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STEFANO CUZZILLA: FASI, ovvero assistenza ai dirigenti e aiuto alla sanità pubblica

Stefano Cuzzilla, presidente del FASI, Fondo per l’assistenza sanitaria integrativa per i dirigenti di aziende industriali e dei servizi

Dopo una lunga esperienza in varie aziende pubbliche e private, Stefano Cuzzilla è stato nominato, nel marzo del 2009, presidente del FASI, Fondo Assistenza Sanitaria Integrativa per i dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi, organismo nato 35 anni fa dalla felice intuizione di quanto sarebbe accaduto nel settore assistenziale nei decenni seguenti e della nuova, mutata situazione odierna. Costituito e gestito pariteticamente da due rappresentative associazioni, Confindustria e Federmanager, il Fondo è stato progressivamente adeguato alle nuove esigenze assistenziali, e in questo lavoro si è trovato coinvolto e si è distinto il nuovo presidente Cuzzilla, con iniziative attuatrici delle nuove normative vigenti nel settore ma anche sensibili alle aspettative degli interessati, ossia i dirigenti di aziende industriali, e di avanguardia pur nelle difficoltà subentrate nel settore economico, finanziario e quindi anche sociale in Italia, in Europa e nel resto del mondo. In questa intervista il presidente Cuzzilla illustra le finalità del FASI, i risultati ottenuti, i programmi e le aspettative di una categoria, i dirigenti, essenziale per lo sviluppo e il benessere della società.
Domanda. Come e perché è nato il FASI?
Risposta. È stato costituito nel 1977 come iniziativa sindacale promossa dalla categoria ed oggi fa parte del sistema della bilateralità realizzato da Confindustria e Federmanager. Non ha scopo di lucro, è ispirato da principi mutualistici e di solidarietà intergenerazionale tra gli iscritti, opera secondo un criterio di non selezione del rischio e si basa su un sistema di rimborso tariffario. L’equilibrio economico, ottenuto grazie a una capacità di analisi e a un know how acquisito nel tempo che consente un attento controllo della spesa, ha fatto sì che in oltre trent’anni di attività il Fasi sia diventato, con più di 310.000 assistiti e una massa di risorse gestite, uno dei fondi di natura negoziale più significativi.
D. Qual è il ruolo dei fondi sanitari in generale?
R. Preso atto che la popolazione del nostro Paese invecchia, che le cure mediche costano sempre di più e il Servizio sanitario nazionale non riesce a coprire tutte le spese, si è reso necessario affiancare all’intervento pubblico un nuovo sistema basato su Fondi integrativi, enti e casse di mutuo soccorso. Il modello adottato dai Fondi per garantire prestazioni ai propri assistiti valorizza, oltre alle strutture private, anche quelle pubbliche e quelle convenzionate con il sistema pubblico, in quanto i Fondi sono integrativi e non sostitutivi dei servizi pubblici. Questo modello di assistenza fornisce ulteriori risorse alla sanità pubblica grazie a uno sgravio di costi e di tempi delle prestazioni. I Fondi vanno visti come una risorsa per il Servizio sanitario nazionale; in Italia circa l’88,8 per cento della spesa privata in sanità è caratterizzato da esborsi diretti dei cittadini, immessi nel sistema senza un’organizzazione e una gestione finanziaria strutturata; i Fondi invece indirizzano le risorse private verso sistemi strutturati di erogazione dell’assistenza, integrativi e aggiuntivi rispetto ai livelli essenziali di assistenza.
