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LINO GIROMETTA: DIFESA SERVIZI SPA, UNA MINIERA PER L’ECONOMIA CIVILE

a cura di
ANNA MARIA BRANCA

Laureatosi in Ingegneria civile con 110 su 110 all’università di Genova con una tesi su «Elaborazione informatica della teoria della Tension Styffening per travi e telai e sua applicazione al contenitore di una centrale nucleare assoggettato alle sollecitazioni derivanti da incidenti», Lino Girometta ha conseguito poi l’abilitazione all’esercizio della professione. Successivamente si è specializzato nel Politecnico di Milano in metodi di calcolo dell’ingegneria strutturale, analisi dei fenomeni di danno e frattura, recupero di risorse dai rifiuti solidi, sicurezza nei cantieri, calcolo agli stati limite del cemento armato e ingegneria sismica. Ha lavorato in grandi aziende nelle quali ha ricoperto ruoli di massima responsabilità operando in vari settori: costruzioni civili e aeroportuali, rifiuti speciali, reti di telecomunicazione, servizi industriali e servizi pubblici, editoria ed altro. Dal marzo 2011 è amministratore delegato di Difesa Servizi spa, società in house costituita per valorizzare economicamente l’immenso patrimonio di immobili e asset della Difesa, in gran parte dismessi o sottoutilizzati.
Domanda. Quando è nata Difesa Servizi spa e con quali programmi?
Risposta. Difesa Servizi nasce nei primi mesi del 2011, ma diventa operativa in luglio, alla firma del contratto di servizio tra il generale Armando Novelli, presidente della società, il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate e il segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, generale di squadra aerea Claudio De Bertolis. Gli obiettivi sono essenzialmente economici. A tale riguardo ricordo che abbiamo chiuso il primo esercizio, cominciato solo oltre la metà dell’anno 2011, con una limitata attività, fatturando poco meno di un milione di euro e realizzando circa 30 mila euro di utile netto. Successivamente abbiamo chiuso il secondo esercizio, riferito all’anno 2012, con un fatturato di circa 5 milioni di euro e circa 300 mila euro di utile. Ai quasi 5 milioni di fatturato generato dalle nostre attività, occorre sommare altri 2 milioni di euro circa, recuperati attraverso il servizio di Tesoreria che svolgiamo per alcune forze armate in ordine ai servizi sanitari offerti da queste ultime. Ciò comporterà una cifra d’affari complessiva di quasi 7 milioni di euro ed una restituzione alle FF.AA., per i meccanismi cui è assoggettata la contabilità di Difesa servizi, di quasi 6 milioni. Alla luce di ciò possiamo dire di aver abbondantemente superato l’obiettivo postoci nel budget, di un fatturato di 4,5 milioni di euro. In questo arco di tempo abbiamo concluso quasi tutte le iniziative nel settore fotovoltaico. Le stesse hanno purtroppo subito un drastico taglio da Sovrintendenze, Uffici tecnici comunali, opposizione di ambientalisti e di comitati che non hanno permesso di realizzare una quota consistente di impianti fotovoltaici a terra e sui tetti delle caserme.
D. Che avete fatto in altri campi?
R. Nel servizio meteo abbiamo quasi raddoppiato il numero dei contratti. Abbiamo acquisito la gestione economico-finanziaria dell’Istituto di Medicina legale dell’Aeronautica Militare e dell’Ospedale Celio di Roma che gestisce la sanità dell’Esercito. Abbiamo assunto e valorizzato, moltiplicandone i risultati economici, i marchi dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica Militare. Abbiamo sottoscritto la convenzione per l’uso e la valorizzazione del marchio dei Carabinieri ed attendiamo alcuni passaggi burocratico-procedurali per la definitiva registrazione presso la Corte dei Conti.
D. Perché questi tempi lunghi della burocrazia?
R. Difesa Servizi è una società per azioni che opera sul mercato ed è quindi dotata dello spirito di quest’ultimo, che è fatto essenzialmente di velocità nell’intrapresa e nelle decisioni. L’azionista di Difesa Servizi è il ministro della Difesa il quale deve sottostare alle regole del mondo pubblico che ha una diversa velocità. E non certo per colpa dell’attuale ministro che è persona di straordinaria capacità di lavoro e dalle decisioni, se possibile, ancora più rapide di quelle nostre. Ed altro ancora.
