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Roberto Scaramella: Ala, un decollo verso una dimensione multinazionale

Roberto Scaramella, amministratore delegato del Gruppo Ala,  Advanced Logistics for Aerospace

L'espansione internazionale di Ala spa è cominciata cinque anni fa con l’acquisto di due aziende americane, Aerolyusa e Westbury, che opereranno come Ala North America. Forte di investimenti programmati in Italia e all’estero e dell’esperienza del nuovo amministratore delegato Roberto Scaramella, Ala sta proseguendo nella sua strategia di internazionalizzazione. L’azienda opera nel mercato aeronautico italiano della distribuzione di componenti aeronautici e delle attività di logistica integrata: in Italia ha il proprio quartier generale a Napoli e sedi operative in Lombardia e Piemonte. Il Gruppo offre da oltre 25 anni servizi e soluzioni avanzate di logistica e supply chain per il settore aerospaziale.
Domanda. Com’è nato il Gruppo Ala?
Risposta. Ala è un gruppo nato 6 anni fa dall’unione di due aziende, Aip Italia e Avio Import, che operavano nel settore da più di 25 anni, con specializzazioni simili ma su aree geografiche differenti. Ala è attiva principalmente nel settore aerospaziale, ed in particolare nella fornitura di materiali: oltre 50 mila tipologie, piccoli o complessi, lungo tutta la catena produttiva. Conosco da diversi anni i tre soci di Ala, il presidente Fulvio Scannapieco, e i vicepresidenti esecutivi Vittorio Genna e Adolfo Varini, imprenditori molto capaci e motivati che sono riusciti a realizzare, dal momento della fusione ad oggi, risultati significativi. Li avevo assistiti in passato nel progetto di fusione delle loro aziende; quando ho lasciato Meridiana, ci siamo incontrati di nuovo e abbiamo cominciato a lavorare insieme per i progetti di espansione internazionale. A quel punto è sembrato naturale entrare in partnership e dopo solo 3 mesi abbiamo portato a completamento nuovi progetti sia in Nord America che in Europa. Ritornando ad Ala, l’azienda nel tempo si è specializzata nell’offrire un servizio di logistica integrata, secondo le più moderne tecniche di «lean supply chain management». Si tratta di seguire i clienti dalla pianificazione dei fabbisogni di materiali, agli acquisti, alla ricezione e collaudo fino alla consegna sulle linee produttive. Operiamo su numerosissimi programmi di costruzione di aerei sia civili che militari. Attraverso un processo di continua customizzazione del servizio rispetto alle esigenze puntuali delle linee di produzione e in un’ottica di partnership e completa integrazione con il cliente, riusciamo a fornire un livello di servizio estremamente elevato. In particolare, abbiamo rilevato che per quanto riguarda i materiali che vengono dati in gestione ad Ala, il livello di efficienza cresce in maniera evidente. Nei casi più importanti in pochi mesi il livello di servizio è passato dal 75-80 per cento al 99,7 per cento e a questo dato si associano anche significativi benefici sui costi di produzione e nell’ottimizzazione degli inventari, nostri e del cliente. Questa modalità «service provider» fa sì che le semplici collaborazioni commerciali si trasformino nel tempo in partnership consolidate. Elaboriamo assieme al cliente ipotesi e strategie di ottimizzazione dei flussi, in una logica di miglioramento continuativo e di sviluppo parallelo delle capacità di entrambi. Con buona parte dei nostri clienti e partner pertanto lavoriamo da anni e con alcuni di questi abbiamo firmato, anche di recente, contratti importanti che, in assoluta controtendenza rispetto ad altri player di settore, ci danno respiro e capacità di pianificare il lavoro per i prossimi anni. Se a questo eravamo già abituati in Italia, la novità riguarda il mercato nordamericano, dove abbiamo ottenuto quest’ anno un contratto di «service provider» di lungo periodo: si tratta di una notizia estremamente positiva per l’azienda, che ci permette di guardare con serenità maggiore alle nuove sfide di crescita.
D. Che posizione occupate nel mercato italiano e internazionale?
R. La logistica nel mondo aeronautico è un settore di nicchia, con un numero limitato di operatori a livello mondiale, che si rapportano con i grandi costruttori internazionali di aerei. Noi siamo nella top ten degli operatori europei e leader in Italia: grazie ai recenti sviluppi del business nordamericano pensiamo di poter diventare, nei prossimi anni, uno dei top ten player anche a livello mondiale.
D. A lei è stato affidato il nuovo piano di sviluppo che mira all’espansione nazionale ed internazionale. Come intende portare a termine l’ambizioso progetto?
