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«La casta» indiana

Non solo alle nostre latitudini ma in tutte le nazioni che hanno visto ispirate le loro legislazioni ai principi della Dichiarazione universale dei diritti umani risulta difficile credere che un Paese possa essersi data proprio l’ineguaglianza come metodo di ordinamento sociale.
È il caso dell’India, malgrado questa abbia adottato un sistema democratico sin dalla conquista della propria indipendenza.
Qui il sistema delle caste resta solidamente ancorato nelle mentalità e nei costumi ed è senza dubbio l’istituzione sociale, economica e politica più rigida nel mondo, che si traduce in una totale e inumana segregazione che affligge tutti gli aspetti della vita quotidiana. La segregazione viene inflitta, in particolare ma non solo, ai cosiddetti fuori casta: gli «intoccabili». Molte civiltà antiche fecero ricorso a una qualche forma di suddivisione in classi: si trattava di far prevalere la superiorità di una categoria sociale su un’altra. Tuttavia, ciò che distingue il sistema induista da tutti gli altri è il fatto che esso trova il proprio fondamento nella religione basandosi su una scala articolata in diversi gradi di ineguaglianza.
Altra peculiarità del sistema indiano è la sua insistenza sul concetto di intoccabilità che nel Sud più tradizionalista del Paese diviene persino di invisibilità, inudibilità e inavvicinabilità.
Proprio per questo motivo la suddivisione in caste segna maggiormente tutti gli aspetti della vita individuale: dal matrimonio, all’alimentazione, sino all’attività lavorativa e professionale. Ogni indù nasce all’interno di una casta ereditaria e preordinata, conseguenza diretta e inevitabile del suo karma.
Da Ghandi in poi, i grandi riformatori che si sono succeduti al potere, pur lottando con forza, non sono riusciti ad abolire le piaghe dell’intoccabilità. Anche gli scrittori, provenienti tanto dai ranghi delle caste quanto da quelli dei fuoricasta, non hanno il confronto con il dramma degli intoccabili, chiedendo ad alta voce il termine di un crimine perpetrato ai danni di cttadini inermi.
In questo libro estremamente ben documentato, l’autrice ripercorre la storia di questa pratica denunciandone gli abusi, gli eccessi e le ingiustizie. Non mancano significativi ed emozionanti esempi del nostro tempo che dimostrano come sia possibile porre rimedio.    

Tags: Ottobre 2015

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