Ambasciatore Vaqif Sadiqov: i giochi europei a Baku, per noi è come fossero Olimpiadi
Dal 12 al 28 giugno si tengono a Baku i primi Giochi Europei, regolamentati dai Comitati olimpici europei istituiti a Roma nel 2012 nel corso dell’Assemblea generale dei Comitati olimpici continentali, durante la quale si è inoltre dato il via all’organizzazione dei suddetti Giochi. Vaqif Sadiqov, ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia, Malta, San Marino e rappresentante permanente presso FAO, IFAD e WFP, spiega l’importanza di ospitare la prima edizione di un nuovo appuntamento sportivo quadriennale che coinvolgerà molte nazioni.
Domanda. Negli ultimi 20 anni l’Azerbaigian si è candidato come Paese ospitante le Olimpiadi, senza esito; tra poco si darà il via a «Baku 2015», a livello europeo. Cosa è cambiato in questo periodo?
Risposta. L’Azerbaigian è un Paese di circa 10 milioni di abitanti e una larga parte di essi è rappresentata da giovani, una popolazione dinamica e attiva a motivo della quale il lavoro del Governo è indirizzato verso politiche a favore della gioventù, nella continua ricerca delle migliori condizioni possibili per essa. Lo sport di conseguenza è un elemento considerevole insieme a cultura, istruzione e impiego, ha molto spazio tra le politiche sociali e ingente è il nostro investimento non solo nello sviluppo delle discipline sportive ma anche nelle infrastrutture in tutte le regioni dell’Azerbaigian: per esempio abbiamo recentemente costruito 4 diversi stadi olimpici in tutto il Paese, frequentati da visitatori e da sportivi. Negli ultimi sette anni, quando abbiamo iniziato a porre più attenzione allo sport, abbiamo avuto modo di cogliere i risultati di queste politiche, tra cui l’attiva partecipazione degli sportivi azerbaigiani nelle competizioni internazionali e il conseguimento di medaglie, cosa che ci ha fatto decidere di ambientare sempre più eventi sportivi in patria. Ecco pertanto che l’Azerbaigian in anni recenti ha ospitato diversi campionati europei e mondiali, dedicati però a una sola disciplina sportiva, fino alla decisione di testare il proprio potenziale in eventi più grandi per poi infine candidarsi a ospitare le Olimpiadi del 2016 e del 2020, senza però riuscirvi.
D. Quando è stata invece approvata la candidatura per Baku 2015?
R. Nel dicembre 2012 la 41esima assemblea generale nel Foro Italico a Roma ha valutato positivamente la nostra candidatura ad ospitare i Giochi Europei che si tengono per la prima volta in assoluto: com’è noto, si svolgono giochi polisportivi continentali quali gli asiatici, i panafricani e i panamericani, ma prima di oggi non si erano mai organizzati quelli europei. Su 48 membri, ben 38 sono stati i voti a favore a supportare la nostra candidatura.
D. Come è stato il percorso da allora?
R. Vorrei infatti fare presente che per noi è stato più difficile organizzare questa edizione rispetto a quelle future perché la decisione è stata presa nel dicembre del 2012, pertanto abbiamo avuto solo due anni e mezzo mentre altri Paesi avranno quattro anni. In ogni caso il comitato organizzatore, presieduto dalla nostra first lady Mehriban Aliyeva, ha deciso di adoperarsi per una qualità superiore perché riteniamo sia importante non solo ospitare tale competizione ma anche stabilire uno standard dal momento che tutte le prossime edizioni saranno confrontate con la prima che si tiene a Baku. Così abbiamo preso l’impegno di organizzare tutto come se si trattasse di Olimpiadi.
D. Può descrivere i numeri di questa edizione?
R. Sono 49 i Paesi partecipanti e ci aspettiamo circa settemila atleti, di cui circa 350 dall’Italia. Saranno 20 le discipline sportive, delle quali 16 sono olimpiche, pertanto i vincitori si qualificheranno per Rio 2016. Le strutture in cui avranno luogo le competizioni sono 18, di cui 4 sono state appositamente costruite per l’occasione: l’Olympic Stadium, la National Gymnastic Arena, l’Aquatics Centre e lo Shooting Centre; il resto è invece stato ammodernato. Tutte le strutture si trovano a Baku e a Mingachevir, città distante circa 170 km dalla capitale e attraversata dal fiume Kura e che quindi ospita gli sport acquatici.
