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Dario Franceschini: dobbiamo fare un investimento musicale in contemporaneità e qualità

Il ministro Franceschini visita la quarta  sede del Saint Louis di Stefano Mastruzzi

Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività culturali e del turismo, è in prima linea rappresentando le istituzioni e inaugurando, con Stefano Mastruzzi, la quarta sede del Saint Louis College of Music di Via Baccina a Roma, il 24 settembre 2015, un evento non classico nel quale tutte le aule si riempiono di concerti, jam session, improvvisazioni, in un trionfo di qualità. Tra i nuovi, tra i jazzisti, tra i moderni, tra i classici, anche Bobby Solo, che si ferma in una saletta e improvvisa con il chitarrista Marco Manusso un concerto che è apprezzato anche dalla direttrice del Maxxi Giovanna Melandri. Avuta a mente la fresca legge 13 luglio 2015, n. 107, «La Buona scuola», alcuni punti della quale riguardano specificamente l’alta formazione musicale (uno per tutti: i fondi per il funzionamento amministrativo e didattico delle istituzioni statali dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica sono incrementati di 7 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2022); e la generica raccomandazione legislativa al Governo di occuparsi dell’armonizzazione dei corsi formativi di tutta la filiera del settore artistico-musicale, l’incontro è stato anche un’occasione per ascoltare il ministro Franceschini descrivere le intenzioni proprie e del Governo.

«Ricordo i dischi jazz di mio padre. Sono a lui grato per avermi fatto conoscere il jazz da piccolo attraverso Radio Elle, quando andavo a fare un’ora di jazz a Ferrara con un mixer di latta costruito artigianalmente in casa. Si è perso molto tempo per capire che il jazz italiano è un punto di riferimento europeo fatto di grandi maestri e di tanti giovani talenti che combattono le difficoltà insite nella sfida di far diventare la propria vocazione un lavoro. Spesso ci riescono, ma fuori dai nostri confini nazionali.
Dobbiamo compiere un grande investimento, che è insito anche in quella sfida su cui io insisterò giorno per giorno finché avrò questa responsabilità: riuscire ad affiancare la contemporaneità al ruolo primario che ci ha dato la storia, quello di tutelare e valorizzare il patrimonio materiale e immateriale delle generazioni che ci hanno preceduto. È importante aver centrato la prima occasione di riconoscimento da parte del Miur dell’equipollenza del titolo accademico nel settore del jazz e della musica moderna: per noi è stata una grande richiesta, difficile e faticosa, che ha necessitato di tempo, e il nostro percorso è servito anche al sottoscritto per portare all’approvazione del Parlamento una norma che riconosce un percorso per ottenere l’equipollenza delle scuole che fanno riferimento ai beni culturali.
Con una visione burocratica si poteva immaginare che una scuola che si occupa di danza, musica o letteratura potesse avere gli stessi parametri che servono alle altre scuole; abbiamo così approvato una norma che legittima i ministeri Miur e Mivar a stabilire per decreto i criteri per cui le scuole che fanno riferimento al vasto campo dei beni culturali possano ottenere agevolazioni per il titolo. Il Centro Sperimentale di Cinematografia ad esempio, che forma da decenni grandi eccellenze, non aveva il riconoscimento della laurea, e ciò creava molti problemi a coloro che poi, avendo quel diploma, non lo vedevano riconosciuto nel proprio percorso professionale italiano o internazionale.
Il bando del jazz è stato un forte segnale. Certo le somme potrebbero essere più notevoli, e vedremo se miglioreranno le condizioni della finanza pubblica e della quota riservata al mio Ministero, si tratta comunque di un segnale che inverte una tendenza. Su suggerimento delle associazioni del jazz, incluso il Saint Louis, abbiamo cambiato una regola che precludeva la possibilità di accedere ai fondi ordinari; oggi anche per la musica contemporanea come per il jazz ci sono possibilità vantaggiose di accedervi, ripeteremo il bando cercando di non distribuire i fondi a pioggia perché è chiaro che dobbiamo imparare a puntare sulla qualità. Ho letto allibito del Fus, Fondo unico per lo spettacolo, che fonda l’attribuzione su base storica: la tecnica principale è che chi prendeva continua a prendere, chi non prendeva non riesce a prendere. Le regole sono cambiate introducendosi una percentuale di qualità, e sono state approvate da tutti i Comuni.
I quarant’anni del Saint Louis e l’inaugurazione della nuova sede avvengono a pochi giorni da quell’evento straordinario che è stato la serata del jazz a L’Aquila, una grande platea di migliaia e migliaia di persone interessate al jazz, grandi maestri e giovani di talento insieme, e il volto gioioso degli aquilani che hanno una sfida da gestire che non è solo quella di restaurare i palazzi, ma anche di far tornar vivo il centro storico. Abbiamo deciso di farlo tutti gli anni e spero che questo diventi un appuntamento straordinario con i grandi nomi del jazz italiano e internazionale. Sono contento che con il finanziamento del Ministero si sia fatta quest’operazione internazionale».     

Tags: Ottobre 2015 scuola Dario Franceschini Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca musica Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo bandi Saint Louis College of Music

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