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L’uomo e la guerra

 «Questo libro parla soprattutto dell’esperienza umana» dichiara Max Hastings nell’introduzione a questa imponente storia della seconda guerra mondiale. L’esperienza, innanzi tutto, di milioni di singoli individui, soldati in prima linea o civili schiacciati dalla necessità di sopravvivere nel mondo devastato dalla violenza e dall’orrore.
Attraverso una miriade di microstorie estrapolate dai più diversi scenari del mondo in guerra e costellate di fotografie, aneddoti e testimonianze, Hastings ricostruisce il teatro di un «inferno» globale che non risparmiò alcun angolo del pianeta.
Apprendiamo di aspetti inusitati e raccapriccianti del conflitto, come l’arrivo nella stremata Leningrado di un intero convoglio di gatti per debellare i ratti che si moltiplicavano banchettando con i cadaveri abbandonati nelle strade, o come l’invio di centomila «donne di conforto» tra le truppe nipponiche in Cina, che si aggiunsero alle molte donne del posto ridotte in schiavitù.
Scopriamo che i guerrieri di Hirohito, chiamati YaKe, «stupidi», dai contadini cinesi, acquisirono una triste e nota fama per un crudele trattamento che consisteva nel perforare le gambe delle ragazze disobbedienti con un bambù appuntito.
Nel ripercorrere la Storia che va dall’invasione della Polonia alle atomiche su Hiroshima e Nagasaki, il libro elabora un quadro diverso, completo sul piano geografico - considera per esempio i teatri di guerra di India e Cina, troppo spesso trascurati - e, per molti versi, sorprendente su quello statistico, con numeri che fanno riflettere, come i circa trecentomila soldati russi uccisi dai propri comandanti - più del totale dei soldati inglesi uccisi per mano nemica durante l’intera guerra - o i quindici milioni di morti in Cina. Infine l’analisi storica, non disgiunta da quella militare e corredata da mappe esplicative, propone interrogativi di non poco conto dal punto di vista storico.
Quali strategie, quali fronti, quali divisioni, quali resistenze di massa hanno determinato l’esito storico del conflitto? Quale reale incisività hanno avuto gli Usa e la Gran Bretagna? Quanto preparati nella cosiddetta «arte della guerra» furono i generali dei vari schieramenti? A chi è più giusto attribuire il merito di aver sconfitto Hitler, all’alleanza angloamericana o, considerando i dati storici, ai russi? Non è forse una realtà storica accertata che, già nel dicembre 1941, gli alti funzionari del Terzo Reich capirono che la vittoria militare era diventata impossibile perché la Russia non era stata sconfitta? 

«Inferno. Il mondo in guerra»
di Max Hastings
Neri Pozza Editore - 19,50 euro



Tags: Gennaio 2016

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