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Da oriente a occidente, fino a Roma Alcantara

Andrea Boragno,  Presidente e Amministratore Delegato di Alcantara S.p.A.

Giunge alla sua quinta edizione il progetto Alcantara®-MAXXI, con la mostra, tenutasi a febbraio, «Local Icons. East/West», a cura di Giulio Cappellini e Domitilla Dardi. Dieci città, nove designer e un materiale, e «il giro del mondo in una stanza». I designer Studio Job, Constance Guisset, Poetic Lab, Mischer Traxler, Gam Fratesi, Neri&Hu, Hans Tan, Michael Young, Poetic Lab e Cosmas Gozali hanno interpretato, attraverso oggetti iconici, dieci capitali appartenenti a due macro aree geo-politiche, in un dialogo immaginario tra Est e Ovest, tra Oriente e Occidente. Così Alcantara e il MAXXI di Roma hanno dato luogo a un confronto culturale inedito, uno scambio di vedute tra due modi differenti di vivere la metropoli contemporanea, canalizzando queste riflessioni in prototipi che raccontano l’anima di quei luoghi. Sperimentando Alcantara®, materiale in grado di tradurre in realtà la realizzazione dei progetti e delle visioni d’autore, i nove designer hanno prodotto un racconto di viaggio fatto per immagini e oggetti che vogliono restituire il ricordo di Amsterdam, Parigi, Londra, Vienna, Copenaghen, Shanghai, Singapore, Hong Kong, Taipei e Jakarta. Ogni designer, insieme al prototipo pensato per rappresentare la città che gli è stata affidata, ha ideato anche un box, un’ambientazione che lo contiene: la mostra si presenta quindi come una grande installazione composta da 10 box, un vero e proprio «villaggio del mondo» negli spazi del museo. Ne parla Andrea Boragno, Presidente e Amministratore Delegato di Alcantara.
Domanda. Rinnovare una mostra per Alcantara. Perché? 
Risposta. Alcantara è un’azienda fortemente orientata alla sperimentazione, alla collaborazione con avanguardie creative e al supporto di progetti e iniziative realizzate da designer e stilisti, emergenti o affermati, caratterizzati da una forte spinta innovativa. Origine e fulcro di questi progetti è sempre Alcantara, materiale dalla formula magica e misteriosa capace di plasmarsi in un’infinità di creazioni e interpretazioni. Sono ormai cinque anni che collaboriamo con una realtà creativa e contemporanea come il MAXXI di Roma. Non è un caso che Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione MAXXI, definisca questa collaborazione la dimostrazione pratica di come pubblico e privato possano crescere insieme. Con questo progetto, in particolare, siamo stati in grado di proporre al pubblico del museo mostre sempre nuove e stimolanti, sostenendo creativi italiani e internazionali. Una partnership alimentata negli anni dal continuo dialogo con l’universo creativo e che ha trovato la sua massima espressione in progetti come la mostra «Local Icons. Greetings from Rome» realizzata nel 2015. Questa mostra ha toccato le corde più intime dei nostri ricordi ponendo l’accento sui valori di Alcantara. Ci è quindi sembrato naturale rinnovare anche quest’anno la collaborazione con il MAXXI, proseguendo la linea già sperimentata l’anno scorso del ricordo legato ad una città e del souvenir di viaggio, con «Local Icons-East/West».
D. Quale l’evoluzione rispetto alla precedente edizione?
R. Con «Local Icons. Greetings from Rome» abbiamo intrapreso un viaggio alla ricerca di quelle immagini che definiscono i luoghi della memoria propri di una cultura, per rileggerli alla luce di nuove progettualità. Protagonista assoluta è stata la versatilità di Alcantara®, attraverso la quale sette designer e artisti hanno rivisitato, in chiave contemporanea, una città unica come Roma. Ne hanno esaltato in particolare la ricchezza dell’immaginario culturale, storico e popolare che fa parte del nostro patrimonio di ricordi e che rievoca personalissime emozioni. Quest’anno abbiamo proseguito questo percorso dando spazio ad un confronto culturale più ampio, quello tra Oriente ed Occidente. Sperimentando Alcantara®, materiale in grado di tradurre in realtà la realizzazione dei progetti e delle visioni d’autore, i nove designer protagonisti di questa edizione hanno prodotto un racconto di viaggio fatto per immagini e oggetti che vogliono restituire il ricordo di Amsterdam, Parigi, Londra, Vienna, Copenaghen, Shanghai, Singapore, Hong Kong, Taipei e Jakarta.
