carlo arcangeli: possiamo e vogliamo migliorare ancora
Carlo Arcangeli, da poche settimane direttore del personale della Cotral spa, è il decano di questa azienda, essendo entrato, quarant’anni fa, nell’allora Società Romana per le Ferrovie del Nord detta pure Roma Nord, che fu assorbita poi, il 6 novembre 1976, dal Consorzio Trasporti Lazio. «Una data importante–ricorda–, perché segnò la conclusione della fase di pubblicizzazione del trasporto pubblico laziale, raggiunta al termine di lunghe e dure lotte sindacali». Da allora Arcangeli ha svolto una carriera tutta all’interno dell’azienda, partita con l’impegno sindacale e snodatasi attraverso ruoli di crescente responsabilità fino alla direzione di esercizio.
Domanda. Perché all’epoca vi batteste vigorosamente a favore della pubblicizzazione dell’azienda?
Risposta. Per noi «privato» significava sfruttamento e favoritismi verso il personale da una parte, e un servizio insufficiente per i bisogni della cittadinanza dall’altra. La speranza di allora era che con l’azienda pubblica si determinasse una cesura forte, se non totale, con il passato. Per molti aspetti fu così: basti pensare al moltiplicarsi dell’offerta di trasporto pubblico, e quindi di mobilità, per chi non aveva allora altre possibilità di muoversi.
D. Perché certe intenzioni, o certe illusioni di allora, suonano oggi anacronistiche, al di fuori ma anche dentro la sua azienda?
R. A un certo punto si è ritenuto che un’azienda pubblica potesse diventare, nel migliore dei casi, uno strumento di ricerca del consenso. E si è cominciato ad anteporre, all’interesse di tutti, quello di alcuni, dei più protetti. Questo ha avuto conseguenze negative, fra cui quella che la maggioranza delle responsabilità ricadesse su persone che non erano all’altezza. Abbiamo così perduto occasioni importanti.
D. Si è ancora in tempo per cambiare? E Cotral ha cominciato a farlo?
R. Rispondo «sì» ad entrambe le domande. Cotral è cambiata e continuerà a farlo. Tenendo però presente che qualsiasi opera di razionalizzazione, di perseguimento dell’efficienza, di impiego corretto delle risorse umane ed economiche, deve tener fisso l’obiettivo finale: consistente in un servizio sempre migliore per il cittadino.
D. È possibile, in questa epoca di tagli, di ristrutturazioni, di ricerca di una maggiore efficienza, di dimagrimenti aziendali, tenere insieme tutto ciò con le altrettanto giuste richieste che provengono dall’utenza?
R. Cotral si muove esattamente in questa direzione. L’esempio più significativo, nonché più recente, è rappresentato dalla gara per l’assunzione di 90 nuovi conducenti, che è ispirata ai principi di massima trasparenza e di uguaglianza delle opportunità. Un esempio che, a mia conoscenza, costituisce oggi l’unico esistente in Italia.
D. Di quanti nuovi autisti avrebbe bisogno l’azienda?
R. A parità di servizio erogato, di almeno 500. In realtà, com’è noto, il contratto «in house» in vigore fra Cotral e la Regione Lazio prevede l’esternalizzazione del 10 per cento dell’attuale servizio; inoltre è prevista una riduzione del 10 per cento del corrispettivo, pari oggi a 233 milioni di euro, che la Regione Lazio eroga annualmente a Cotral per il servizio compiuto. Il nostro piano triennale prevede, dunque, l’assunzione di un totale di 260 conducenti.
D. Quando entreranno in servizio i primi 90 nuovi conducenti?
R. Pubblicate le graduatorie dei vincitori, è attualmente in corso la verifica dei requisiti di cui essi si sono dichiarati in possesso. Seguiranno quindi la prova di guida e la visita medica. I primi autisti entreranno in servizio nel corrente mese di giugno, vale a dire - al netto dei tempi di approvazione da parte degli organismi competenti - a sei mesi dall’inizio della procedura per la quale, ricordo, abbiamo ricevuto ben 10.800 richieste di partecipazione, provenienti da tutta Italia e non soltanto dal nostro Paese.
D. Come spiegate questo enorme numero di aspiranti conducenti?
R. Da una parte, l’attuale mancanza di lavoro ha fatto la propria parte, anche se i requisiti per partecipare alla selezione erano molto stringenti e, in alcuni casi, anche onerosi: fra gli altri, figura il possesso della patente D-E e del certificato di qualificazione del conducente. Dall’altra parte, come stiamo verificando dai colloqui svolti con i candidati, ha giocato fortemente l’opportunità di entrare in una grande azienda che fornisce garanzie maggiori rispetto ad organizzazioni anche analoghe.
D. Questo concorso costituisce pertanto un segnale del cambiamento che state perseguendo?
R. Certamente, e contiamo che costituisca un segnale tanto all’interno quanto all’esterno. L’adozione di criteri di giudizio il più possibile oggettivi e misurabili, l’affermazione del merito, il riconoscimento delle capacità effettivamente utili all’azienda, rappresentano criteri fondamentali affinché, a tutti i livelli, vi sia la persona giusta nel posto giusto. E si attui concretamente quella separazione fra chi gestisce l’azienda e chi ha il compito di darne gli indirizzi, da tutti invocata a parole ma che viene assai raramente praticata nei fatti.
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