D. Può illustrare altre attività?
R. Lo scorso anno abbiamo affittato lo specchio d’acqua dell’arsenale militare di Venezia al Comune per permettere l’ospitalità dell’America’s Cup; è stata un’esperienza interessante e di grande impatto mediatico per la nostra società. Abbiamo poi assunto la gestione della rivista Aeronautica; affittato il faro di Capo San Marco, nel comune di Cabras in provincia di Oristano, a Rocco Papaleo per girare il suo ultimo film che sarà proiettato nelle sale a fine estate. A La Spezia, ove collaboriamo fattivamente con l’ammiraglio Andrea Toscano, che è persona di rara visione e disponibilità al nuovo, abbiamo affittato alcuni immobili industriali a società leader mondiali nei loro settori legati strettamente alla nautica militare. Con il comune di La Spezia stiamo trattando la cessione di una porzione di un altro edificio in cui dovrebbe trovare ospitalità l’università di Genova, segnatamente la facoltà di Ingegneria navalmeccanica. Sempre con la stessa amministrazione, che ha colto la velocità di azione di Difesa Servizi, stiamo trattando l’uso del centro sportivo «Montagna» della Marina Militare con l’obbiettivo di renderlo fruibile a tutta la popolazione. Così pure con altro soggetto privato la realizzazione di un’innovativa attività all’interno dell’ospedale militare. Con la Fondazione della cassa di risparmio della stessa città stiamo trattando la cessione di un altro compendio immobiliare per realizzare un’iniziativa di natura pubblica sociale.
D. Nel campo editoriale che cosa intendete fare?
R. Stiamo gestendo tutte le pubblicazioni dell’Esercito, nonché l’attività dell’Istituto Geografico Militare, un ente fondamentale e ricco di storia che realizza le carte topografiche italiane essendo diventato la fonte di tutta la topografia nazionale. Siamo in attesa della definizione degli ultimi adempimenti burocratici da parte dei soggetti cui le nostre convenzioni sono inviate per visione e controllo in riferimento alla convezione, già firmata, relativamente all’Istituto idrografico militare della Marina e del Centro informazioni geotopografiche aeronautiche, autore delle carte aeree. Abbiamo preso in carico il Museo della Marina Militare di Venezia che cercheremo di valorizzare nel modo migliore restituendolo, mediante un’attività che dovrà essere redditiva, alla città. Abbiamo preso in carico l’idea di poter sfruttare un numero sterminato di fari, lungo le coste della Penisola, per i quali avevamo in mente l’ambizioso progetto di stabilire, attraverso una società interessata, un’intesa per installare sugli stessi dei piccolissimi rilevatori delle condizioni meteo-climatiche al fine di formulare previsioni mirate per i diportisti. Pensiamo anche, ma tale convenzione è ancora allo studio della Difesa, di destinarne alcuni ad iniziative turistico-immobiliari permettendo la loro trasformazione in resort di lusso.
D. Non possono servire per le comunicazioni telefoniche?
R. In materia di telefonia abbiamo acquisito la disponibilità di 114 siti, tra cui alcuni fari, su cui installare antenne per la radiofonia mobile; è in fase di svolgimento la gara per la concessione agli operatori telefonici interessati. Abbiamo sottoscritto una convenzione con la Marina Militare per l’uso di unità navali al fine di consentire, per esempio, ad aziende private di pubblicizzare i loro prodotti su di esse. L’attuazione di queste e di altre iniziative richiede tempo, impegno, fatica e una serie di verifiche approfondite da parte della Difesa. La morale che si può trarre dalla nostra attività è la seguente: in tempi di spending review e di grandi difficoltà economiche Difesa Servizi spa, anziché spendere, cerca di guadagnare.
D. Quando non vi saranno più asset da valorizzare che cosa farà Difesa Servizi spa?
R. Probabilmente prima di valorizzare tutto ciò che è valorizzabile nell’articolato mondo della Difesa penso trascorreranno molti anni. Comunque Difesa Servizi può operare anche come centrale di committenza e in una serie di settori, quali per esempio l’energia, per la quale è estremamente sensibile. La Difesa, com’è giusto, sa svolgere benissimo il proprio compito, ma per esercitare attività di tipo promozionale, commerciale e di valorizzazione, in altre parole attività imprenditoriale, serve altro. E questa è stata la grande intuizione del precedente Governo nell’istituire Difesa Servizi spa. I primi risultati ottenuti, sia pure tra mille difficoltà, confermano la bontà delle scelte compiute.
