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ALEXEY MESHKOV: RAPPORTI SEMPRE PIÙ STRETTI TRA FEDERAZIONE RUSSA E ITALIA

Alexey Meshkov

Dal febbraio 2004 ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione Russa presso la Repubblica Italiana, Alexey Meshkov ha una particolare esperienza nel settore diplomatico nel quale opera da oltre 31 anni: dopo la laurea conseguita a Mosca, nel 1981 a soli 22 anni di età, entrò nella carriera diplomatica svolgendo vari incarichi nel ministero russo degli Affari Esteri e nelle sue sedi all’estero. Dopo aver prestato servizio come addetto e terzo segretario nell’ambasciata dell’Urss in Spagna, dal 1986 al 1992 è stato terzo, secondo e primo segretario, quindi capo dell’ufficio del dipartimento della collaborazione tecnico-scientifica del ministero stesso. Quindi per 5 anni è tornato in Spagna come primo segretario, consigliere e primo consigliere dell’ambasciata russa. successivi incarichi: vicedirettore del dipartimento per la cooperazione paneuropea, direttore del dipartimento per la pianificazione della politica estera della Russia. Dal settembre 2001 al 2004 è stato viceministro degli Esteri della Federazione Russa. Ha il rango di ambasciatore straordinario e plenipotenziario ed è stato insignito delle onorificenze russe «Ordine dell’Amicizia» e «Ordine dell’Onore» e di altri titoli. Oltre al russo, parla spagnolo, inglese e italiano.
Domanda. Quali sono i rapporti tra l’Italia e la Russia, anche alla luce degli incontri svoltisi a Mosca a fine aprile tra i rispettivi governanti, e quali i risultati sono stati conseguiti?
Risposta. Gli incontri tra i rispettivi ministri a Mosca si sono svolti secondo una formula particolare, seguita soltanto con la Francia; gli incontri «2+2» offrono infatti la possibilità di affrontare molti argomenti. Pertanto i ministri italiani degli Esteri Giulio Maria Terzi e della Difesa ammiraglio Giampaolo di Paola si sono incontrati con gli omologhi russi Sergei Lavrov e Anatoli Serdjukov, hanno parlato dei rapporti bilaterali e fissato l’agenda dei colloqui di quest’anno. Sarà, come sempre, un’agenda densa e, dal punto di vista pratico, molto efficace perché i rapporti economici fra i due Paesi sono molto consistenti. Lo scorso anno l’interscambio ha raggiunto i 46 miliardi di dollari ed è chiaro che un simile volume di relazioni economiche necessita anche di più profondi rapporti politici. I ministri della Difesa hanno parlato della collaborazione bilaterale tecnico-militare e, dopo, tutti insieme hanno esaminato le varie situazioni internazionali esistenti, dalle crisi regionali alla riforma del Consiglio di Sicurezza, dal nuovo quadro della sicurezza europea al progetto anti-missilistico europeo, insomma tutti i temi di maggior attualità. Successivamente i ministri sono stati ricevuti dal Presidente della Federazione Russa. La visita a Mosca ha confermato il carattere di partenariato strategico dei nostri rapporti in campo sia politico che economico e culturale; per questo ritengo che sia stata molto opportuna e utile.
D. La Russia resterà sempre così amica dell’Italia? Ha intenzione di acquistarvi società o partecipazioni azionarie?
R. L’Italia è senz’altro uno dei più importanti partner della Federazione Russa. Sono in atto e in programma non soltanto investimenti russi in Italia ma anche consistenti investimenti italiani in Russia. Lukoil, azienda petrolifera di bandiera russa, ha acquistato l’Isab, una delle più moderne raffinerie esistenti in Italia e in Europa, investendo oltre un miliardo e mezzo di euro; nelle ultime settimane sono stati annunciati grandi progetti Eni in Russia, dove Enel a sua volta è uno dei più rilevanti investitori stranieri gestendovi un’industria di produzione di elettricità, mentre alcune nostre aziende sono interessate ad investire in Italia. Il vantaggio esistente nei rapporti Russia-Italia consiste nel fatto che le nostre economie sono non soltanto compatibili, ma anche complementari. Non siamo concorrenti ma partner. Questo favorisce lo sviluppo dei rapporti bilaterali che, nonostante la crisi economica, sono cresciuti arrivando quasi al livello pre-crisi.
