Il nostro sito usa i cookie per poterti offrire una migliore esperienza di navigazione. I cookie che usiamo ci permettono di conteggiare le visite in modo anonimo e non ci permettono in alcun modo di identificarti direttamente. Clicca su OK per chiudere questa informativa, oppure approfondisci cliccando su "Cookie policy completa".

  • Home
  • Interviste
  • Roma è sulla via di una rinascita «sostenibile»? occorrono pazienza e attenzione

Roma è sulla via di una rinascita «sostenibile»? occorrono pazienza e attenzione

Sabrina Alfonsi, «minisindaco» presidente del nuovo Primo Municipio di Roma, che ha accorpato i precedenti I e XVII

Il centro di Roma è divenuto invivibile. Si parla di «fuga dei cervelli» all’estero, ma se è vero che nei piccoli centri sono riprodotte le dinamiche delle grandi realtà, allora nulla è più vero in questo caso, perché è sin dal centro storico di Roma che avviene una fuga, che raggiunge gli altri quartieri quando non le altre città, spingendo i residenti ad allontanarsi. I problemi crescenti e sempre più inaccettabili con cui si scontra il residente del centro capitolino fanno sì che si fugga altrove, obtorto collo. Non è un segreto che la nuova viabilità dei Fori Imperiali - che il neoeletto sindaco Ignazio Marino metteva in atto sotto l’egida di un’apparentemente utile «pedonalizzazione» - ha rovinato non solo i «monticiani» del Rione Monti e del Colosseo, ma anche i romani delle zone limitrofe (a partire dal quartiere Esquilino), incanalando tutto il traffico tra le dapprima pacifiche Via Labicana e Via Merulana e rendendo infinito quanto impraticabile ogni movimento nell’area.
Il nuovo sindaco ha, di fatto, creato una distanza incolmabile tra quartieri adiacenti. Sempre nell’ottica di quella pedonalizzazione, ha attivato nuove zone a traffico limitato chiedendo a un maggior numero di residenti, da un giorno all’altro, di pagare una somma molto elevata per poter tornare a casa e ai propri posti auto. E continuamente sono in atto cambiamenti di sensi di marcia, di corsie preferenziali, di possibilità di svoltare ecc. I romani in rivolta hanno sostenuto che non è stata fatta, in effetti, nessuna pedonalizzazione, e che restano le emergenze di «caos-traffico, declino, degrado, illegalità, contraffazione cinese», in una tensione sociale che ormai da mesi attanaglia i rioni Esquilino e Monti.
A Fontana di Trevi, la situazione non cambia: un’impegnativa ristrutturazione della Fontana, firmata Fendi, è cominciata niente poco meno che a giugno, in piena attività turistica, un turismo numericamente infinito e tipicamente ammassato nel Rione Trevi. Pericolose e indecenti file sui ponticelli trasparenti costruiti ad uopo per giungere al centro della fontana, e un cartello che avverte: «Non lanciare le monete», facendo riferimento all’antica prassi di gettare spiccioli nella fontana del Salvi per avere la possibilità di tornare a Roma. Poco più in là, una marea di pullman ostruiscono il Traforo al di sotto del Quirinale, tunnel che collega Via Nazionale (rione Monti) a Via del Tritone (rione Trevi), mettendo in serio pericolo non solo la viabilità (la storica Via Rasella, nota per l’attentato omonimo che causò lo scempio delle Forze Ardeatine, ed anche strada che da Piazza Barberini consente ai veicoli di recarsi a Piazza di Spagna, è bloccata continuamente e lungamente dagli stessi senza alcun intervento da parte dei vigili urbani), ma la stessa incolumità dei cittadini, dei turisti e, ancor più, dei residenti.
Residenti che oggi pagano un obolo maggiore al Comune di Roma per tornare automuniti nelle proprie case: la Ztl, zona a traffico limitato, con i nuovi aumenti, è divenuta una vera e propria tassa sulla casa. Il Comune ribadisce le esigenze connesse all’inquinamento, come fosse conseguenza immediata della circolazione dei residenti con le proprie autovetture e come se, pagando l’obolo, tale inquinamento diminuisse per dar vita a un’improvvisa conversione all’elettrico. Se si è riusciti a giungere, con il proprio veicolo anche elettrico, a Piazza di Spagna, ci si fermi: ha appena avuto inizio la pedonalizzazione del «Tridente», con cui si intende il complesso stradale costituito dalle tre vie rettilinee di Roma che partono da Piazza del Popolo e divergono in direzione sud, assumendo la forma di un tridente. Positiva di certo, purché non si attui una viabilità senza senso, come già accaduto in altre zone: c’è chi narra che nel Parco del Celio si possa entrare ma da esso non si uscirà più a causa di una segnaletica-labirinto. Bloccati a Piazza di Spagna si potranno sempre comprare caldarroste e fare acquisti dai tanti chioschi abusivi, ma passeggiando bisognerà stare attenti alle molte e profonde buche, ai numerosi borseggiatori e scippatori, agli inevitabili zig zag tra tavoli nelle strade e le buste di rifiuti in terra.
Inutile continuare l’elenco, meglio rivolgersi a Sabrina Alfonsi, presidente del nuovo Primo Municipio, sorto dall’accorpamento del I e del XVII (centro storico e Prati) approvato l’11 marzo 2013 dall’Assemblea capitolina in base a quanto stabilito dal decreto su Roma Capitale che ne riduceva il numero da 19 a 15 proprio nel periodo elettorale, ai fini - dichiarava l’allora sindaco Gianni Alemanno - di ottenere un risparmio annuale che, con il senno di poi, non si è visto. Se il «minisindaco» - che è insieme di Prati dove è nata, e del Centro storico dove vive - riuscirà a ripristinare la vivibilità di questo e, insieme, a dare un senso all’unificazione, per il momento solo burocratica e costosa, con il Municipio di Prati, che ha poco a che vedere con il primo ed è a una distanza incoerente con un accorpamento, l’intera capitale e l’intero mondo che visita Roma potranno esserle grati. Ma soprattutto le vittime numero uno: i residenti del centro storico.  

