VINCENZO TAGLIAFERRO: L'EVOLUZIONE DEL SISTEMA FINANZIARIO SAMMARINESE
Intervista al direttore generale della Banca di San Marino
Vincenzo Tagliaferro è professore nella Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Parma, in cui insegna analisi dei Sistemi Finanziari e Finanza; direttore generale del Gruppo Banca di San Marino e vicedirettore generale dell’Associazione Bancaria Sammarinese è autore di varie pubblicazioni sugli aspetti commerciali del sistema bancario e finanziario. Dopo la laurea in Economia e Commercio conseguita nel 1969, vince una borsa di studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche per attività di studio e ricerca nel campo della Finanza aziendale iniziando così una carriera in ambito bancario e finanziario che lo coinvolgerà in ogni sua scelta.
Intraprende infatti la carriera sia di docente universitario che lo vede ricoprire negli anni vari incarichi tra cui la cattedra di Marketing bancario e Servizi finanziari presso la SDA Bocconi di Milano, sia bancaria nella quale raggiunge la posizione di direttore centrale capo dell’Area Sviluppo commerciale dell’intero Gruppo Banca di Roma. Via via espande le proprie collaborazioni diventando consigliere in più di 20 aziende del settore bancario e parabancario.
Intraprendente e dalla forte personalità, nel 2008 Tagliaferro si trasferisce a San Marino, Paese apparentemente tranquillo nel quale si trova a fronteggiare non solo la crisi globale dell’intero settore finanziario, ma anche i difficili rapporti tra San Marino e la vicina Italia. Destinato a lasciare traccia anche nella più piccola Repubblica del mondo, guida come direttore generale, con grande dinamismo e lungimiranza, la Banca di San Marino, maggiore gruppo bancario sanmarinese, e assiste il Paese nella ricerca di traguardi per una significativa evoluzione del territorio. In questa intervista Vincenzo Tagliaferro delinea le strategie e le prospettive future del sistema finanziario sammarinese.
Domanda. Come ha reagito il sistema finanziario sammarinese alla crisi mondiale iniziata nel 2008?
Risposta. La recessione globale, ma soprattutto l’inasprimento dei rapporti con l’Italia e il condono fiscale con l’uscita di un terzo della raccolta totale, hanno profondamente cambiato il sistema finanziario sammarinese, cresciuto fino al 2009 con un ritmo rapidissimo, raddoppiando il numero di banche e finanziarie. Per San Marino è stato necessario modificare l’operatività, gli assetti, i regolamenti e le normative, allineandoli ai requisiti internazionali dettati dall’Ocse e dagli standard del Moneyval. Nonostante le difficoltà, il settore bancario e finanziario è riuscito a realizzare un cambiamento senza eguali, superando con estrema diplomazia le pesanti incertezze. La capacità di resistenza al deflusso dei capitali e il mantenimento del livello di sostegno alle famiglie e alle imprese, raggiunti nel medesimo contesto, hanno dimostrato la solidità del nostro sistema finanziario e la sua capacità di fare fronte al mercato anche nei momenti più bui. Per questo siamo convinti che bisogna rilanciare, le necessità sono cambiate, oggi siamo sicuri di avere le basi idonee per continuare questa evoluzione che ci porterà a consolidare il settore a livello globale.
D. Quali saranno, quindi, le iniziative concrete che intendete attivare per rilanciare il settore?
R. L’Associazione Bancaria Sammarinese, in cui rivesto il ruolo di vicedirettore generale, ha rilevato nell’autunno 2011 la necessità di produrre uno studio finalizzato alla riorganizzazione del sistema finanziario per costruire nuove basi per la competitività futura. Da qui l’idea di creare un «Libro Bianco» che individui analisi e proposte per il rafforzamento nel breve termine del settore e per il suo sviluppo nel medio e lungo periodo. L’Associazione ha affidato il coordinamento della ricerca alla Fondazione Giovanni Paolo II, ma l’analisi è aperta a tutti gli attori interessati alla comunità sammarinese. Siamo convinti che il progetto di evoluzione del sistema finanziario, presentato lo scorso giugno a Washington nella Broo-kings Institution e volto a far diventare San Marino una piazza finanziaria basata sulla trasparenza, non implichi solo lo sviluppo delle operazioni bancarie e finanziarie ma richieda la qualificazione e la modernizzazione di molti altri settori nell’intero sistema.
D. Quali sono le principali strategie ritenute necessarie per far diventare San Marino una piazza finanziaria competitiva, trasparente e internazionale?
R. Per realizzare una piazza finanziaria è necessario in primo luogo che tutte le controparti, le istituzioni sammarinesi, la comunità sammarinese e gli attori finanziari convergano nella stessa direzione. Le banche dovrebbero mettere in comune le loro risorse, lo Stato dovrebbe realizzare una normativa adeguata, internazionale e capillare che possa dare certezza alle relazioni economiche e industriali; e, soprattutto, tutti i settori del mercato dovrebbero continuare ad investire nella formazione delle risorse umane, prima ricchezza indiscussa di un Paese. Per questo la Commissione consultiva del «Libro Bianco» ha precisato le linee guida da attuare per riformare il sistema finanziario sammarinese.
D. Quale è il livello delle competenze internazionali, della certificazione e della conformità alle procedure internazionali?
R. Grazie alle ridotte dimensioni del proprio territorio, San Marino avrebbe la capacità non solo di sviluppare un sistema finanziario in grado di contribuire al prodotto interno del Paese, ma soprattutto di offrire servizi internazionali specializzati con particolare attenzione all’Europa dell’Est e alla zona del Mediterraneo, adottando standard e procedure internazionali codificate. Circa la certificazione e la conformità alle procedure, il rispetto delle regole e delle norme internazionali darebbe la possibilità al sistema finanziario sammarinese di realizzare una concorrenza basata sulla trasparenza; l’allineamento delle procedure con gli standard internazionali è la chiave per creare una cultura dell’innovazione permanente.
D. Siete dotati delle adeguate tecnologie? Quali i tempi dei necessari interventi e adeguamenti strutturali?
R. In merito alle prime, attraverso adeguati investimenti l’impiego di tecnologie innovative nel settore finanziario può significativamente aumentarne la competitività. Per lo scadenziario degli interventi previsti, il primo passo che verrà attuato dalla Commissione sarà quindi la creazione di un piano pluriennale di riforme che dovranno essere realizzate per portare progressivamente il sistema finanziario sammarinese in linea con gli standard internazionali.
D. Quale sarà l’elemento di successo determinante per lo sviluppo economico e quindi per il sistema finanziario di San Marino?
R. Mi piace che lo sviluppo economico, cioè quello dell’economia reale, venga associato all’evoluzione positiva del sistema finanziario. Forte della sua storia, della sua sovranità e della felice posizione geografica, la Repubblica di San Marino dovrebbe attuare nei fatti la «flessibilità» in tutti i campi. Quindi non solo la flessibilità fiscale, come si è sempre portati a pensare, ma la flessibilità che può offrire un piccolo Stato che punta all’efficienza e ad andare incontro alle esigenze di chi vuole produrre ricchezza per questo Paese. Basato su una soddisfacente patrimonializzazione e sull’interpretazione del nuovo modo di fare banca, il sistema bancario potrebbe garantire quel fattore distintivo che renderebbe San Marino un luogo alternativo per compiere sani investimenti. Lo sviluppo sostenibile nel rispetto delle regole con un sistema completamente flessibile potrebbe costituire una storia di successo di questa Repubblica. Non ci resta che dire «Forza San Marino, puoi farcela».
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