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Flaei-Cisl: Carlo De Masi, questo balletto ha bisogno di un ritmo

Carlo De Masi, segretario generale della Flaei-Cisl

La Flaei, Federazione dei lavoratori delle aziende elettriche italiane, è nata nel 1949 sulle ceneri della Fille, sorta dalla scissione della Cgil, per aggregare la corrente cristiana degli elettrici e costituire quella che è divenuta la Cisl. Non ha mai cambiato nome: ciò, secondo i suoi federati, ha un significato importante, in quanto è nata per rappresentare e difendere gli interessi e i diritti dei lavoratori elettrici ed ha continuato per oltre sessant’anni pur nelle mutate caratteristiche indotte dalla liberalizzazione del sistema elettrico, dalla privatizzazione delle imprese e dalle trasformazioni aziendali.
Già presidente del Collegio dei sindaci di Fisde, Arca e Fondazione Enèrgeia, dipendente Enel dal 1975, iscritto alla Flaei-Cisl nello stesso anno, segretario generale territoriale della Flaei di Foggia e segretario regionale della Flaei Puglia,  eletto nella Segreteria Nazionale nel 1997 e confermato nel 2001, Carlo De Masi dal 2005 ricopre l’incarico di segretario generale riconfermato nel 2009. In questa intervista risponde sul problema Sogin.
D. La Sogin versa in una condizione di stallo ormai da tempo. Cosa bisognerebbe fare?
R. Assistiamo da mesi, con crescente preoccupazione, a una ridda di ipotesi e al rincorrersi di indiscrezioni circa le nomine al vertice della Sogin, che non aiutano in alcun modo a dare certezze e stabilità all’azienda capaci di produrre i risultati attesi, sia sul versante del lavoro, sia su quello della piena operatività nel «decommissioning» e nelle bonifiche ambientali. Varrebbe la pena, invece, concentrarsi sulle attività e le prerogative industriali della Sogin.
D. Quanto incide tale situazione?
R. È bene ricordare come questa società pubblica, che controlla anche Nucleco, la società per l’ecoingegneria nucleare, sia un asset di indubbio valore per il nostro sistema industriale, possiede competenze di eccellenza che la collocano ai vertici mondiali, per qualità, conoscenza e professionalità. Molte sono le attività che la Sogin potrebbe svolgere ma che restano drammaticamente sullo sfondo di una ripetuta crisi di governance che ne limita la progettualità e l’azione, finendo per disperdere significative risorse che alla società arrivano direttamente dai finanziamenti previsti nella bolletta elettrica. Occorre uscire da queste incertezze, c’è molto lavoro da fare nella messa in sicurezza dei siti nucleari italiani, nell’ambito delle bonifiche ambientali, basti pensare all’eclatante caso della Terra dei fuochi, all’attualità dell’Ilva e alle imminenti dismissioni degli impianti di generazione termoelettrica. Tutte operazioni importanti con riflessi per l’economia nazionale e l’occupazione.
D. Quali iniziative intendete intraprendere per favorire una ripresa dell’attività?
R. Tutto ciò sembra dimenticato, mentre ci si affanna ad individuare improbabili profili manageriali in una sorta di totonomine che sembra il gioco più gradito all’informazione e alla politica italiana. La Sogin e i suoi lavoratori hanno bisogno di un assetto stabile garantito dalle scelte del Governo, di chiare indicazioni strategiche, di un piano di impresa concreto ed efficace, di un management competente orientato a valorizzare la società, consentirne la crescita in Italia e sui mercati internazionali, dando spazio agli investimenti e a una occupazione stabile, recuperando il tempo perduto. Siamo determinati ad intervenire su tutti i livelli decisionali, a partire dal Governo, che dal 28 di ottobre scorso non ha ancora assunto decisioni, affinché si metta fine a questo insostenibile balletto e si dia alla Sogin la possibilità di operare nel concreto, così come previsto sin dalla sua costituzione. Non siamo disponibili a tollerare ulteriormente questo stato di cose, che pregiudica il lavoro e depaupera le risorse di tutti gli italiani.   

Tags: Marzo 2016 lavoro sindacato Ubaldo Pacella Cisl Flaei

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