D. Come si attua questo ruolo di «terzo pagante» dei Fondi sanitari?
R. In assenza di un «terzo pagante», quale un fondo o un’assicurazione, il pagamento delle prestazioni in contanti potrebbe far aumentare il ricorso a forme irregolari di pagamento. Sostituendosi invece al consumatore nel pagamento della prestazione, il terzo pagante lo esonera dalla necessità di analizzare i costi della prestazione e di cercare quelle meno onerose, dal momento che paga solo una piccola parte del costo o addirittura nulla. L’obiettivo dei Fondi, dunque, è quello di recuperare al sistema una consistente quota di spesa privata sommersa, che sfugge alle statistiche e che, per le prestazioni garantite, duplica sostanzialmente quella pubblica. Nella consapevolezza che nell’immediato futuro non si potranno destinare maggiori risorse alla sanità, appare prioritario incanalare quelle esistenti in modo da combattere l’impoverimento. In questo contesto è fondamentale un ulteriore sviluppo del «secondo pilastro» per raccogliere in modo organizzato ed efficiente queste risorse e indirizzarle verso il completamento del sistema di tutela sanitaria. Il futuro sarà caratterizzato da una forte espansione dei bisogni di salute garantiti e garantibili attraverso protezioni universalistiche e protezioni integrative di natura negoziale e volontaristica.
D. In questo contesto come è cambiato il FASI in tanti anni?
R. È diventato un modello di riferimento per la sanità italiana e per le istituzioni nazionali e regionali. Nel 2006 ha ampliato i propri interventi con la Gsr, Gestione Separata di Sostegno al Reddito rivolta ai dirigenti che hanno involontariamente perduto il posto di lavoro; ha istituito il FasiOpen per i lavoratori non dirigenti e i loro familiari, ha migliorato i servizi in favore di aziende, dirigenti e familiari. Tra essi figurano la revisione completa dei Nomenclatori-Tariffari; l’ulteriore riduzione dei tempi di liquidazione delle richieste di prestazioni; l’incarico di certificare il bilancio a una società di revisione; l’avvio del Progetto Prevenzione per alcune patologie; l’aumento del numero delle strutture sanitarie convenzionate in forma diretta; il rinnovo della polizza di assistenza socio-sanitaria; l’introduzione di diversi modi di comunicazione tramite il sito internet, l’uso di indirizzi di posta elettronica, saliti a 90 mila, degli iscritti.
D. Quante strutture sanitarie convenzionate conta il FASI?
R. Oltre 2 mila, e per la prima volta nella sua storia in queste sono comprese le RSA, Residenze Sanitarie Assistenziali, presenti in Italia, finalizzate a fornire prestazioni sanitarie a persone anziane, prevalentemente non autosufficienti, che non possiedono un supporto familiare idoneo a ricevere a domicilio trattamenti sanitari continui e assistenza necessaria. Questa inclusione è stata voluta per conferire all’assistenza sanitaria un connotato di «servizio sociale» indispensabile per restituire dignità e qualità di vita alle persone non autosufficienti. Le convenzioni dirette con strutture sanitarie e RSA assicurano agli assistiti condizioni favorevoli nel rispetto dei requisiti di qualità richiesti dal Fondo.
D. Quale parte di spesa il Fondo rimborsa alle strutture con esso convenzionate?
R. Grazie all’elevato numero di assistiti, oltre 310.000, adotta una politica di equilibrio ed equità tra il costo delle prestazioni e il quantum rimborsato. Riesce a contenere il più possibile il costo delle prestazioni attraverso accordi con le strutture sanitarie, concordando ogni anno un costo delle prestazioni altamente concorrenziale sul mercato privato, assicurando nello stesso tempo la qualità delle prestazioni. Ferma restando la libera scelta da parte dell’iscritto della struttura sanitaria, questo ha comportato vantaggi e un elevato gradimento da parte degli iscritti; in generale vengono fissate condizioni economiche di maggior favore rispetto a quelle normalmente applicate e il ricorso ad accordi di convenzione ha esercitato un’azione calmieratrice del mercato. Il soddisfacente risultato ottenuto ha indotto il Fondo a disporre un consistente sviluppo della rete di convenzionamento diretto, sia nell’ambito del progetto Odontoiatria sia nelle altre strutture sanitarie anche per ridurre le incombenze amministrative e le anticipazioni finanziarie a carico degli iscritti.
