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Diego Nardin: Fope, un «gioiello» d’impresa italiana che brilla nel panorama internazionale

Diego Nardin, amministratore delegato di Fope

Nel 1929 Umberto Cazzola fonda il primo laboratorio orafo a Vicenza con un approccio innovatore e spesso pionieristico che trasmette nel tempo anche al figlio Odino. L’azienda si specializza nella manifattura di cinturini per orologi in oro e in altri metalli diventando fornitore dei più importanti marchi svizzeri. Con l’ingresso della terza generazione, Fope mette a frutto il vasto bagaglio di saperi maturato e lo investe nella realizzazione di una propria linea di gioielli in oro.
Nasce così la maglia Novecento, un concetto che si articola in più collezioni e diventa la firma del marchio, facendone il successo prima a livello nazionale e successivamente anche all’estero. Il coinvolgimento della quarta generazione segna il definitivo lancio di Fope nel mercato della gioielleria internazionale dove si afferma come sinonimo di eleganza e qualità made in Italy. Fope coniuga la forza di valori consolidati nel tempo a una grande spinta innovatrice e crea gioielli unici che ogni giorno esporta in più di cinquanta Paesi del mondo in 600 punti vendita: dall’Europa agli Stati Uniti, dagli Emirati al Sud Est asiatico, il marchio è venduto in una selezione delle migliori gioiellerie indipendenti.
Gli uffici e la produzione restano in un unico edificio a Vicenza, poco distante dalla sede originale. Qui è iniziata l’attività e da qui continua orgogliosamente un progresso basato sulla perizia degli artigiani orafi e sulla precisione delle tecnologie impiegate. Generazione dopo generazione la famiglia Cazzola ha saputo mantenere le redini dell’azienda, rinnovando una passione tramandata dal fondatore e trasformandola in lavoro, creatività e successo. Vicenza è storicamente una delle tre città protagoniste della gioielleria italiana. Laboratori grandi e piccoli hanno sempre lavorato l’oro, legando fortemente il territorio a una tradizione che è passata di generazione in generazione.
Oggi lo scenario è in parte cambiato, ma dal 1929 la famiglia Cazzola e i suoi collaboratori continuano ad aggiornare modi e tecniche per creare gioielli bellissimi e unici; la specializzazione dei mastri orafi in fabbrica è impagabile e si riflette sull’unicità di tutta la produzione del marchio Fope. Ne parla a Specchio Economico Diego Nardin che dal 2008 è amministratore delegato di questo «gioiello» d’impresa.

Domanda. Quali sono le peculiarità che vi contraddistinguono?
Risposta. Il punto di forza di Fope è il modello di business applicato che prevede relazioni commerciali dirette con le gioiellerie multi-brand, indipendenti o appartenenti a gruppi, specializzate in prodotti di lusso quali orologi e gioielleria di alta gamma. Niente distributori intermediari, dunque, ma collaborazioni che garantiscono fidelizzazione e affidabilità del gioielliere con le quali si studiano nuove azioni di marketing congiunto per fidelizzare il cliente finale, e un ottimo after-sale service. L’altro fattore che ci caratterizza è la nostra produzione in house e l’integrazione, in ambito orafo, fra tradizione e nuove tecnologie poiché tutta la fase realizzativa del prodotto avviene interamente nella nostra sede di Vicenza: ultimato il ciclo della produzione, ogni gioiello viene controllato in tutte le sue caratteristiche: dal colore al modello richiesto, dalla taglia alla caratura dei diamanti fino, naturalmente, alla verifica della manifattura dell’oggetto; l’attenzione per i dettagli è fondamentale.

