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L’Italia, un saloon dove il cowboy che ha vinto le primarie mette gli stivali sul tavolo e ordina ciò che vuole senza pagare il conto

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Il cowboy ha vinto le primarie e, come volevasi dimostrare, irrompe nel saloon, mette gli stivaloni sul tavolo e pretende di ordinare quello che gli capita per la testa senza pagare il conto. Se l’atteggiamento di Matteo Renzi resta questo c’è da temere assai per l’Italia di domani, che sta consegnando su un vassoio d’argento ai Cinque Stelle. Il ritornato segretario del Pd minaccia sfracelli con un obiettivo: vincere le elezioni successive alle prossime. Non è un gioco di parole, ma è assolutamente evidente che punta a rendere ingovernabile l’Italia. Sia non facendo la legge elettorale, che facendola come piace a lui: premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione; sbarramento al 5 per cento; tratterà solo sui capilista bloccati o no.
Con questo schema Renzi prepara le larghe intese, che affiderà a Gentiloni e Berlusconi, i quali dovranno caricarsi la prossima, durissima manovra economica imposta dall’Europa. Nel giro di un anno staccherà la spina, ed essendosi liberato dei nemici cacciati dallo sbarramento e disarticolando un centrodestra sempre più diviso, punterà al bersaglio grosso. Se questo è lo schema confidato a qualche ciarliero amico della sua cerchia - o semplicemente per metterlo in giro - certo è che sarà il centrodestra a doversi dare una regolata, se vuole ancora apparire come una coalizione pronta a governare il Paese. Ed è proprio Silvio Berlusconi a dover sciogliere ogni indugio. Sarebbe inaccettabile andare alle elezioni con dubbio di un’alleanza post elettorale con Renzi.
Non è impossibile raggiungere la soglia del 40 per cento decisiva per il premio di maggioranza: se l’area alternativa alla sinistra e ai grillini fa un bagno di umiltà e decide, ad esempio, di sottoporsi al consenso popolare per via delle primarie, concretizza quel bisogno di coesione di cui c’è assoluta necessità. Un minuto prima e non un minuto dopo, disponibilità programmatica a mettere in discussione il rapporto con un’Europa sempre più lontana dai nostri interessi economici, ostile ai popoli, fedele solo a finanzieri e banchieri.
Il centrodestra deve rappresentare piu le persone che i poteri forti, le comunità più che le centrali eurocratiche; l’Italia deve recuperare tutta intera la propria sovranità. Ne ha bisogno un Paese sempre più privo di diritti sociali; ne ha bisogno un popolo che si sente indifeso rispetto all’invasione che penetra nelle viscere della Penisola dal terzo e dal quarto mondo. Non sarà Matteo Renzi, euromane, a liberarci dalla schiavitù di questi tempi moderni che ci vede ridotti a fare da paggetti alla corte di Juncker, Merkel e soci. Non sarà il ribellismo di cartone a cinque stelle a restituire una rotta alla nave Italia: troppe contraddizioni, incoerenze, infantilismi che non giovano alla politica né, soprattutto, agli italiani.
C’è necessità di una grande forza popolare e nazionale che rivendichi il dovere e l’etica della responsabilità: anche per questo abbiamo fondato il Movimento nazionale per la Sovranità. Non per agguantare seggi parlamentari, ma per per richiamare tutto il centrodestra a tentare il tutto per tutto per individuare parole d’ordine chiare e destinate ad entusiasmare di nuovo il nostro popolo. Non lasceremo nulla di intentato.
Berlusconi, Salvini e Meloni sono i leader di un raggruppamento che non ha ancora la maggioranza dei voti, a meno che la linea verso le elezioni non debba essere sempre dettata dai sondaggi. Comunque la pensino, tutti e tre hanno il dovere di allargare il perimetro della coalizione. Certo, non a chi sta col Pd, ma a quanti vogliono evitare una sciagura per l’Italia intera. Non deve essere più l’Europa a dettare le condizioni per il rilancio della nostra economia.
Se non si comprende questo, vuol dire che si è gettata la spugna prima ancora di combattere, che si rinuncia ad offrire una prospettiva seria al nostro popolo. Noi ci ostiniamo a credere che invece ci si voglia ancora provare, nel nome di valori che comunque restano comuni alle forze in campo. La sinistra è distrutta ogni volta che si cimenta col voto in qualunque parte del mondo e deve ricorrere a personalità estranee alla propria cultura per poter competere o sperare di vincere. A destra abbiamo una prateria: dobbiamo semplicemente mettere in condizioni di correre tutti i cavalli di cui disponiamo.    

di Francesco Storace

Tags: Renzi Maggio 2017 politica