D. Cosa significa per l’Azerbaigian ospitare questo evento?
R. È molto rilevante per diversi aspetti. Ho già menzionato l’importanza che ha per noi dare il nostro contributo allo sport internazionale, anche perché è il primo evento del genere che stabilirà gli standard delle edizioni future. Inoltre, è un’occasione di presentare il nostro paese a turisti, sportivi, delegazioni di molti paesi ma c’è ancora un ultimo elemento: nel 2016 l’Azerbaigian ospiterà la Formula Uno e le 42esime Olimpiadi di scacchi; nel 2017 invece avranno luogo i Giochi Islamici di Solidarietà e tra 5 anni alcune partite di calcio del campionato Euro Uefa 2020. Pertanto è considerevole il fatto che i fondi stanziati per queste infrastrutture non vadano perduti ma siano utilizzati anche per ulteriori grandi eventi sportivi. È importante che ciò si sappia perché non si dica che il Paese investe ingenti somme di denaro in eventi sportivi una tantum: le infrastrutture sportive saranno usate nuovamente, non solo per le competizioni ma per allenarsi e anche per il divertimento, come nel caso di concerti e spettacoli. Il fatto che queste strutture restino alla popolazione è per noi significativo per mostrare la nostra cultura sportiva. Inoltre è motivo di soddisfazione essere stati eletti dal Comitato e non in seguito a una nostra iniziativa indipendente. È una grande responsabilità perché tutti ci stanno guardando e valuteranno come organizzeremo tutto. Andrà tutto bene, la preparazione è stata sotto il controllo del Comitato olimpico. Eravamo pronti già qualche settimana fa e nell’ultimo periodo sono state rese operative le strutture grazie al Grand Slam di judo che si è tenuto i primi di maggio.
D. Quali discipline sportive sono più diffuse in Azerbaigian?
R. Abbiamo molti sportivi nella ginnastica, wrestling, tiro, boxe. Lo sono anche gli scacchi ma non è una disciplina di questa edizione.
D. Quali le facilitazioni per i turisti in visita?
R. A molti piace partecipare ai grandi eventi sportivi. Abbiamo aumentato il numero dei voli per Baku: ora ci sono tre collegamenti diretti a settimana da Milano e tre da Roma. Inoltre, coloro che hanno acquistato online i biglietti per assistere alle gare possono ottenere il visto direttamente in aeroporto all’arrivo a Baku. Vorrei invitare tutti gli italiani a venire in Azerbaigian non solo per vedere le competizioni ma anche per visitare il Paese.
D. Ha già avuto un riscontro sulla vostra partecipazione a Expo 2015?
R. L’Azerbaigian è stato uno dei primi paesi nel 2011 a iniziare la costruzione del proprio padiglione, che già dal giorno dell’inaugurazione ha ricevuto molto gradimento. Dopo l’esposizione universale verrà smontato e riassemblato sul lungomare di Baku. Presentiamo la grande varietà climatica del nostro paese: di 11 diversi climi, l’Azerbaigian ne ha ben 9. Mancano solo il ghiaccio e il deserto.
D. Cosa ritiene si possa imparare da questi grandi eventi?
R. Viviamo in un mondo globalizzato, ciò significa che non ci sono né insegnanti né allievi. Chiunque può insegnare e apprendere a sua volta: mostriamo qualcosa e impariamo qualcos’altro. Da questo punto di vista Expo 2015 è un grande opportunità perché la grande maggioranza dei paesi porta le proprie idee, conoscenze e know how in merito ad argomenti molto importanti quali la nutrizione, l’agricoltura, la protezione ambientale. Non vogliamo essere da meno pertanto portiamo il nostro modesto contributo di successo oltre il desiderio di imparare dagli altri partecipanti. Per quanto riguarda i Giochi Europei come qualunque altro tipo di grande evento è senz’altro un passo avanti, prima di tutto perché aiuta a stabilire maggiori relazioni e amicizia soprattutto tra i giovani. Lo sport è un elemento importante delle politiche sociali e giovanili di ogni Paese: spero che sarà una vacanza in amicizia per trascorrere due settimane vivendo insieme, condividendo, scambiandosi punti di vista oltre che una vacanza anche per chi viene semplicemente ad assistere alle gare, poiché saranno migliaia le persone che si recheranno a Baku solo per questo.
D. E per quanto riguarda la Biennale d’arte di Venezia, ora in corso?
R. Abbiamo tre mostre a Venezia, due fanno parte del padiglione generale dell’Azerbaigian e si trovano in sedi diverse; la terza è dedicata all’arte moderna ed è curata dallo Yarat Contemporary Art Centre, fondazione no profit privata che supporta i giovani artisti specialmente nel campo dell’arte moderna. «Yarat» in lingua azera significa «crea».
D. Quale è stata negli ultimi anni l’evoluzione della società azera nel confronto con il mondo?
R. L’evoluzione è sempre in corso: principalmente quella economica. La situazione del Paese sta diventando più forte e di conseguenza la vita degli abitanti migliora. È difficile dire nello specifico cosa è cambiato poiché l’Azerbaigian non è una nazione isolata ma fa parte di un sistema globale più grande che si sta sviluppando e mediante il nostro lavoro cerchiamo di rendere tutto migliore. Anche le relazioni con l’Italia stanno crescendo, recentemente sono state in visita due delegazioni del Governo italiano, una del ministro Guidi e una del ministro Padoan; nella seconda metà dell’anno ci aspettiamo ulteriori visite in entrambi i Paesi per rafforzare le relazioni bilaterali già ampiamente avviate.
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