Sabrina Alfonsi, sindaco del primo municipio di Roma: «Centro storico sostenibile riacquistato da pedoni, residenti e turisti» 
Domanda. La pedonalizzazione dei Fori ha causato proteste della popolazione capitolina, per errori nella viabilità e perché si è verificata solo in parte, avendo lasciato taxi, trasporti ed auto blu circolare liberamente dinanzi il Colosseo. Per quale motivo?
Risposta. La visione del centro storico, sia mia sia del sindaco, è quella di un centro storico «sostenibile», con una viabilità diversa, un centro riacquistato dai pedoni e dai residenti ma anche dai turisti che oggi non hanno la possibilità di ammirare i monumenti a causa del traffico e dell’eccessiva occupazione di suolo pubblico. Insieme a questo c’è un degrado della città dovuto alla mancanza di risorse e ad anni di gestione sbagliata. Chi arriva a Roma nota questo degrado, l’incuria in cui spesso versa il verde pubblico. Al primo posto dei problemi da affrontare c’è sicuramente la questione dei rifiuti e della manutenzione delle strade che non è quella che noi vorremmo. Quando parliamo di degrado e non vivibilità pensiamo a una visione della città che per noi si lega innanzitutto alle pedonalizzazioni che stiamo attuando a partire dai Fori Imperiali ed ora nel Tridente. Progetti che da 15 anni sono in piedi e che nessuno ha avuto il coraggio di attuare fino in fondo. Poi c’è la questione dell’occupazione di suolo pubblico che in questi anni è dilagata. Non faccio una battaglia contro il commercio, applico un piano che prevede una riduzione quantitativa dell’occupazione di suolo pubblico in favore della qualità. Ciò vuol dire avere un’altra visione che valorizzi il commercio di qualità e il made in Italy.
D. Tornando alla viabilità, cosa è accaduto esattamente?
R. Credo che la viabilità di una città come Roma non sia qualcosa che si possa inventare. Sono stati messi in campo  grandi progetti e penso che vadano studiati e considerati con attenzione. Sono d’accordo che rispetto a provvedimenti come quello della chiusura al traffico di Via dei Fori Imperiali o l’altro della pedonalizzazione del Tridente forse si sarebbe dovuto tenere in maggior conto l’impatto su tutta la zona interessata, valutando meglio la situazione delle infrastrutture e dei parcheggi circostanti. Ma siamo in tempo per proseguire i lavori avviati. Faccio un esempio che riguarda il Tridente: il parcheggio in Via Arnaldo da Brescia, che non è del primo Municipio ma che incide sul nostro territorio, non può restare una buca, un cantiere fermo. Quel parcheggio offrirebbe la possibilità di raggiungere il Tridente a chi arriva dal Lungotevere. Sarebbe di grande utilità per tutti: per i residenti e per i commercianti che oggi hanno paura, almeno alcuni, che il turismo migliore ne risenta negativamente, perché nel Tridente si concentra il commercio più prestigioso della città.
D. L’aumento del costo della zona a traffico limitato, se può essere lecito per i commercianti, è considerato un’ingiusta ed onerosa tassa sui residenti, al pari di un’imposta sulla casa che discrimina i cittadini sulla base dei luoghi in cui vivono. Cosa sta accadendo?