D. Come sono le relazioni fra il vostro governo e il governo Monti?
R. Tra i due governi si è stabilita e si sta sviluppando un’intensa collaborazione praticamente in tutti i settori, mentre le relazioni bilaterali hanno il carattere di partenariato strategico. La collaborazione russo-italiana ha un fondamento solido, è stata costruita su una forte base giuridica. Tutte le forze politiche che negli ultimi anni sono state al potere in Italia hanno posto la collaborazione con la Russia tra le priorità. Lo sviluppo delle relazioni non dipende dalla congiuntura politica, ma riflette tradizionalmente i reali interessi comuni dei due Stati. Continuano a svilupparsi i progetti congiunti tra dicasteri, regioni, città, imprese. Da parte russa si punta alla più stretta cooperazione con il governo Monti, da parte sua il presidente del Consiglio italiano ha confermato che il partenariato costruttivo con la Russia continuerà a svilupparsi come prima.
D. Quali progetti in campo economico i due Paesi attueranno insieme?
R. L’Italia occupa stabilmente uno dei primi posti tra i partner commerciali della Russia per il volume dell’interscambio. Ai rapporti economici e commerciali i leader dei due Paesi hanno sempre riservato particolare attenzione. Nell’agenda di quest’anno è programmato un nuovo vertice intergovernativo con la partecipazione dei vari ministri e presieduto dal presidente della Federazione Russa e presidente del Consiglio dei ministri italiano. L’anno scorso, come ho detto prima, l’interscambio commerciale è tornato al livello pre-crisi. Gli scambi bilaterali sono cresciuti del 22,6 per cento rispetto all’anno precedente e hanno raggiunto quasi 46 miliardi di dollari. È una cifra consistente e non vogliamo perdere il volume di interscambio realizzato. L’ingresso della Russia nella WTO, Organizzazione Mondiale del Commercio, e la nascita dello spazio economico di Russia, Bielorussia e Kazakhstan, il cosiddetto progetto comune di Eurasia, dovranno portare altri vantaggi alle relazioni economiche bilaterali. Gli imprenditori italiani apprezzeranno debitamente l’unificazione di procedure doganali e le prospettive di accesso al mercato unito dei tre Paesi, che sta attivamente crescendo.
D. Quali sono le voci più importanti della collaborazione in atto fra i due Paesi?
R. Il campo dell’energia. Ma non solo le forniture del gas e del greggio. Lavoriamo insieme nei progetti di prospezione geologica e di estrazione di idrocarburi sia in Russia che in Paesi terzi, e nella realizzazione di nuovi itinerari dei condotti; cerchiamo altre vie promettenti per applicare congiuntamente i nostri sforzi tecnologici. Insieme all’Eni e all’Enel nella Federazione Russa operano circa 500 imprese italiane, attive nelle telecomunicazioni, nei comparti auto, elettrodomestici e banche. Sia la Russia che l’Italia sono interessate alla diversificazione dei rapporti economici, dal settore commerciale e industriale a quello delle finanze e degli investimenti reciproci, inclusi quelli russi in Italia. A questo proposito ritengo necessario lo sviluppo della nostra collaborazione nel settore delle alte tecnologie, nelle quali l’Italia è da tempo all’avanguardia: telecomunicazioni, spazio, aeronautica, trasporto ferroviario, farmaceutica, industria chimica, bio e nanotecnologie, e in una serie di altre sfere.
D. Come ha affrontato la Federazione Russa la crisi economica mondiale ancora in atto?
R. Ha superato con successo la fase della crisi che ha condizionato l’economia mondiale negli ultimi anni. Nel 2011 il prodotto interno nazionale si è incrementato del 4,2 per cento, il saldo dei nostri scambi commerciali con l’estero è fortemente positivo, non abbiamo problemi con debito estero. Le nostre riserve auree sono terze nel mondo e si sta migliorando la situazione demografica. Però siamo ancora in ritardo in termini di produttività e di efficienza energetica. Il consolidamento dei nostri sforzi lungo queste direttrici potrebbe avere un effetto positivo multiplo, assicurerebbe sia alla Russia che all’Italia posizioni di leader nei mercati mondiali.