R. Abbiamo sviluppato un piano strategico per trasformare gradualmente quest’azienda in una multinazionale del settore. Se da una parte ci concentriamo sul consolidare il business attuale, attraverso l’espansione temporale e dimensionale dei contratti attuali, dall’altra l’azienda sta vivendo una fase molto dinamica, in cui si susseguono progetti di espansione del business, che interessano altre aree geografiche, nuove categorie merceologiche e settori industriali adiacenti. Per quanto riguarda i settori industriali affini, riteniamo che la nostra competenza possa essere di enorme utilità a tutti i processi industriali complessi, come quelli navale e ferroviario, dove, ad esempio, stiamo lanciando un progetto pilota molto significativo e che potrebbe aprirci nuove ipotesi di business davvero entusiasmanti. A supporto di questi ambiziosi progetti, vi è ovviamente la crescita della struttura interna, sia da un punto di vista numerico che di competenze. Ala è un’organizzazione di 120 dipendenti, con età media sui 35 anni, formata da giovani professionisti a cui continuiamo ad offrire opportunità di crescita: stiamo puntando ad accrescere le competenze tecniche e manageriali delle nostre risorse attraverso programmi di formazione e di job rotation, in un’ottica di sviluppo interno a supporto delle ambizioni di crescita dell’azienda. Inoltre, intensificando il business nei mercati internazionali, li mettiamo in grado di lavorare con prospettive più ampie e di accogliere nuove sfide professionali. Stiamo poi attuando un processo di reingegnerizzazione interna, che ci permetta di adeguare le strutture aziendali agli obiettivi di crescita che ci siamo preposti. È un progetto ambizioso e con orizzonte di medio periodo, che prevede la riorganizzazione delle aree e dei ruoli aziendali e una gestione delle attività in ottica progettuale, attraverso l’istituzione di gruppi di lavoro trasversali.
D. L’assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2014 con una crescita del fatturato del 30 per cento rispetto all’anno precedente. A cosa è dovuto questo?
R. Il punto di partenza è molto sfidante, perché l’azienda sta andando molto bene e sta crescendo a ritmi significativi. Auspicabilmente, portando avanti i progetti che descrivevo prima, dovremmo riuscire a crescere a questo tasso anche per i prossimi 3-5 anni, anche in virtù degli investimenti in corso di attuazione. Questo processo ci porterà ad avere delle dimensioni di oltre 100 milioni di euro di fatturato, che è l’obiettivo di breve termine per poi idealmente puntare a sfide ancora più importanti.
D. Chi sono i vostri clienti?
R. Lavoriamo per i più grandi player del settore aerospaziale, sia per quanto riguarda il mondo civile che per la difesa, sia in Italia che nel mercato americano e anglosassone, storicamente trainanti in questo settore industriale. I nostri clienti sono il mondo Finmeccanica, in particolare con la controllata Alenia Aermacchi, General Electric, e nello specifico GE Avio e Nuovo Pignone, Piaggio Aerospace e le grandi società che producono componentistica avanzata e quindi anche i principali costruttori internazionali quali Boeing, Airbus, Atr.
D. Tra le vostre principali innovazioni c’è «Kim», un software capace di consentire a voi e ai clienti la gestione efficiente del flusso di approvvigionamento dei materiali. In cosa consiste?
R. Come dicevo prima, la flessibilità e la capacità di modulare il servizio secondo quelle che sono le esigenze del cliente rappresentano un asset fondamentale per le aziende del nostro settore. «Kim» non è altro che l’espressione informatica di questa capacità. Molto spesso per un distributore che gestisce componenti nel settore aerospaziale è importante non solo la pianificazione di lungo periodo, quando ci sono grandi costruzioni di velivoli con fabbisogni pianificati su scala pluriennale, ma anche la gestione delle emergenze. I nostri software sono stati sviluppati internamente e si evolvono di pari passo con l’evoluzione dei bisogni del cliente: ci consentono di avere disponibilità e rapidità nella gestione delle richieste di ordine in entrambe le fattispecie. Oggi stiamo facendo un ulteriore passo avanti in questo senso, integrando le nostre tecnologie con piattaforme informatiche tradizionali, come ad esempio Sap. Integrare e migliorare la nostra tecnologia, come stiamo facendo, ci consentirà di avere da un lato la solidità e la robustezza di una piattaforma internazionalmente riconosciuta per tutta la gestione informatica dell’azienda, dall’altro strumenti «tailor-made» molto efficaci per la gestione dei flussi con i nostri clienti.