D. Come scegliete i progetti?
R. Li individuiamo attraverso tre possibili canali: il mercato, che porta l’operatore privato a proporre un’attività che coinvolge un asset della Difesa, il nostro intuito e la capacità di individuare possibili business, come nei casi della telefonia mobile e del fotovoltaico, direttamente attraverso il mondo della Difesa che si fa parte diligente nell’individuare asset valorizzabili. Gli atti costitutivi della società stabiliscono che il ministro indichi specifiche attività. Purtroppo dall’idea alla sottoscrizione di una convenzione che consenta di avere nella nostra disponibilità un bene specifico trascorre molto tempo, perché la Difesa deve verificare la compatibilità delle ipotetiche attività con quell’immobile o quel tipo di asset. Dopo la sottoscrizione della convenzione, occorre altro tempo per la valutazione della Ragioneria generale dello Stato e per la registrazione alla Corte dei Conti, quindi si avvia la gara o la trattativa coi soggetti interessati.
D. Non è possibile accelerare?
R. La formula ideata dall’allora ministro Ignazio La Russa e dal sottosegretario Guido Crosetto è stata felice, ma bisognerebbe dare più muscoli alle gambe di questa società affinché possa correre più velocemente, e renderla anche un po’ più indipendente dalla burocrazia, quantomeno riducendo quest’ultima al minimo. Divenuta ancora più efficiente, la società potrebbe ampliare l’attività in altri settori. La Difesa possiede asset estremamente interessanti e di straordinaria bellezza, tecnologia, competenze e intelligenze che permettono di fruire di servizi straordinari.
D. L’abolizione della leva militare obbligatoria ha comportato il disuso di immobili? Ci sono immobili della Difesa che presentano caratteristiche particolari?
R. La Difesa dispone di 16 mila alloggi per i militari. Un patrimonio che potrebbe essere gestito in modo imprenditoriale come ho avuto modo di fare in due precedenti esperienze, dando maggiore soddisfazione a chi vi abita, attuando manutenzioni e servizi, cercando di rendere la loro gestione quanto più redditizia possibile a beneficio della Difesa. Un altro campo nel quale Difesa Servizi potrà offrire la propria attività è la gestione dei centri ricreativi e di benessere delle diverse FF.AA.
D. E che cosa ne potreste fare?
R. Ad esempio trasformare alcuni di questi centri, che godono di posizioni invidiabili, in centri turistici fruibili non solo dal mondo militare. Una gestione più articolata e sviluppata nell’arco dell’anno assicurerebbe un reddito molto più elevato. Si tratta di prospettive estremamente interessanti.
D. Come riuscite ad assicurare una gestione manageriale?
R. Attraverso il nostro personale che è costituito da ufficiali e sottufficiali delle diverse forze armate dotati di competenze e professionalità specifiche. Abbiamo avvocati, laureati in economia, ingegneri, architetti, geometri, ragionieri ed altro. Personale a cui va il mio ringraziamento perché, da subito ha creduto alla nuova attività e vi si è prontamente dedicato per cui eccellenti ufficiali e sottufficiali di forza armata si sono trasformati in ottimi manager.
D. Come sono accolti i vostri criteri di gestione?
R. Lavorando duro, senza pausa e senza lamentarsi, abbiamo portato rilevanti risultati economici e di immagine. In tale modo ritengo siano state vinte anche quelle naturali resistenze che si potevano registrare all’inizio dell’avventura, e che nascevano dall’inevitabile incertezza di chi muoveva i primi passi. Avendo organizzato un eccellente management composto di militari che testimoniano ogni giorno il nostro impegno e serietà, abbiamo confermato il lavoro svolto e non certo l’uso di cariche sociali per un pur legittimo sentimento di ambizione personale. Infine abbiamo avuto la straordinaria fortuna di avere il generale Armando Novelli come presidente della società. Non è solo una persona dalle straordinarie qualità umane e capacità intellettuali ma dalla statura confrontabile con i migliori servitori dello Stato. Mai mi sarei aspettato di trovare una così grande sensibilità nei rapporti umani e un così grande acume nel capire immediatamente l’attività e la complessità di una società come Difesa Servizi. A lui va un ringraziamento particolare per come ha saputo reinterpretare il nuovo ruolo cui la Difesa l’ha destinato.        

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