problema sia il raggiungimento del posto di lavoro, che necessita quindi di mezzi sicuri, sia l’alloggio dei lavoratori che deve essere dignitoso ed umano, oltre ad un impegno formativo ed informativo notevole.
Chi possono essere gli attori che possono fare questo? Le associazioni datoriali e le oo.ss. del settore agricoltura, quelle della somministrazione e le istituzioni di riferimento, come il Ministero delle politiche agricole ed il Ministero del Lavoro. Auspichiamo che si possa far nascere un comitato, un tavolo tecnico che cerchi di trovare soluzioni per comprendere la fattibilità e la strutturalità di buone prassi e che sia in grado di interagire con la Rete di Qualità già operante dal 1 settembre dello scorso anno. Riteniamo basilare che questo gruppo, immaginate alcune soluzioni, possa procedere a sperimentarle in un’area territoriale limitata per monitorarne i risultati, senza impedimenti burocratici e normativi».  

Tags: Marzo 2016

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