D. Avete creato una sezione apposita per i droni?
R. L’innovazione tecnologica dei droni è molto interessante e stimolante, e stiamo cominciando a parlare con i grandi costruttori e con i nostri clienti per implementare delle opportunità di collaborazione sia in Italia che in ambito internazionale. Ci interessa lavorare nel nostro ambito di esperienza a tutto campo, ed ovviamente offrire soluzioni di supply chain management anche per la produzione e per la costruzione di droni. Al momento non siamo dell’idea di entrare direttamente in produzione: Ala realizza molto bene i servizi logistici, lasciamo la produzione a chi sa farla e cerchiamo di coadiuvare produttori e costruttori nel raggiungere livelli sempre più elevati di efficienza.
D. Qual è, dunque, il futuro più prossimo per l’evoluzione di Ala?
R. L’obiettivo è andare di pari passo con l’evoluzione tecnologica, nella logica di anticipare soluzioni innovative per migliorare i flussi produttivi dei nostri clienti. Come sappiamo i cambi tecnologici possono essere graduali ma anche, in alcuni casi, dirompenti per alcune aree di business, ed è fondamentale avere un occhio vigile sulle innovazioni del settore, in modo da non farsi cogliere impreparati, ma anzi, provare ad anticipare il cambiamento. Un esempio su tutti: in questo momento ci stiamo interessando alla produzione di materiali aeronautici attraverso stampanti 3D, che può rivoluzionare gli attuali sistemi di supply chain management e di approvvigionamento dei materiali. Si tratta ovviamente di un ambito che ci interessa molto da vicino, e stiamo collaborando in progetti per lo sviluppo di una catena integrata che conduca, per determinate tipologie di materiale, alla stampa 3D veloce e soprattutto in loco. Questa tecnologia, nella nostra idea, dovrebbe costituire non la prassi bensì l’alternativa per la gestione delle emergenze di produzione, con palesi benefici rispetto alle difficoltà di approvvigionamento che possono sorgere con fornitori dislocati magari dall’altra parte del mondo, che richiederebbe un’attesa di alcune settimane per la produzione e la spedizione implicando una discontinuità nelle linee di produzione che non è accettabile in un settore industriale di eccellenza come quello aeronautico. È un progetto in cui vediamo tantissimo potenziale d’innovazione sia nella fornitura delle polveri speciali che servono per la produzione dei materiali in 3D, sia per la produzione stessa. In questo, così come in molte altre sfide e innovazioni, vogliamo essere presenti.
D. Siete stati presenti al più significativo appuntamento per la comunità aerospaziale, l’International Paris Air Show di Le Bourget. In che modo?
R. L’International Airshow di Parigi è l’evento più importante per il nostro settore, un’occasione per incontrare tutti i rappresentanti dell’industria. Abbiamo partecipato agli eventi della comunità aerospaziale internazionale anche in passato, adesso stiamo cercando di essere più selettivi nella partecipazione, che comunque preferiamo avvenga in partnership con i nostri grandi clienti. Siamo presenti certamente su base individuale, ma quello che funziona molto bene in questi eventi è la costituzione e lo sviluppo dei network. La collaborazione con i grandi clienti e i grandi fornitori offre effettivamente un vantaggio competitivo: come italiani siamo storicamente deboli, abbiamo cominciato a fare sistema grazie al ruolo che svolge l’Aiad, l’associazione confindustriale delle aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza, intorno al volano che la stessa Finmeccanica ha da anni costituito, e spero che in futuro continueremo a lavorare in questo modo.
D. Disponibilità dei magazzini, alta qualità dei prodotti e puntualità nelle consegne; oltre a questi, quali sono gli altri punti di forza del Gruppo?
R. Sicuramente per un operatore logistico la disponibilità dei materiali e l’efficienza del magazzino sono estremamente importanti. Quello che noi offriamo in più nel nostro settore è la capacità di pianificare il fabbisogno per conto dei nostri clienti. Nei programmi di lungo periodo siamo in grado di aiutarli nella gestione pianificata e ingegnerizzata del fabbisogno dei materiali con largo anticipo e questo fa sì che gli approvvigionamenti avvengano con costi e tempi minori. È il nostro punto di forza.
D. Come fate a stare al passo dei tempi dato che c’è un’innovazione continua?
R. L’innovazione continua è lo stimolo per essere più efficienti e rapidi, e in grado di individuare fornitori e processi alternativi e più efficienti. Il nostro lavoro consiste nell’anticipare un cambio tecnologico e nel proporre al cliente finale l’uso di una tecnologia differente per un tipo di produzione o un processo innovativo.