D. Il materiale Alcantara cosa ha in comune con le città rappresentate nell’esposizione?
R. Il nostro materiale si presta perfettamente per esprimere al meglio la creatività di questi artisti e, mai come quest’anno, la mostra ha evidenziato i valori portanti di Alcantara. La reinterpretazione creativa dei luoghi si esprime attraverso oggetti e installazioni dalla forte connotazione emozionale: dalla sirenetta di Andersen, simbolo di Copenaghen, al Merlion di Singapore fino al segno della Berlage Chair, tributo al designer olandese rappresentante della scuola di Amsterdam, o ai vivaci motivi decorativi di Vienna. Una connotazione emozionale che ritroviamo, in maniera molto evidente e forte, anche in Alcantara, un materiale in grado di abbinare la funzionalità insieme a valori emozionali ed estetici. La forte trasversalità inoltre, che è uno dei tratti distintivi del nostro materiale, ci porta ad essere presenti su più mercati, dall’Europa all’Estremo Oriente, con importanti iniziative di stampo artistico, culturale e sociale, sottolineando il focus molto forte dell’azienda sulla globalizzazione.
D. Cosa si può imparare dalle nuove generazioni di designer e architetti per un materiale come Alcantara?
R. Il mondo del design e dell’arte rappresentano un ambito dal quale è sempre importante attingere per poter sperimentare nuove forme di creatività. Noi privilegiamo un dialogo continuo con l’universo creativo ed in particolare con una design community di eccellenza che portiamo avanti ormai da diversi anni con lo scopo di favorire un reciproco scambio e ispirazione. Tale processo è talmente importante da divenire parte integrante della strategia competitiva di Alcantara. L’entusiasmo, la ricerca e il lavoro dei designer italiani e internazionali con i quali collaboriamo, diventa la base per poter comunicare e rafforzare i valori di Alcantara, dando spazio all’innovazione costante e alla massima creatività nei molteplici business nei quali operiamo. Nella mente e nelle mani di artisti e designer internazionali il materiale a marchio registrato Alcantara è diventato lo strumento attraverso cui esprimere la propria creatività, mentre da queste prestigiose collaborazioni Alcantara ottiene indicazioni ed idee su nuove possibilità di applicazione e di presentazione del materiale.
D. La vostra esperienza dimostra che è possibile raggiungere lo stato di «carbon neutrality»: come ci siete riusciti?
R. Grazie ad una profonda convinzione: esiste, da parte dei consumatori finali e dei decision maker aziendali, una domanda latente, ma destinata a crescere nel tempo, di comportamenti imprenditoriali sostenibili. Ed è proprio su questo aspetto che abbiamo deciso di impegnarci, investendo in Sostenibilità, come risposta alla crisi e ai cambiamenti strutturali internazionali iniziati tra il 2008 e il 2009. Una strategia competitiva che non solo non entra in conflitto con gli obiettivi economico finanziari tipici di un’impresa, ma al contrario contribuisce al loro raggiungimento. Il cambio di rotta del 2009 ha comportato un intenso coinvolgimento di tutta la struttura organizzativa: dallo stabilimento al Centro Ricerche, passando per le alte funzioni aziendali. Tutti sono stati da subito coinvolti nel grande progetto che, da allora, fa della Sostenibilità una delle variabili fondamentali della nostra strategia competitiva. Grazie a questo approccio, nel lontano 2009, abbiamo ottenuto lo status di «carbon neutrality», un traguardo del quale siamo molto orgogliosi e che fa di Alcantara un prezioso esempio di azienda virtuosa e lungimirante.
D. Gli sforzi fatti per ottenere questo stato come sono stati ripagati?
R. In un contesto di generale crisi, ulteriormente indebolito da politiche industriali difensive o fortemente conservative, la strategia competitiva che abbiamo intrapreso ci ha consentito di aumentare il valore di Alcantara sia come brand sia come presenza sul mercato. In particolare dal 2009 ad oggi Alcantara ha registrato un incremento di fatturato fino a raggiungere 165 milioni di euro, e un’Ebitda che si attesta intorno ai 50 milioni di euro. A titolo di esempio citiamo spesso il caso del Made in Italy, scelta su cui Alcantara investe e continua a credere e che rappresenta un esempio di valore che supera il risparmio dei costi. Il Made in Italy è un valore fondamentale apprezzato e riconosciuto sui mercati internazionali, in modo particolare in quelli asiatici, e sicuramente ha dato un significativo contributo nell’affermare la forte crescita di Alcantara nei mercati extraeuropei negli ultimi anni. Siamo convinti, infatti, che il valore che deriva dalla scelta di non delocalizzare il nostro processo produttivo fuori dai confini nazionali sia molto più elevato del risparmio di costi che potremmo avere da una produzione in situazioni completamente diverse dal punto di vista della Sostenibilità ambientale e sociale. Questo impegno in Sostenibilità ha inoltre generato un impatto occupazionale estremamente positivo per il nostro Paese: dal 2009 ad oggi, infatti, l’organico è cresciuto del 41%.
