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Renato Farina: Eutelsat Italia, la parola d’ordine è per noi alta qualità dell’immagine in tv

Renato Farina,  amministratore delegato  di Eutelsat Italia

Renato Farina è amministratore delegato del braccio Italiano di Eutelsat, uno dei principali provider satellitari del mondo che da sempre guida il cammino verso l’innovazione della TV. In Italia, così come nel resto del globo, la parola d’ordine è alta qualità dell’immagine. E l’obiettivo dell’azienda è di sostenere i broadcaster per incrementare il numero di canali HD e per favorire l’arrivo dell’Ultra HD.
Domanda. Qual è l’identikit della TV del futuro?
Risposta. Accanto all’interattività e alla modalità di consumo multimediale non lineare attraverso i device mobili, uno dei pilastri della TV del futuro è costituito certamente dall’alta e dall’altissima qualità tecnica delle immagini. Un parametro che si sta affermando come un vero e proprio simbolo della nostra epoca, grazie agli sforzi compiuti dall’industria tecnologica mondiale negli ultimi anni. Ormai è diventata un’esigenza comune, una sorta di scelta obbligata sia per gli utenti sia per broadcaster. 
D. In che senso?
R. Pensiamo alla rapida diffusione degli schermi di ultima generazione. È anche in virtù di questo processo che gli utenti stanno mostrando crescente sensibilità verso l’argomento. Spostando l’attenzione sui player del settore, appare altrettanto evidente che c’è una costante ricerca di soluzioni tecnologiche capaci di rendere appetibile la propria offerta e, nello stesso tempo, di rinnovare il proprio modello di business.
D. Quali sono le conseguenze nel breve e medio termine?
R. La conseguenza più evidente è senza dubbio l’incremento dell’offerta di canali televisivi in alta definizione. Si tratta di una transizione cominciata con l’avvento della digitalizzazione negli anni Novanta e che oggi sta entrando nel vivo. C’è un grande fermento nel mercato televisivo a tal proposito. Eutelsat segue attivamente questo processo evolutivo mettendo a disposizione dei broadcaster le proprie risorse satellitari e le proprie competenze.
D. Può farci qualche esempio?
R. Penso ad uno degli ultimi casi: RTL 102.5 che proprio in queste settimane ha lanciato la versione televisiva del canale radiofonico in HD sul bouquet di Sky, al numero 750. E penso anche alla stessa Sky che ha sempre puntato sull’alta qualità per innovare la propria offerta pay. Inoltre, dall’inizio del 2017, tutti i 13 canali della Rai sono disponibili in alta definizione sulla piattaforma satellitare gratuita Tivùsat, veicolata sempre attraverso HOTBIRD. E al numero 210 di Tivùsat c’è anche Rai 4K, il canale temporaneo di Viale Mazzini che, grazie anche alla nostra collaborazione, ha permesso di trasmettere in Ultra HD importanti contenuti come «Stanotte a San Pietro», di Alberto Angela; la fiction «I Medici» e sette partite di Euro 2016 in diretta.
D. Quanto pesano i traguardi raggiunti sul fronte dell’Ultra HD?
R. Tantissimo, perché è grazie a questa tecnologia che le immagini hanno acquisito uno straordinario livello qualitativo. L’Ultra HD ha permesso di aumentare di quattro volte il numero di pixel rispetto all’HD. E attraverso all’HDR siamo andati anche oltre il semplice incremento della definizione.
D. Cosa significa?
R. Con l’entrata in campo dell’HDR, che vuol dire High Dynamic Range, è stato possibile migliorare la qualità di ogni singolo pixel; estendere la gamma dinamica dei colori, passando da 16 milioni a un miliardo; e ottenere un netto incremento della lucentezza sui bianchi e sui neri delle immagini. Insomma, il risultato finale è un’esperienza di visione letteralmente senza precedenti: assolutamente avvolgente e immersiva.
D. Questo cosa comporta in concreto?
R. Una rivoluzione, come quando è arrivata la TV a colori. Qualsiasi utente vive l’effetto «wow» di fronte a questo tipo di immagini perché il salto qualitativo è percepibile davvero in modo immediato. Il fatto è che con questa tecnologia il televisore riesce ad eguagliare la capacità di percezione dell’occhio umano, affermandosi come lo strumento ideale per trasmettere emozioni.
D. Secondo lei in quale direzione stiamo andando?
R. È un cammino irreversibile che ruota attorno al potere evocativo delle immagini. Non è un caso che tra i fautori del paradigma ci sia il Vaticano che considera l’Ultra HD uno strumento in grado di allargare i confini del Colonnato del Bernini, permettendo allo spettatore di sentirsi al centro di Piazza San Pietro. E questo spiega perché la Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, assieme al Centro televisivo Vaticano, abbia realizzato la prima trasmissione TV via satellite della storia in Ultra HD HDR in collaborazione con Eutelsat, Globecast e Sony. È successo in occasione della cerimonia di chiusura del Giubileo: un’esperienza davvero pionieristica.