R. È quello che accade in tutte le capitali europee che sono riuscite ad eliminare il traffico nei centri storici e a far funzionare il mezzo pubblico. È vero, il trasporto pubblico a Roma deve essere ripensato, reso efficiente. Le linee non sono più adeguate, il sistema non può più funzionare come nei primi del ‘900 quando un autobus partiva da un capolinea e faceva il giro di mezza città; il trasporto moderno deve avere linee brevi e continue. Ci si deve abituare a scendere da un autobus e salire su un altro, oppure sulla metropolitana. Ma se noi non togliamo il traffico privato dalle strade, non avremo mai un trasporto efficiente. Per tornare alla Ztl, il concetto che deve essere chiaro è che il centro storico di Roma non può più essere usato per l’attraversamento della città come avviene oggi con conseguenze per il traffico e soprattutto per l’inquinamento. Per evitare questo sono stati previsti aumenti delle tariffe di ingresso nelle Ztl di tutte le categorie, ma i maggiori aumenti riguardano ditte, agenti di commercio, categorie che usavano il permesso non per arrivare in centro ma per attraversare la città.
D. Aumento numerico o finanziario?
R. Finanziario. Già dai primi mesi dell’anno sono diminuite le richieste di accesso alle Ztl perché troppo costose. In questa politica, finalizzata a ridurre il traffico in centro storico, sono stati coinvolti  anche i residenti. Per loro si può anche pensare all’avvio di un confronto con l’Amministrazione centrale. Tenendo fermo però che se volessimo pensare a facilitazioni per le auto dei residenti, devono riguardare solo i permessi per la prima auto o per quelle non inquinanti. Dobbiamo attuare tutti quei provvedimenti ispirati a un’idea di città con minor inquinamento e maggiore sostenibilità. Ma tutto questo dobbiamo cominciare a farlo, non solo a raccontarlo. Si tratta di una rivoluzione lenta che deve essere portata avanti per cambiare, in futuro, il volto di questa città. Quando mi sono trasferita in centro, per prima ho eliminato la seconda auto.
D. I residenti devono andare a piedi e usare i mezzi, i turisti no: sono padroni di Roma, non pagano tasse, circolano in pieno centro con pullman immensi, che  intasano il traffico, costituiscono un pericolo per sicurezza e ordine pubblico, comandano per grandezza e modi di fare sui residenti, violano le norme stradali, inquinano tanto. Come è possibile che ciò sia compatibile con la sua politica?
R. Sono d’accordissimo ed è un tema che mi sta molto a cuore. I pullman turistici non possono entrare in centro storico. Dobbiamo tornare al piano per il Giubileo di 14 anni fa che prevedeva che i bus si fermassero all’altezza del Grande Raccordo Anulare, con la creazione di stazioni e punti di accoglienza. I turisti possono muoversi per il centro con i mezzi pubblici, possono essere messe in funzione delle navette elettriche. Comunque l’arrivo in città può essere già un momento di visita. Ci sono tanti luoghi dove i pullman possono fermarsi. Capannelle, tanto per fare un esempio: è vicina ai due aeroporti, ha già la stazione della metropolitana, il trenino urbano e altre infrastrutture, è prossima al Parco regionale dell’Appia Antica da cui si possono raggiungere i Fori Imperiali. Sarebbe un ingresso privilegiato alla città. Sono soluzioni da valutare, ma i pullman turistici devono fermarsi fuori dalla città.
D. Cosa pensa dell’accorpamento dei due Municipi? Funziona?
R. La riduzione del numero  era un’idea positiva ma doveva far parte di un disegno e non un semplice accorpamento come è avvenuto. La vera riforma della Pubblica Amministrazione è  quella che sta facendo il presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha una visione chiara e che, anche per aver fatto il sindaco, sa  come funzionano gli enti locali, le soprintendenze, gli amministratori. Così  la riforma dei Municipi è monca, osteggiata  dai sindacati; le norme adottate per attuarla sono inefficaci. Non abbiamo potuto unificare gli uffici, alla riduzione del numero dei consiglieri è corrisposto l’aumento degli assessori. L’unica razionalizzazione avvenuta è stata la diminuzione del numero dei presidenti e la sola unificazione compiuta è quella dei Consigli municipali. Noi presidenti di Municipio abbiamo elaborato un’altra proposta di riforma, insieme alla Commissione Riforme capitolina, che spero sia presa in considerazione dal Campidoglio.