D. Quali sono altre iniziative nel settore della Sostenibilità e cosa si può fare ancora?
R. La Conferenza sul Clima di Parigi (COP21) ha sancito come obiettivo cardine per i 200 Paesi seduti al tavolo delle negoziazioni, il raggiungimento della neutralità delle emissioni di gas serra entro il 2050. Nonostante Alcantara abbia raggiunto questo traguardo ormai da ben sei anni, siamo costantemente impegnati nel ridurre ulteriormente le emissioni derivanti dalla nostra attività. Per fare tutto ciò prosegue il nostro piano di investimenti che, solo nel 2015, prevede per queste stesse attività uno stanziamento pari al 64% del piano investimenti complessivo. Abbiamo ottenuto lo status di «carbon neutrality» nel 2009 a seguito di un lungo lavoro di misurazione, riduzione e compensazione delle nostre emissioni di CO2. Dopo aver calcolato le emissioni derivanti dalla nostra attività, siamo intervenuti per una loro drastica riduzione, attraverso il graduale ammodernamento delle strutture produttive e una delicata rivisitazione del processo industriale. Poiché la tecnologia oggi disponibile non ci consente di ridurre ulteriormente le emissioni, a valle degli interventi di calcolo e riduzione abbiamo intrapreso l’unica alternativa oggi possibile, l’offsetting, ovvero la compensazione delle emissioni residue o non altrimenti eliminabili.
D. Come siete riusciti a raggiungere questo obiettivo sostenibile?
R. Abbiamo scelto di aderire ad alcuni progetti internazionali di compensazione patrocinati dall’Onu, volti a diffondere l’uso delle fonti di energia rinnovabile nelle aree più povere e disagiate del mondo. Nello specifico, i Paesi che nel corso degli anni sono stati interessati dai nostri interventi sono: Honduras, Turchia, Cina, Kenya, Taiwan, Nuova Zelanda, Thailandia, Vietnam, Cile, India, Indonesia, Brasile e Ghana. Un risvolto che ci preme sottolineare dei progetti di compensazione è la loro valenza sociale, non solo ambientale: oltre a diffondere pratiche di energia sostenibile e rinnovabile, questi progetti contribuiscono anche a creare occupazione, a portare elettrificazione, a diffondere istruzione e, in generale, a migliorare le condizioni di vita delle comunità e dei territori più arretrati e bisognosi. Per il futuro continueremo ad impegnarci nei confronti della Sostenibilità e della riduzione delle emissioni di CO2. A conferma di questo impegno, stiamo portando avanti da un lato un progetto ambizioso che si pone l’obiettivo di ridurre, di almeno il 30%, il consumo di energia nel processo produttivo entro i prossimi 4-5 anni; dall’altro la continua ricerca di polimeri bio con lo scopo di rendere il processo più sostenibile dalle materie prime, lungo tutta la sua filiera.
D. Come avviene il controllo della «Supply Chain»?
R. Conoscere e monitorare ciò che accade a monte dei propri processi è un aspetto fondamentale per chi intraprende un impegno serio in materia di Sostenibilità. Come è stato detto in occasione del Simposio internazionale sulla Sostenibilità nell’industria Automotive globale ideato e organizzato da Alcantara a Venezia nell’ottobre 2014 e 2015 per sensibilizzare il settore a comportamenti realmente sostenibili: «Today, managers of multinational corporations can have their good produced under conditions for which they would go to prison in their own countries». Come possiamo quindi definirci seriamente impegnati a favore della Sostenibilità se poi ci affidiamo a fornitori e partner che non hanno la minima idea di cosa significhi? Impegnarsi seriamente in questo ambito implica conoscere e sorvegliare a fondo la propria catena di fornitura: dal 2007 monitoriamo e verifichiamo periodicamente, tramite audit e visite di controllo mirate, l’adempimento dei fornitori alle principali norme internazionali in materia di salute e sicurezza e di rispetto per l’ambiente, richiedendo, ove necessario, interventi e misure correttive a loro volta debitamente verificate. Siamo inoltre impegnati in un’intensa attività di stakeholder engagement, ovvero in un insieme organico di azioni e iniziative volte a coinvolgere nel programma di Sostenibilità i propri interlocutori principali, in modo trasversale ai settori di business: clienti, partner, fornitori, enti, istituzioni, associazioni, organizzazioni non governative, università, stampa, influencer e opinion leader.
D. Quali altre iniziative?
R. Oltre alle attività ordinarie rivolte agli stakeholder si aggiungono iniziative straordinarie volte a richiamare l’attenzione del grande pubblico intorno al tema della Sostenibilità. Ci tengo in particolare a ricordare gli eventi realizzati in partnership con World Bank e Connect4Climate: gli Alcantara Dialogues tenutisi durante la Milan Design Week 2014 e il padiglione Alcantara Magic Garden realizzato per l’Earth Day 2015 di Washington. Senza dimenticare il 1° e 2° Simposio internazionale sulla Sostenibilità, organizzati insieme alla Venice International University.   

Tags: Marzo 2016

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