D. E quali sono le conseguenze a livello di mercato?
R. Per i player del settore la sfida principale è di portare i contenuti agli utenti in modo corretto. Un discorso che investe tutte le fasi produttive - dalle telecamere agli schermi - e in particolare il momento della trasmissione. I segnali Ultra HD sono molto più ricchi di informazioni rispetto al passato, e quindi sono anche più esigenti in termini di banda. È chiaro che per trasmetterli serve una piattaforma con una potenza adeguata. E il satellite costituisce la soluzione naturale.
D. Perché?
R. È molto semplice. A differenza delle altre piattaforme di diffusione, l’infrastruttura satellitare ha una disponibilità di banda immediata. Inoltre, riesce a garantire una copertura uniforme dell’intero territorio senza alcun problema. Sono caratteristiche imbattibili per l’Ultra HD. 
D. Temete la concorrenza delle altre piattaforme come la fibra e il Digitale televisivo terrestre?
R. No. Noi non ragioniamo in termini di concorrenza, ma siamo convinti che le tre piattaforme siano complementari. L’utente, infatti, è sempre meno interessato a sapere quali tecnologie vengono impiegate; il suo scopo è semplicemente quello di avere un servizio di alta qualità in qualsiasi contesto in cui si trovi. Quindi sarà il giusto mix di tecnologie a vincere la sfida del futuro.
D. È una sorta di patto di non belligeranza?
R. Mi spiego meglio. Storicamente il satellite è sempre stato un alleato del digitale televisivo terrestre e della fibra. Infatti, ha sempre fornito supporto concreto per lo sviluppo delle infrastrutture terrestri. Per esempio, contribuisce ad alimentare le torri di trasmissione oppure a raggiungere quelle che vengono definite aree a fallimento di mercato.
D. Però i principali player sul Web stanno riservando molta attenzione all’Ultra HD. Cosa succede?
R. C’è sempre un forte interesse nei confronti delle dinamiche sul fronte del web. Però, è consigliabile prudenza quando si parla di Ultra HD. Purtroppo - e sottolineo purtroppo - lo stato delle reti non consente grossi margini di manovra, soprattutto nel nostro Paese. Senza addentrarci troppo in tecnicismi, per superare i cosiddetti colli di bottiglia, in ambiente web si ricorrere ad alcuni espedienti tecnici nel caso di segnali in altissima qualità. Tra questi c’è il «bitrate» adattativo: una soluzione che permette la continuità delle connessioni, ma a patto di degradare la qualità dei video. E questo, a ben vedere, significa tradire l’enorme ricchezza permessa dall’Ultra HD.
D. Dunque, in che modo state contribuendo all’affermazione della TV in Ultra HD?
R. Il primo canale Ultra HD in Europa lo abbiamo lanciato nel 2013 mediante i nostri satelliti. Da allora abbiamo sempre guidato questa partita al fianco di clienti e partner, condividendo con loro competenze e risorse per testare la tecnologia a tutti i livelli della catena produttiva. E i risultati non si sono fatti attendere. A gennaio, per esempio, su HOTBIRD sono arrivati due canali commerciali: Fashion TV UHD e Travelxp 4K che di fatto hanno sancito l’ingresso nella nuova era.
D. Eutelsat come risponde alla sfida del consumo televisivo in mobilità?
R. A riguardo abbiamo implementato innovative soluzioni come lo SmartBEAM, che sfrutta l’ubiquità del satellite per agevolare la diffusione di contenuti audiovisivi attraverso i device mobili. Il sistema combina la trasmissione via satellite con una ricezione in modalità WiFi e permette una fruizione perfetta anche nel caso di più utenti connessi contemporaneamente superando qualsiasi criticità tipiche dell’Internet terrestre come la velocità della connessione o la congestione della rete. Inoltre, accedendo tramite WiFi, non c’è limite al volume di dati consumati che spesso è imposto dai piani tariffari mobili.
D. Quali sono, in sintesi, i punti fermi della vostra strategia in Italia?
R. La nostra missione è continuare a supportare i broadcaster - a cominciare da Rai, Mediaset, Sky e Tivùsat - per affrontare il tema della distribuzione dei contenuti. Quindi: dalla TV non lineare alla TV in alta e altissima qualità, nella convinzione che presto assisteremo a novità molto interessanti per quanto riguarda il varo di canali regolari in Ultra HD via satellite. Nel frattempo, seguiamo con impegno la transizione all’HD confermata appunto dal costante incremento dell’offerta televisiva in questo standard.  