D. Che cosa fa il FASI per la prevenzione?
R. Proseguendo con un progetto avviato nel luglio dello scorso anno, il 2012 si conferma per il Fasi come «l’anno della Prevenzione». Dalla metà del 2011 sono stati introdotti una serie di «pacchetti prevenzione» ad ampio raggio, rivolti a donne e uomini dai 30 anni agli over 65. Siamo coscienti del fatto che la possibilità di una diagnosi precoce permette di intervenire quando la malattia è all’esordio attraverso terapie che, di norma, possono portare alla completa guarigione. Nel mirino dunque abbiamo posto patologie importanti come il tumore del collo dell’utero, del colon retto e del seno per le donne over 45, della prostata per gli uomini over 45, il carcinoma del cavo orale, la maculopatia, il glaucoma e le malattie o problemi in seguito a edentulia. A questa gamma di azioni, il Fasi ha affiancato, a partire dall’8 marzo 2012, due novità: la prevenzione del tumore alla cervice uterina per donne dai 14 ai 44 anni, e alla tiroide per gli over 45. Ad eccezione di quanto specificamente previsto per le patologie in seguito a edentulia, le prestazioni incluse in tutti i pacchetti prevenzione sono a completo carico del FASI e sono eseguibili esclusivamente presso le strutture sanitarie aderenti al progetto e convenzionate in forma diretta con il Fondo. L’obiettivo è quello di informare, assistere e stimolare la consapevolezza individuale, affinché ogni persona diventi protagonista e responsabile della propria salute e delle proprie scelte.
D. Quale copertura offre il FASI per la non autosufficienza?
R. Fino al 2004 il FASI contemplava, nel proprio tariffario e tra le altre prestazioni, l’assistenza infermieristica continuativa domiciliare. Dal 1 maggio 2005 il Fondo ha sottoscritto un accordo di natura assicurativa per servizi di assistenza medica e infermieristica, al fine di garantire un accrescimento delle prestazioni e un più ampio ventaglio di opportunità a disposizione degli assistiti, per far fronte ai loro bisogni sanitari in tutte quelle situazioni di emergenza e di urgenza per le quali il FASI non garantiva una risposta complessiva ed integrata. Attraverso tale accordo, previa verifica della regolarità della posizione contributiva, vengono forniti agli iscritti una serie di servizi, primo dei quali l’assistenza domiciliare socio-sanitaria nel caso di non autosufficienza. Si tratta di una soluzione con una connotazione fortemente innovativa. Nel corso di questi ultimi anni sono state migliorate le garanzie previste relativamente alle prestazioni di assistenza infermieristica-assistenziale nei casi di non-autosufficienza per le quali l’intervento economico, per ciascun mese di assistenza, è stato elevato a 750 euro per una massimo di 270 giorni l’anno. Questi i servizi a favore degli assistiti che ne fanno richiesta: reperimento e invio, in casi d’urgenza, di un medico, anche specialista, a domicilio; assistenza domiciliare infermieristica post-ricovero; assistenza domiciliare infermieristica o socio-sanitaria; reperimento e invio di un’ambulanza o trasferimento a centri specializzati; rientro sanitario dall’estero; consulenza sanitaria per ricoveri all’estero di alta specializzazione.
D. Quali iscritti in particolare ne usufruiscono?
R. La copertura vale per tutti gli assistiti dal FASI indipendentemente dallo stato di salute degli stessi al momento dell’iscrizione, e non prevede limitazioni in relazione all’età. La valutazione relativa alla sussistenza di un minimo di 3 fattori sui 6 richiesti, che consentano di reputare una persona non autosufficiente, spetta a un’équipe di medici attraverso la valutazione di un questionario, compilato dal medico curante dell’assistito, che consente il rilascio dell’assistenza con tempistiche brevi. In merito alla dimensione numerica dei servizi erogati in materia di non autosufficienza, la copertura del rischio di non autosufficienza rappresenta una novità nel panorama italiano. Dal 2005 al 2010 si sono registrati i seguenti dati: le richieste di prestazioni sono state 5.324, e tale impegno ha comportato una spesa a carico del Fondo di 24.557.280 euro. Nonostante questi numeri, considerato il crescente fabbisogno dei nostri assistiti e vista la rilevanza sociale del problema, il FASI non intende sottrarsi agli impegni assunti. Anzi cercherà in futuro di rafforzare ulteriormente i suoi interventi in questa importante area.     ■

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