D. Quindi un mix vincente per non perdere la magia del lavoro artigianale e per sfruttare nel modo migliore l’innovazione.
R. Proprio così: l’intero processo produttivo avviene internamente nella sede vicentina: dalla fase di prototipazione alla spedizione dei gioielli pronti per la vendita. Fin dalla fondazione l’azienda ha dimostrato una forte spinta verso la sperimentazione e l’innovazione, ma le sfide più recenti dettate dal successo internazionale e dalla globalizzazione hanno imposto scelte significative; tra tutte quella di mantenere la produzione a Vicenza con investimenti sia nell’organizzazione dei processi che nella computerizzazione e nella robotica delle attività. Macchine sempre allo stato dell’arte, a controllo numerico e spesso personalizzate sono il fiore all’occhiello di una fabbrica, quella di Fope, che rivela un approccio industriale in continua evoluzione, pur mantenendo un’anima artigianale.

D. Gli investimenti in ricerca e sviluppo hanno portato l’introduzione di un elevato livello di automazione con tecnologie proprietarie volte a ottimizzare processi in modo da garantire altissima qualità del prodotto. Quali sono?
R. Con il bilancio del 2015 abbiamo raggiunto il requisito della PMI innovativa proprio perché investiamo moltissimo in quest’ambito. Per consolidare la crescita l’azienda continua a investire in Ricerca e Sviluppo che in passato ha portato ad esempio a brevettare Flex’it, un sistema di minuscole molle in oro nascoste tra le maglie che rendono i bracciali flessibili. Quindi accanto al più «romantico» processo di finitura, abbiniamo alcune tecnologie di proprietà che ci garantiscono altissimi standard di qualità per tutto ciò che può essere automatizzato ed estrema flessibilità necessaria per far fronte ai picchi di produzione.

D. Come si è chiuso il bilancio di attività del 2016?
R. Con soddisfazione chiudiamo il nostro primo bilancio da società quotata in Borsa registrando una crescita significativa di tutti gli indicatori e una forte solidità patrimoniale; i ricavi netti sono pari a 23,1 milioni di euro, in crescita dello 10,3 per cento rispetto ai 20,9 milioni di euro del 2015 principalmente grazie alle performance registrate sui mercati esteri, in particolare europei - Germania e Regno Unito su tutti - e americani; il mercato italiano, in crescita dell’8 per cento, ha beneficiato del contributo dei volumi di vendite realizzato dalla prima boutique monomarca aperta a Venezia, in Piazza San Marco, che nel suo primo esercizio ha registrato risultati positivi e superiori alle aspettative, anche in termini di «visibilità» del brand.

D. Avete intenzione di aprire altri punti vendita in Italia?
R. Fope è un’azienda a forte vocazione internazionale, l’80 per cento del fatturato è realizzato all’estero e persegue un progetto di sviluppo strategico basato sulla crescita e sul consolidamento del brand nel mercato internazionale del lusso. Guardiamo con attenzione all’apertura di un negozio monomarca nel mercato inglese, a Londra, una città che registra significativi flussi turistici internazionali: la nostra priorità non è tanto quella di far fatturato con il negozio, ma puntiamo più che altro a consolidare il brand migliorando la sua visibilità.

D. Progetti per il futuro?
R. Il positivo andamento dei primi mesi dell’esercizio ci consente di guardare a un 2017 di ulteriore creazione di valore per i nostri azionisti. Contiamo di fare leva sui nostri vantaggi competitivi: la qualità del prodotto, una sintesi perfetta di artigianalità e tecnologia made in Italy, la riconoscibilità del design e le relazioni consolidate con i clienti. La quotazione su AIM Italia rappresenta per la società una tappa fondamentale in quanto esprime contemporaneamente un riconoscimento del lavoro svolto che ci porta oggi ad affrontare il mercato azionario, e un punto di partenza per affrontare nuove sfide di sviluppo e concretizzare le grandi potenzialità del mercato.