D. Siete voi a proporre al cliente?
R. Sì, in particolare lo facciamo sull’emergenza e sull’individuazione di un materiale particolare progettato ad-hoc o un ricambio apparentemente introvabile. Credo che la vera discontinuità che ci possiamo aspettare in futuro in questo comparto industriale sarà costituita dalla disponibilità di sistemi di produzione completamente diversi. Con la stampa tridimensionale, ad esempio, si riesce a fare in pochi giorni quello che oggi si produce in settimane con una capacità di pianificazione di breve periodo. I costi oggi sono ancora proibitivi, ma domani certamente saranno più competitivi.
D. Chi è il maggiore concorrente?
R. I nostri maggiori concorrenti si trovano nel mercato americano e anglosassone; diciamo che in Italia siamo di gran lunga il player più significativo e più grande di questo settore. Lo diciamo con orgoglio ma anche con il senso di responsabilità di chi deve innovare e dettare la strada. Siamo diventati il punto di riferimento nella logistica aeronautica perché offriamo le soluzioni più efficaci per i clienti finali, e la sfida è quella di continuare a farlo per poterci comparare con i colossi mondiali.
D. C’è comunicazione tra voi e questi colossi?
R. Certo, soprattutto in caso di emergenza nelle linee produttive di un grande cliente che abbia bisogno di materiali non immediatamente disponibili sul mercato. Noi aiutiamo loro e loro aiutano noi: l’obiettivo comune è garantire la continuità nella produzione.
D. Ala è inoltre un attore di primo piano nelle politiche di sviluppo regionali e fa parte del cluster aerospaziale e aeronautico sul quale la Campania punta per avere una buona fetta di fondi europei; quali sono le vostre iniziative per la crescita locale del territorio campano?
R. Siamo un player significativo in Campania, ma anche in Piemonte, in Puglia e in Lombardia, quindi in tutti i più importanti distretti aerospaziali italiani. Di fatto collaboriamo con le istituzioni locali e con le grandi imprese del settore su progetti di sviluppo. Oggi stiamo lavorando con le università per lo sviluppo di competenze adeguate al nostro fabbisogno: assumiamo circa 10 ingegneri aerospaziali o gestionali all’anno e cerchiamo di impiegarli secondo le esigenze della nostra industria in collaborazione con le università di riferimento in queste regioni. È un primo passo che ritengo estremamente utile per dare prospettive per il futuro, certo i numeri sono piccoli ma possono costituire un elemento di traino. In termini di collaborazione su grandi progetti industriali che richiedono anche investimenti istituzionali, stiamo lavorando con i principali enti nazionali e aziende aerospaziali relativamente a progetti che coinvolgono tutti gli attori del settore e puntano a innovazione e competitività, come appunto l’applicazione della tecnologia delle stampanti 3D al nostro settore di riferimento.
D. Cosa vi contraddistingue?
R. Da un punto di vista aziendale mi fa piacere sottolineare l’energia e l’impegno del gruppo, poco più di 100 persone, le quali hanno voglia ed entusiasmo di continuare a essere innovativi, creativi e all’avanguardia, e sono ispirate da tre fondatori che sono complementari nelle competenze ed hanno creato un business inizialmente di natura familiare e geograficamente incentrato sull’Italia, che oggi è pronto per la sfida di internazionalizzazione.
D. Che apporto lei dà personalmente?
R. Il mio coinvolgimento come manager di aziende multinazionali è un passo verso questa direzione, ma è solo uno degli elementi utili all’apertura internazionale, perché è la costruzione e lo sviluppo di una squadra con competenze sempre crescenti che ci consentirà di realizzare i progetti su cui stiamo puntando.
D. Quale è il fatturato?
R. L’azienda ha chiuso il 2014 con un fatturato di gruppo, inteso in Italia e Usa, di circa 85 milioni di euro, il nostro obiettivo 2015 è quello di superare i 100 milioni.
D. Fatturano più l’Italia o gli Usa?
R. Oggi l’Italia, che ha più di due terzi di questo fatturato. Il business americano è ancora ancillare rispetto a quello che svolgiamo in Italia. Con le nuove commesse di lungo periodo ottenute in Nord America, pensiamo che rapidamente il business americano possa diventare di dimensioni analoghe a quello italiano, per poi trainare la crescita dell’azienda. Un’altra significativa gamba che vogliamo sviluppare è quella europea, con l’acquisizione di un’azienda che abbiamo già individuato e con la quale stiamo cominciando ad entrare nel dettaglio di un negoziato, con sedi in Inghilterra e in Francia e attività complementari alle nostre, quindi con interessanti sinergie prospettiche.   

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