Un po’ di numeri: chi è Eutelsat
Fondata nel 1977, Eutelsat è una delle maggiori aziende al mondo del settore delle telecomunicazioni satellitari. Il suo quartier generale è a Parigi, ma le sue sedi sono sparse in tutti i continenti così come le sue strutture operative di terra (detti teleporti). La sua flotta è composta da 39 satelliti in orbita geostazionaria che assicurano una copertura globale dall’Europa all’Asia fino all’Africa e alle Americhe. La sua offerta spazia nel campo delle applicazioni video, servizi governativi, dati e banda larga la quale, grazie all’ubiquità del satellite, diventa disponibile anche nelle aree più remote e persino in volo. Nel suo DNA c’è soprattutto il broadcasting e in particolare il costante sviluppo di soluzioni tecnologiche al passo con l’evoluzione dei modelli di visione. Attraverso continui investimenti in infrastrutture tecnologiche di trasmissione e l’acquisizione di un indiscusso know-how, Eutelsat ha radicato la propria presenza nei mercati maturi e la sta consolidando in quelli emergenti. Oggi i suoi satelliti trasmettono in tutto oltre 6 mila canali televisivi (il 15 per cento in HD), di cui più di 2.200 disponibili in chiaro. Con l’Italia Eutelsat mantiene una relazione speciale: il Governo italiano e Telespazio sono stati i padri fondatori della società che intrattiene rapporti di lunga data con tutti i principali player televisivi tra cui Sky Italia, Mediaset, Rai e Tivùsat.   

L’ETERNA GIOVINEZZA DEL SATELLITE
In Italia continua a crescere la ricezione della TV attraverso i satelliti Eutelsat. Si tratta di 8,4 milioni di famiglie che rappresentano più di un terzo dell’audience complessiva stimata in 25 milioni di persone. Ad affermarlo l’Osservatorio TV di Eutelsat, pubblicato nei mesi scorsi, precisando che nel 2013 erano 8,1 milioni gli utenti che avevano scelto il satellite come piattaforma principale per vedere la TV. Il documento, inoltre, evidenzia la tenuta di HOTBIRD che raggiunge 7,4 milioni di abitazioni, cioè l’83 per cento della platea satellitare italiana. Questa è la posizione orbitale più popolare in Italia, con oltre un centinaio di canali in alta definizione. Più del 60 per cento dell’utenza è abbonata all’offerta pay di Sky, che da anni costituisce lo zoccolo duro di HOTBIRD. E c’è una quota molto dinamica costituita dagli utenti della piattaforma satellitare gratuita Tivùsat che continua a guadagnare sempre maggiore seguito.
HOTBIRD è diventato l’hub privilegiato per un’esperienza televisiva di qualità. Il riferimento è agli esempi registrati nel campo dell’Ultra HD e al passaggio all’HD, che rappresenta una direzione obbligata per tutti i soggetti della filiera. A rimarcarlo un altro trend evidenziato dall’Osservatorio TV di Eutelsat: l’81 per cento delle famiglie televisive italiane ha già in casa uno schermo di ultima generazione, quindi compatibile con l’HD. Il dato può sembrare privo di valore, eppure suggerisce che in Italia esiste una quota molto significativa di utenti ancora in possesso di apparati catodici. Grosso modo parliamo di 5 milioni di abitazioni. Ed è chiaro che anche questa fetta di audience avrà un peso rilevante nel cammino verso l’alta definizione.    

Tags: Febbraio 2017

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