D. La fiera internazionale della gioielleria «Baselworld» ha segnato un importante passo verso l’ampliamento della gamma di prodotto della società. Quali sono le novità?
R. Il nuovo anno segna per Fope un passaggio fondamentale, direi quasi rivoluzionario. A coronamento di un lungo lavoro di studio e ricerca esordisce LadyFope, il primo orologio swiss-made con movimento al quarzo che monta un bracciale Flex’it. Questa è una delle tante novità che è stata presentata a «Baselworld», la principale fiera internazionale dell’orologeria e della gioielleria tenutasi a Basilea lo scorso marzo. «LadyFope» segna un importante passo verso l’ampliamento della gamma di prodotto della società. La collezione si compone di 5 versioni, 3 in oro rosa e 2 in oro bianco impreziositi da diamanti e il diametro della cassa è di 32 millimetri. La seconda novità presentata a Baselworld è stata il lancio della nuova maglia Flex’it con la collezione «Prima»: Flex’it è un’invenzione firmata e brevettata da Fope nel 2007, ma la nuova proposta ha richiesto più di 18 mesi di investimenti e di sperimentazione. Le parure delle linee Flex’it, in oro rosa, bianco o giallo, comprendono collane, anelli, orecchini e bracciali, tutti flessibili, con una particolare lavorazione del metallo che consente di adattare le dimensioni del gioiello alla superficie del corpo. La maglia è sottile e leggera, eppure resistente e capace di nascondere decine di minuscole molle in oro 18 carati che sono quelle rendono i bracciali e gli anelli così flessibili. Le parure offrono diverse combinazioni di rondelline ellittiche e dettagli in oro e diamanti. Infine la terza novità è stata la collezione «Solo Venezia», che rende omaggio alla città che da un anno ospita il primo negozio monomarca in piazza San Marco. La maglia in oro, flessibile nei bracciali, è arricchita da un originale motivo che si ispira alla tradizione dei merletti tipici dell’isola veneziana di Burano. Il design è ricco, ma arioso: i fili annodati, quasi a gomitolo, arricchiscono la trama dell’oro quasi fossero impunture di un tessuto. Si tratta di un dettaglio prezioso dalle linee morbide e raffinate, reso disponibile in due versioni e nelle tre tonalità dell’oro. Come per le altre collezioni di Fope, anche questa è interamente made in Italy, realizzata nei laboratori della vicina Vicenza, dove continua a operare con un mix di tradizione artigianale e di alta tecnologia.

D. Fope è un’azienda sostenibile?
R. Le politiche aziendali e di prodotto di Fope sono state guidate dai più alti valori etici sin dalla fondazione, nel 1929. Consideriamo le nostre scelte fondamentali in ogni aspetto: dall’approvvigionamento delle materie prime alla qualità del lavoro, dalla produzione alla spedizione dei nostri gioielli. L’attenzione che mettiamo nei rapporti con i fornitori e nei processi interni fa parte della nostra responsabilità di imprenditori, un ruolo che si riflette prima di tutto nei confronti della società e, di conseguenza, dei nostri clienti. Fope conduce la propria attività aziendale secondo regole di etica, efficienza e rispetto, puntando a coinvolgere dipendenti e collaboratori nell’adozione di comportamenti positivi, nel miglioramento costante della qualità del prodotto e nella valorizzazione dell’individuo come singolo e come parte del gruppo di lavoro. Per dare ulteriore sostanza al proprio impegno verso politiche aziendali responsabili, nel 2013 Fope si è sottoposto alla valutazione di un auditor indipendente accreditato e ha ottenuto lo stato di membro certificato dal Responsible Jewellery Council, l’ente internazionale no-profit che stabilisce gli standard etici e ambientali dell’intera filiera della gioielleria nel rispetto dei diritti umani. La globalizzazione e l’apertura di nuovi mercati hanno reso sempre più importante la certificazione dei prodotti italiani al 100 per cento e la lotta alla contraffazione. La vigente legislazione italiana impone già che gli oggetti realizzati in metalli preziosi e loro leghe portino incisi almeno due marchi, il marchio di identificazione e l’indicazione del titolo, ma Fope ha deciso di fornire garanzie ulteriori. Prima di tutto la registrazione dei propri marchi e la protezione attraverso brevetti industriali e di design, e poi la certificazione secondo il sistema di tracciabilità TF - Traceability & Fashion, promosso dalle Camere di Commercio italiane e gestito da Unionfiliere.     

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