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FRANCESCO TAGLIENTE: COSì ROMA è MENO VIOLENTA E PIù SICURA

Questore di Roma Francesco Tagliente

Dirigente generale della pubblica sicurezza, Francesco Tagliente ha assunto il 2 agosto 2010 l’incarico di questore di Roma ad oltre 40 anni dal suo ingresso nella pubblica sicurezza e a circa 25 dal giorno in cui divenne capo della sala operativa della stessa Questura romana. In tale periodo ha avviato un progetto pluriennale per l’informatizzazione del sistema di comando e controllo della città, concluso nel 1995. Capo di gabinetto di quattro questori di Roma, si è occupato della gestione di tutti i servizi di ordine e sicurezza pubblica nella provincia di Roma, compreso lo svolgimento del Giubileo del 2000: in tale occasione fu nominato dirigente superiore della Polizia e incaricato di seguire, dalla Presidenza del Consiglio, la sicurezza e la mobilità nazionale in occasione della Giornata mondiale della gioventù.
Dal 2000 al 2006 ha diretto l’ufficio Ordine pubblico del Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, poi ha curato il coordinamento nazionale delle misure di sicurezza in occasione di grandi eventi internazionali svoltisi in Italia: semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, firma del trattato costituzionale europeo, cerimonia funebre di papa Giovanni Paolo II, cerimonia di insediamento di papa Benedetto XVI. Ha anche coordinato la sicurezza delle olimpiadi invernali di Torino 2006. Dal 2006 al 2010 è stato questore di Firenze raggiungendo un triplice risultato: una tendenziale diminuzione dei reati nel corso dei tre anni e mezzo di gestione e la sensazione di una maggiore tutela del cittadino da parte delle forze dell’ordine, mentre nel settore dell’ordine pubblico ha privilegiato il dialogo e la mediazione con i promotori delle manifestazioni garantendo il pacifico svolgimento degli eventi. In campo sportivo, infatti, ha instaurato un costante confronto con le tifoserie ricreando un clima di serenità e di vero spirito sportivo negli stadi ed evitando la presenza della Polizia nel loro interno. Con lo stesso spirito e con gli stessi positivi risultati sta svolgendo il proprio compito in una città dai problemi molto più numerosi e molto più gravi.
Domanda. Quali principi ispirano la sua azione?
Risposta. Seguo due punti fermi nella gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica. Il primo consiste nel procedere secondo il metodo del doppio binario che adotto da tempo, caratterizzato da un lato da una grande attenzione nei confronti dei diritti dei cittadini, in particolare del diritto di sentirsi sicuri; dall’altro dall’estremo rigore nei confronti di chi viola la legge. Il secondo punto è la preferenza per una politica di «esaltazione dell’inchiostro», come io la chiamo, piuttosto che per il ricorso a strumenti dissuasivi. In pratica, ritengo più utile inviare informative di reato all’autorità giudiziaria che eseguire interventi con contingenti della forza pubblica. Propendo per il momento dell’inchiostro anziché quello del lacrimogeno e del manganello.
D. Come attua in particolare questo metodo?
R. Sono fautore di una politica della sicurezza basata sul partenariato, cioè sul coinvolgimento dei rappresentanti di amministrazioni pubbliche, enti e aziende che, a vario titolo, sono chiamati a concorrere, nella veste di attori e non di comparse, nella realizzazione della sicurezza. Questa è un bene che va costruito e alimentato giorno per giorno grazie all’attività degli operatori di Polizia, impegnati nel crearla e nel diffonderla non solo dalla mattina alla sera ma in tutto l’arco delle 24 ore. E per fare ciò devono essere fortemente motivati. Un altro punto di forza è costituito proprio dalla capacità di motivare le forze di Polizia con l’esaltazione dei valori positivi, le gratificazioni nei confronti degli uomini, la capacità di saper dire grazie a chi contribuisce a raggiungere un risultato positivo, insomma con la cosiddetta «pacca sulla spalla» da parte del capo, che può essere rappresentato dal questore pro tempore e alla quale si unisce il sorriso della gente che riconosce l’attività svolta dall’operatore di Polizia.
D. Con quali mezzi si può raggiungere lo scopo della sicurezza?
R. Con il complesso delle attività di polizia amministrativa, operativa, investigativa e di quella finalizzata all’ordine pubblico, ma anche attraverso la comunicazione, rivolta sia all’interno sia agli organi di informazione, per fare in modo che i cittadini conoscano tutto quello che viene fatto nel loro interesse per garantire appunto la loro sicurezza. L’attività amministrativa viene svolta sistematicamente da parte dell’ufficio di Polizia amministrativa centrale, coadiuvato dagli uffici amministrativi di tutti i 49 commissariati distribuiti nella provincia di Roma. Sono numerosissimi i controlli amministrativi, soprattutto quelli diretti a rendere vivibili le notti, a ridurre l’uso di sostanze alcoliche e di stupefacenti, ad eliminare il disturbo e a contenere l’occupazione delle piazze durante le ore notturne, soprattutto il fenomeno della cosiddetta movida.
D. Quali misure vengono attuate per prevenire, in particolare, i reati contro il patrimonio?
R. La lotta contro i reati cosiddetti predatori, ossia furti e rapine, viene attuata attraverso un continuo controllo e pattugliamento del territorio, con interventi diversificati e realizzati a pelle di leopardo o a singhiozzo, per non far conoscere le disposizioni e i piani relative all’attività delle Forze dell’ordine. Spesso il controllo di alcune aree del territorio viene compiuto «a saturazione», un metodo che costituisce un forte deterrente. Per Roma mi riferisco in particolare a zone periferiche come quelle di San Basilio e di Tor Bella Monaca, ma anche all’area centrale di San Lorenzo. La zona della stazione Termini e altre centrali sono oggetto di operazioni ripetute, perché è necessario che chi arriva in questa città trovi una «vetrina» di legalità.
