Il nostro sito usa i cookie per poterti offrire una migliore esperienza di navigazione. I cookie che usiamo ci permettono di conteggiare le visite in modo anonimo e non ci permettono in alcun modo di identificarti direttamente. Clicca su OK per chiudere questa informativa, oppure approfondisci cliccando su "Cookie policy completa".

SICUREZZA E PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO

di COSIMO MARIA FERRI sottosegretario di stato al ministero della giustizia

La tragedia che si è consumata il mese scorso a Prato ha riportato al centro del dibattito la necessità di intervenire con serie misure che siano reale espressione di una rinnovata cultura della sicurezza e della prevenzione per il rispetto delle regole. Regole poste a tutela dell’incolumità sul posto del lavoro e in difesa della vita e della dignità di tutti i lavoratori, valori essenziali garantiti dalla Costituzione. 
In questa direzione è fondamentale la promozione della cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro. Nei confronti delle imprese, l’azione deve consistere in meccanismi di incentivazione alla predisposizione e divulgazione di buone prassi, linee guida e procedure operative finalizzate alla tutela della salute e dell’incolumità dei lavoratori.
Da un lato le imprese devono essere stimolate alla creazione di corsi formativi e di aggiornamento professionale e all’introduzione di adeguati meccanismi di vigilanza interna sul rispetto delle norme antinfortunistiche; dall’altro, nei confronti dei lavoratori, devono essere parimenti sviluppate le attività di sensibilizzazione al rispetto delle norme.
Il punto di partenza è rappresentato da tutte le azioni necessarie affinché i lavoratori prendano coscienza dei rischi a cui sono esposti nell’ambiente di lavoro e della conseguente necessità di rispettare le regole antinfortunistiche. Una simile azione educativa e culturale non può che prendere avvio già nella scuola. L’obiettivo deve essere quello di sensibilizzare i futuri lavoratori e i futuri datori di lavoro in ordine ai rischi, favorendo la diffusione della consapevolezza e della rilevanza dei temi della prevenzione.
L’azione culturale deve riguardare tutta la società nella consapevolezza che solo in tal modo potranno raggiungersi risultati concreti e non occasionali sul piano della sicurezza sul lavoro. Rispetto agli stranieri e in particolare nei riguardi dei cittadini cinesi, va tenuto conto del contesto culturale  da cui provengono e della condizione di isolamento che vivono nel nostro Paese. In questo caso è più che mai fondamentale un metodo incentrato sul piano educativo-culturale nei confronti di questi lavoratori, attività che dovrà svolgersi anche con l’ausilio di interpreti e di mediatori culturali. In tal modo si potrà far loro comprendere quali siano i rischi che dall’attività lavorativa possono derivare e l’importanza del rispetto delle regole antinfortunistiche.
Nei confronti dei datori di lavoro, invece, il metodo, oltre che il piano culturale, deve riguardare soprattutto quello dei controlli ispettivi e delle sanzioni, considerato che spesso si assiste a forme di sfruttamento disumano dei lavoratori ridotti a una sorta di moderni schiavi. Solo così la tragedia di Prato non sarà sottovalutata; una città nella quale, nel corso di questi anni, realtà invisibili sono cresciute silenziosamente, cittadini cinesi nascosti dentro capannoni trasformati in formicai.
Solo quando avvengono disgrazie così grandi i fantasmi diventano uomini, donne e bambini con un volto e una storia. La prima cosa da imparare, da questi drammi, è che sulla legalità non si possono concedere sconti a nessuno, perché prima o poi il conto arriva. Intervenire, dunque, con una politica a due tempi che sanzioni con adeguate misure repressive ma anche con una decisa azione culturale che abbia come principali interlocutori e protagonisti i lavoratori stessi. Soltanto dove i lavoratori prenderanno consapevolezza dei loro diritti e dei rischi che corrono nel luogo di lavoro si faranno primi promotori della sicurezza.  

Tags: Gennaio 2014

© 2017 Ciuffa Editore - Via Rasella 139, 00187 - Roma. Direttore responsabile: Romina Ciuffa