D. Pavimentazione, dissesti stradali e nubifragi: cosa fa il suo Municipio?
R. Abbiamo un problema serio di risorse. Per la manutenzione delle strade non copriamo neanche il 50 per cento del fabbisogno. Parliamo di buche ma in moltissimi casi abbiamo a che fare con voragini profonde. Oggi lavoriamo sulla sistemazione delle strade ma dovrebbero essere compiuti interventi strutturali per evitare che i cedimenti del tessuto stradale si verifichino ripetutamente. Più che di grandi opere la città ha bisogno di una manutenzione sistematica che aiuterebbe anche a non sprecare soldi perché gli interventi basati sull’emergenza sono molto più costosi.
D. Spazzatura, è tollerabile vedere tutti i sacchi dell’Ama nelle strade?
R. Uno degli errori maggiori compiuti dall’Amministrazione precedente è stato quello di non occuparsi del problema dei rifiuti da tre punti di vista: dell’azienda, l’Ama, in dissesto con costi inspiegabili non certo a favore dei cittadini; del ciclo completo dei rifiuti: perché si è continuato a usare la discarica di Malagrotta senza domandarsi come e dove Roma avrebbe dovuto smaltire veramente i propri rifiuti;  della raccolta su strada sulla quale è mancato il rispetto delle regole da parte dell’Amministrazione e dell’Ama per il 70 per cento, e dei cittadini, residenti e ristoratori per il restante 30 per cento. Credo che il nuovo consiglio di amministrazione dell’Ama stia facendo un buon lavoro.
D. Con la raccolta differenziata la questione non diventa più complessa?
R. Bisogna attuarla totalmente, bisogna avere in mente non solo il problema dell’oggi ma quello del futuro. Ci sono cose che vanno riviste; portare i sacchetti dei rifiuti in strada per la raccolta probabilmente è un sistema che non funziona  perché induce a deporre in terra la spazzatura in qualunque momento della giornata, creando problemi di igiene e di inquinamento. A Firenze sono in uso i cassonetti interrati, dignitosi e rispettosi del decoro; possiamo pensare a qualcosa di simile anche a Roma.
D. Ma senza fondi come si fa?
R. Proprio per questo si devono trovare soluzioni diverse. Ci siamo posti seriamente la questione, abbiamo avviato  iniziative, indetto due bandi per progetti specifici. Con «Roma sei mia» diamo ai privati la possibilità di occuparsi dei lavori pubblici, e stiamo acquisendo progetti. Nel Centro storico abbiamo ottenuto un grande riscontro. Siamo l’unico Municipio messosi in linea con l’Europa costituendo l’Ufficio Europa, perché, se non approfittiamo di questo semestre di presidenza europea, perdiamo una grande battaglia. Esistono fondi europei, ma dobbiamo considerare l’Unione Europea un’opportunità, non un bancomat. Stiamo curando anche la formazione di personale su questi progetti, ma soprattutto su un sistema di buone prassi.
D. Scuole e bambini, quanto sta lavorando anche in questo settore?
R. Moltissimo, ma purtroppo le scuole e l’ambito sociale non costituiscono notizia. Devo dire che il Governo ci sta aiutando con l’ultimo provvedimento sulle «scuole belle» e contro l’abbandono scolastico, anche perché il maggior numero di classi superiori si trova nel nostro Municipio e molti ragazzi, provenienti anche da zone più periferiche della città, vengono in centro a studiare. Abbiamo l’obbligo di dare loro la possibilità di apprezzare il bello, predisponendo asilo nido e scuole materne.   

Tags: Ottobre 2014 turismo Roma sindaco

© 2017 Ciuffa Editore - Via Rasella 139, 00187 - Roma. Direttore responsabile: Romina Ciuffa