D. Lei rappresenta la Russia anche nella Fao. Qual è la politica russa nel campo della sicurezza alimentare?
R. La collaborazione con le agenzie Onu a Roma, responsabili per una serie di questioni legate alla garanzia della sicurezza alimentare e allo sviluppo dell’agricoltura, è una delle direttrici più importanti della diplomazia multilaterale russa. Lo sradicamento della fame e della povertà in sostanza è uno dei compiti prioritari degli «obiettivi di sviluppo del millennio», concordati dalla comunità internazionale. Oggi, a distanza di sei anni dall’adesione della Russia all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, il nostro Paese partecipa attivamente alla formazione dell’agenda politica e gioca un ruolo sempre più importante nella definizione delle direttrici strategiche dello sviluppo dell’organizzazione. La Russia è uno degli operatori più influenti nell’arena del Comitato per la Sicurezza alimentare mondiale, che funziona su base Fao e, dopo la crisi alimentare del 2008, è stato trasformato nella maggiore piattaforma politica per il dialogo tra Stati, organizzazioni internazionali, società civile e settore privato. È molto significativo che le iniziative internazionali sulla sicurezza alimentare, elaborate nell’ambito del comitato, siano finalizzate ed abbiano un’importanza pratica per i Paesi che hanno sofferto di sconvolgimenti globali nei mercati alimentari, oppure di calamità impreviste. Gli esperti russi per i canali della Fao partecipano in base permanente all’elaborazione dei programmi concreti di sostegno ai Paesi nonché degli atti normativi nel campo dell’agricoltura, delle risorse forestali e ittiche, delle misure fitosanitarie e degli standard alimentari.
D. La crisi ha ridotto gli aiuti?
R. Anzi, in quanto donatore, la Russia sta intensificando attivamente i propri aiuti ai Paesi più fragili e affamati nelle diverse regioni del mondo. Malgrado i fenomeni di crisi nel sistema finanziario mondiale che hanno costretto molti donatori a ridurre gli aiuti rivolti all’esterno, il nostro Paese ha conservato e, per di più, ha anche aumentato i propri impegni. Il contributo annuo della Russia al fondo del WFP ha raggiunto il nuovo record di 38 milioni di dollari nel 2011, superando di tre volte quello del 2008, anno di inizio della crisi alimentare. Inoltre, il nostro Paese ha riconfermato il proprio status di donatore pluriennale del Programma, garantendo in modo stabile e sostenibile le risorse per i progetti per molti anni a venire. La Russia attribuisce una grande importanza agli sforzi a lungo termine per combattere la fame, per consolidare il potenziale nazionale dei Paesi destinatari, per ridurre la loro dipendenza dagli aiuti esterni e, alla fine, per permettergli di liberarsi dalla dipendenza dai donatori.
D. Come spiega un così vasto consenso da parte della popolazione verso il presidente Vladimir Putin?
R. Negli ultimi anni abbiamo vissuto cambiamenti colossali. Rispetto agli anni 90 del secolo scorso la Russia di oggi è, di fatto, un altro Paese. In questo periodo la società russa si è sottoposta al difficile processo di riforme. Si è riusciti a rianimare le strutture statali e a ridare al Paese lo status di una delle maggiori potenze mondiali e di uno dei sistemi economici più grandi. Tutto ciò ha richiesto grandi sforzi e risorse. Dopo aver superato la crisi di sistema, ci siamo avviati nella traiettoria della coerente crescita economica e sociale. Si è ristabilito l’ordine nel Paese, si è consolidato il potere, si è alzato il tenore di vita della popolazione. Un successo rilevante della Russia è stata la creazione, «veramente da zero», delle istituzioni del potere democratico. Il loro coerente sviluppo e consolidamento è il compito dei prossimi decenni.
D. Come si spiega l’alta popolarità del presidente Putin fra la maggior parte dei cittadini russi?
R. Non deve sorprendere. La sua vittoria alle elezioni presidenziali, con il 63 per cento dei voti evidenzia che la politica che sta realizzando - di sviluppo complesso della Russia, di rinnovamento e modernizzazione del Paese, di rafforzamento del suo ruolo nei processi globali -, corrisponde agli interessi e alle speranze dei cittadini. Il nuovo periodo presidenziale gli permetterà di continuare il lavoro sull’ampio programma delle riforme sociali ed economiche, le cui conseguenze positive debbono coinvolgere tutti i russi. La gente capisce tutto ciò e perciò sostiene proprio questo statista. Un’alternativa al corso politico di Putin nella Russia di oggi non esiste.
D. Quali sono i progetti allo studio per il futuro?
R. Quasi tutti si concentrano nel campo delle innovazioni e delle alte tecnologie e prevedono l’attrazione di grandi investimenti. In questo periodo in Russia si sta svolgendo un ampio programma di modernizzazione complessa dell’economia. Appunto rispondendo a questa sfida, essenziale per il nostro Paese, alla fine del 2010 è stato siglato il memorandum per le questioni del partenariato per la modernizzazione fra la Russia e l’Italia. Attualmente si stanno realizzando alcuni progetti nel campo aero-spaziale, nell’industria aeronautica, nella costruzione di elicotteri, nella modernizzazione dei trasporti ferroviari, nelle telecomunicazioni, nelle poste ecc.
