finanziamento all’esportazione volano della competitività di un prodotto industriale
Il 2013 ci ha confermato la forte crescita di ATR, il costruttore di velivoli regionali basato in Francia, a Toulouse, il quale ha realizzato un nuovo record di vendite con la consegna di 74 velivoli ATR e un fatturato di 1.630 milioni di dollari. Circa 6.000 persone lavorano su questo programma aeronautico internazionale, principalmente in Italia e in Francia. Nel 2014 ATR continuerà ad incrementare la produzione con oltre 80 velivoli, con l’obiettivo di raggiungere il fatturato di circa 2 miliardi di dollari nel 2015. Con un portafoglio ordini di 221 velivoli a fine 2013, i carichi di lavoro sono assicurati per un periodo di almeno 3 anni.
È utile precisare che la crisi delle economie europee e la stagnazione degli investimenti e dei consumi spingono le aziende europee a cercare sbocchi nei mercati dove la domanda è dinamica. In particolare per ATR i mercati esteri rappresentano una grossa opportunità di crescita; le vendite di velivoli ATR sono raddoppiate in pochi anni con domanda sostenuta dai Paesi del Sud Est asiatico e dell’America Latina.
La continua innovazione nel prodotto e nei processi ha permesso ad ATR di internazionalizzarsi e di imporre il proprio marchio nel mondo. La presenza di aerei ATR in 90 Paesi con 190 compagnie aeree ha richiesto una forte dinamica commerciale e naturalmente risorse qualificate. Oltre alla qualità del prodotto e all’efficienza dell’organizzazione, la leva finanziaria assume una spiccata importanza per gli acquirenti esteri ed è parte integrante dell’offerta commerciale dell’esportatore.
Ormai da tempo la concorrenza nei mercati internazionali si gioca non solo sulla qualità del prodotto, ma anche sull’offerta di finanziamento. L’esportatore deve offrire ai propri acquirenti le migliori condizioni di finanziamento. I Paesi più avanzati hanno sviluppato sistemi di finanziamento all’esportazione con assicurazione pubblica. In Italia operano Sace e Simest, in Francia c’è Coface e Natixis. Gli Stati Uniti e il Canada sono molto attivi attraverso rispettivamente Ex-Im Bank e Export Development Corporation.
Nel commercio internazionale si osserva che la capacità dell’esportatore di offrire un finanziamento all’acquirente è sempre più determinante nel processo di selezione del prodotto. Secondo gli ultimi dati disponibili (2012) il credito all’esportazione concesso dai Paesi del G7 (Stati Uniti, Giappone, Germania, Italia, Francia, Regno Unito e Canada) è stato di US$ 74 miliardi con in prima linea l’agenzia americana, Ex-Im Bank, che ha sostenuto esportazioni per US$ 31 miliardi.
Negli ultimi 5 anni gli Stati Uniti hanno fortemente aumentato il finanziamento alle esportazioni con un incremento del 282%. Altri Paesi seguono come il Canada +240%, la Germania +72%, l’Italia +49% e la Francia con solo +29%. Si può facilmente intuire l’impatto di queste politiche sulla bilancia commerciale di tali Paesi. I Paesi emergenti come il Brasile, la Cina e l’India sono intervenuti nel 2012 con la leva del finanziamento all’esportazione per un ammontare di 58 miliardi di US$, di cui 45 miliardi per la sola Cina che ha così superato gli Stati Uniti.
Le agenzie di credito all’esportazione italiane, Sace e Simest, hanno conquistato un ruolo di grande rilevanza sui mercati esteri con notevole beneficio per gli esportatori italiani. Tuttavia, l’ing. Filippo Bagnato, amministratore delegato di ATR, ritiene che questo ruolo debba essere rafforzato attraverso il cosiddetto «direct lending», ossia il finanziamento diretto degli acquirenti esteri. In altre termini le agenzie di credito all’esportazione devono poter proporre direttamente liquidità ai clienti esteri dell’industria italiana a tutto vantaggio del miglioramento della competitività dell’offerta commerciale italiana e conseguentemente del saldo della bilancia commerciale. Alcuni Paesi come gli Stati Uniti e il Canada già operano secondo tale modalità. Gli importi sopra riportati per gli Stati Uniti e il Canada sono un indice dell’importanza accordata da questi due Paesi alle esportazioni e allo sviluppo della loro industria, che si traduce poi in una maggiore capacità d’innovazione, d’investimento e d’incremento dei livelli occupazionali.
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