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da abili professioniste nasce una rete per portare la societa' ad essere una societa' «sui generis»

Donatella Visconti, presidente di Sui Generis; di lato, le vicepresidenti Daniela Becchini e Anna Maria Ciuffa

Nell’attuale fase di profonda e radicale ristrutturazione dell’architettura istituzionale ed economica del Paese nasce il network internazionale Sui Generis guidato da Donatella Visconti, già presidente di Banca Impresa Lazio, con le vicepresidenti Anna Maria Ciuffa, imprenditrice ed editrice di Specchio Economico, e Daniela Becchini, dirigente della Direzione patrimonio e investimenti dell’Inps. Associazione apartitica, indipendente e senza fini di lucro costituita il 14 marzo 2014, Sui Generis allea le professionalità di donne dotate di curriculum ed esperienze di alto livello, ma è aperta anche agli uomini. Un codice etico, stipulato tra i soci ed accettato incondizionatamente, esprime i valori guida e lo stile comportamentale: integrità, generosità, eccellenza, legalità, riservatezza, trasparenza ed equità sono i valori di riferimento per qualificare e identificare l’associazione stessa all’esterno.
Sui Generis è un «router» che offre un campo neutro, senza preconcetti, dove tutti gli attori possono confrontarsi in modo rapido e concreto. «Abbiamo sentito fortemente la necessità di dare il nostro sostegno all’azione riformatrice avviata dal Governo–spiega Donatella Visconti–, formando una squadra pronta a mettere al servizio delle istituzioni contributi di esperienze e competenze. La nascita dello Stato, avvenuta da una frammentazione che ancora oggi è arduo superare, ha condizionato lo scarso senso di appartenenza a un’unica comunità».
«La nostra impossibilità di essere normali–prosegue–è evidente nei mille aspetti del vivere quotidiano: dall’economia al lavoro, dal traffico irrispettoso delle regole e delle difficoltà altrui, alla sanità e alle tasse, notiamo e pratichiamo le differenze in uno slalom fra diverse concezioni e pratiche dell’etica pubblica. Questo è solo apparentemente un problema teorico filosofico. In realtà non sentire il rispetto delle regole come fondamento del vivere comune compromette il futuro delle prossime generazioni e fa del nostro un Paese difficile da governare e da vivere. Occorre ricostruire, partendo dalla formazione dei giovani, il senso profondo del rispetto delle regole quale fondamento del vivere civile».
I giovani hanno un ruolo fondamentale: li dirige Paola Diana, imprenditrice e presidente di Sui Generis Giovani che, con una task force composta anche da Carla Collicelli, vicedirettore generale Censis, e Gabriella Traversa, revisore fiscale PricewaterhouseCoopers Londra nonché segretario generale Sui Generis, sta lavorando a una proposta di legge: permettere solo alle donne che lavorano di detrarre l’80 per cento della spesa annua di una professionista che cura la casa, i bambini o gli anziani: «Una leva formidabile–assicura–per favorire l’occupazione femminile e la crescita del Pil, evitare alle madri l’abbandono del posto di lavoro dopo la nascita dei figli e incentivare l’emersione del sommerso tra le lavoratrici domestiche».
I partiti e le parti sociali hanno progressivamente perso forza e rappresentatività, e nel mondo globalizzato la funzione del contratto collettivo nazionale sta inesorabilmente esaurendo il tradizionale ruolo centrale nel sistema economico. Servono le rappresentanze dei sindacati e delle associazioni di imprese? Così rispondono le donne Sui Generis: «La nostra è una società complessa, ed è veramente illusorio pensare che i singoli riescano da soli a competere nelle relazioni industriali, ma è evidente a tutti che i modelli degli anni Settanta sono ormai archeologia. Vanno profondamente riviste, e con urgenza, le regole dei tre pilastri del diritto sindacale: rappresentanza, contrattazione e conflitto».
Conclude la vicepresidente Anna Maria Ciuffa: «La locuzione sui generis si riferisce all’atipicità di un comportamento, io lo intendo come un distacco sensato dalla massa per rendersi utili e diversi, sempre con umiltà e onestà intellettuale, affinché terzietà significhi innanzitutto obiettività e cambiamento, prima di se stessi, poi del nostro filo sociale. Ma con professionalità palese».  

Tags: Gennaio 2015

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