D. Come è possibile che questo avvenga, se in molte strade si esercita la prostituzione?
R. Svolgiamo una continua azione di contrasto, in particolar modo verso la prostituzione esercitata lungo le strade d’ingresso alla città, perché chi arriva a Roma entra nella capitale d’Italia, e non deve essere accolto da viali popolati da una serie di ragazze che si prostituiscono ai loro margini. Anche in questo campo l’attività della Polizia viene svolta con grande impegno e determinazione, tanto che abbiamo ottenuto una riduzione del numero dei soggetti dediti a tale attività e un loro spostamento in altre zone, riducendo o eliminando i disagi per abitanti e visitatori della città.
D. Quanto sono impegnativi per la Questura, a Roma, i problemi di droga e di mantenimento dell’ordine pubblico?
R. La lotta alla diffusione di sostanze stupefacenti viene condotta dagli uffici investigativi e operativi attraverso continue operazioni, massicci sequestri, perquisizioni e arresti. L’ordine pubblico viene mantenuto con un’azione svolta con professionalità sempre maggiore dagli operatori, soprattutto dai reparti inquadrati. Un esempio è il recente, tradizionale derby svoltosi nello stadio Olimpico mercoledì 19 gennaio scorso tra le squadre di calcio cittadine della Roma e della Lazio, storicamente ritenuto a rischio di disordini e di violenze, e che alla vigilia dell’evento si presentava con tutte le caratteristiche della guerriglia urbana. Invece si è giocato, di sera, in uno stadio affollato anche da migliaia di bambini, e si è avuta una grande dimostrazione di sicurezza. Non sono stati necessari nessun lancio di lacrimogeni e nessuna manganellata; non si è verificato nessun contatto tra le opposte tifoserie grazie all’intervento selettivo dei contingenti della forza pubblica. Unici incidenti registrati, il lancio di un sasso contro un autobus di una squadra, qualche ora prima dell’incontro e a distanza dallo stadio, e un ragazzo ferito a un gluteo. Di fronte a questi due fatti negativi, la Polizia ha arrestato 6 tifosi, ne ha denunciati una cinquantina, ha sequestrato «bomboni» e coltelli. Una condotta da manuale, che ha dimostrato come, usando solo l’inchiostro, riusciamo a scoraggiare azioni violente e ad evitare animosità tra tifoserie e forze di Polizia.
D. E nelle manifestazioni di piazza organizzate da sindacati, movimenti e gruppi vari?
R. Stiamo ottenendo gli stessi risultati positivi. Ci siamo trovati a gestire momenti drammatici, nei quali però è prevalso un equilibrio senza precedenti da parte dei funzionari e dei reparti impegnati, e ai quali rivolgo un continuo ringraziamento per la capacità di autocontrollo che dimostrano sulla strada. Lo stesso impegno ed equilibrio emerge nell’attività investigativa, molto importante e delicata, svolta dalla squadra mobile e dalla Digos, comparti operanti in stretto raccordo con l’autorità giudiziaria, attenti a fare in modo che nessun episodio grave resti senza l’identificazione degli autori e assicurando quanto è necessario al lavoro della giustizia.
D. Come viene svolto il servizio del 113?
R. In risposta al ricorso dei cittadini al numero telefonico 113, puntiamo a fornire una risposta ad ogni esigenza dei cittadini. Quando sono arrivato a Roma ho elaborato un progetto che ho sottoposto ai funzionari della Questura, successivamente ai rappresentanti sindacali e quindi ai delegati di enti e aziende. I cittadini devono sapere che, trovandosi in una situazione di disagio o di pericolo, possono contare su un’istituzione, su un’amministrazione pubblica, su un servizio accessibile, disponibile, in grado di fornire le risposte più esaurienti alle loro aspettative. È tale l’attenzione nei confronti dei cittadini che, nonostante io sia alle prese con i tanti problemi e compiti che si riversano sul questore per di più in una città come Roma, ho nel mio ufficio un monitor dal quale posso conoscere in tempo reale il numero degli operatori impegnati a rispondere alle telefonate dei cittadini, il numero dei cittadini che stanno telefonando al 113, il tempo impiegato dagli addetti per rispondere e il tempo in cui rimangono al telefono. È una sorta di termometro dei rapporti tra le istituzioni e i cittadini, tra questi e il 113. Ho fatto installare e potenziare dispositivi simili per la sicurezza della gente. Fanno parte di un progetto che punta a reinformatizzare la sala operativa. in questo momento il monitor indica che gli operatori in servizio nella sala operativa sono 8 ma uno solo è impegnato a rispondere a un cittadino; nessun altro cittadino è in attesa. Giunge un’altra telefonata, lo schermo indica che due cittadini si sono rivolti al 113, che due operatori stanno rispondendo, mentre 6 sono in attesa di altre chiamate. Il tempo impiegato per la risposta è di appena 5 secondi. Se il numero di chiamate supera quello degli operatori in servizio, ordino l’immediato aumento delle unità impiegate.
D. Si trova solo nel suo ufficio questo monitor?
R. Non l’ho fatto installare solo nel mio ufficio ma in tutti gli uffici della catena di comando della Polizia. Costituisce una garanzia assoluta per il cittadino. Questo è il frutto di una mia precedente esperienza professionale; avendo diretto per 10 anni la sala operativa, ho assorbito a fondo la cultura del servizio nei confronti della gente.

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