D. Può ricordarne qualcuno?
R. Basterebbe ricordare la costruzione del nuovo aereo passeggeri Superjet 100, l’introduzione del sistema complesso di gestione e garanzia del movimento sicuro dei treni con l’impiego delle tecnologie satellitari di navigazione Glonass-Gps-Galileo, l’elaborazione del nuovo programma per la gestione degli uffici postali. Si procede con la cooperazione per l’innovazione nel settore energetico. Soltanto la costruzione del gasdotto South Stream, pianificata per concludersi nel 2015, richiederà di attuare diverse nuove soluzioni tecnologiche. Sembra futuristico ma è reale l’esempio del partenariato fra Enel e la compagnia russa Inter Rao Ues per la creazione del tokamak, il reattore termonucleare sperimentale Ignitor. La realizzazione del programma potrebbe diventare un episodio davvero straordinario nel campo della sintesi termonucleare. La parte italiana potrebbe partecipare ad alcuni progetti nell’ambito della modernizzazione dell’esercito russo. Una serie di progetti comuni in questa direzione è in fase di realizzazione; un altro compito importante sta nella preparazione ai giochi olimpici invernali a Sochi nel 2014.
D. Qual è questo programma?
R. Stiamo studiando con attenzione l’esperienza di Torino 2006. Varie società italiane già ora si occupano della costruzione degli impianti per le olimpiadi. Un altro evento di rilievo dell’anno corrente è stata la decisione della Fiat di consolidare le proprie posizioni nel mercato russo della produzione automobilistica. Si tratta dell’unico mercato automobilistico che ha registrato una crescita, in Europa, anche durante la crisi, e il progetto italiano a mio avviso ha tutte le possibilità di successo. Speriamo che l’alta qualità del fuoristrada che si intende proporre nel mercato russo sia apprezzata dagli esigenti consumatori locali.
D. Cosa le ha dato più soddisfazione nelle azioni svolte in questi anni?
R. Abbiamo fatto molto. La nostra cooperazione ha ottenuto il livello della partnership strategica. Oltre alla politica e all’economia, il tratto distintivo dei legami tra i nostri popoli è la cultura. A questo riguardo non posso fare a meno di sottolineare l’esito degli «anni incrociati» della cultura e della lingua russa che si è avuto nei nostri Paesi. Nel quadro dell’anno infatti sono stati realizzati più di 700 eventi in entrambi i Paesi. Hanno dato un forte impulso allo sviluppo dei rapporti bilaterali nell’ambito della cultura. Gli «anni incrociati» hanno permesso non solo di sostenere i nostri tradizionali progetti culturali ma anche di realizzare nuove iniziative che hanno arricchito i rapporti spirituali ed artistici. Tra gli altri eventi vorrei evidenziare l’apertura a Roma in piazza Cairoli del Centro russo di scienza e cultura, il primo nella storia dei rapporti bilaterali.
D. Quali attività svolge?
R. Dovrebbe diventare il principale ente di promozione della cultura e della scienza russa in Italia. Cogliendo l’occasione, invito tutti i nostri amici italiani a visitare questo centro che si trova a Roma in piazza Benedetto Cairoli 6. Le informazioni sui programmi sono contenute nel sito https://ita.rs.gov.ru/it. All’Italia non ci uniscono solo stretti legami culturali ma anche l’affinità spirituale. Per questo è piacevole rendersi conto che in questi anni è stata costruita la nuova chiesa ortodossa russa della grande martire Santa Caterina vicino alla residenza dell’ambasciata Villa Abamelek, nel rione delle fornaci. Oltre ad essere un punto di riferimento religioso per migliaia di russi che visitano la città eterna, questa chiesa rappresenta anche un particolare centro culturale e spirituale, vanta una biblioteca e una scuola parrocchiale. Vorrei sottolineare che da alcuni anni fra i nostri Paesi funziona attivamente il Foro di dialogo italo-russo delle società civili. I suoi incontri si svolgono in Italia e in Russia, e si realizzano iniziative interessanti in vari ambiti. È un altro campo nel quale interagiscono con successo e si scambiano opinioni non solo politici e imprenditori, ma anche intellettuali, artisti e giornalisti.

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