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ISTITUTO GEOGRAFICO MILITARE DA 150 ANNI AL SERVIZIO DEL PAESE

Confine austriaco. Rilevamento in alta quota sul Picco Palù

Del generale di brigata Giovanni Petrosino, comandante IGM

In collaborazione con lo Stato Maggiore della Difesa

Ente incaricato di realizzare l’immagine geografica ufficiale del Paese, l’Istituto Geografico Militare è un’istituzione unica nel suo genere, la cui attività ha inizio con la nascita dello Stato unitario italiano. L’IGM trae le proprie origini dall’Ufficio Tecnico del Corpo di Stato Maggiore del Regio Esercito Italiano che, nel 1861, aveva riunito in sé le tradizioni e le esperienze del Reale Officio Topografico di Napoli, dell’Ufficio Topografico Toscano e dell’Ufficio Topografico del Regno Sardo, omologhe istituzioni preunitarie. Dopo un breve periodo di attività in Torino, con il trasferimento temporaneo della capitale d’Italia a Firenze nel 1865 l’Ufficio Tecnico fu collocato nell’attuale sede e assunse nel 1872 la denominazione di Istituto Topografico Militare, e nel 1882 quella di Istituto Geografico Militare.
Il primo contributo all’Unità nazionale chiesto alla nuova istituzione fu di fornire una carta del territorio su basi scientifiche per far fronte principalmente alle esigenze di carattere militare, ma l’eredità cartografica preunitaria, ricevuta dal nuovo ente non era delle più esaltanti. Prima dell’unificazione del Regno, il quadro complessivo della situazione cartografica in Italia era caratterizzato da una totale eterogeneità di documenti e da una profonda difformità di inquadramento geometrico del territorio, di scale, di formati, di simboli, di unità di misura delle lunghezze e delle superfici. Molti erano i rilevamenti disponibili negli ex Stati preunitari, ma mancava di fatto l’unificazione delle regole di base, dei criteri scientifici di misura e di rappresentazione grafica del territorio per la realizzazione di un’immagine geometrica, ufficiale ed omogenea della neonata nazione.
La prima, necessaria operazione fu l’avvio delle operazioni d’inquadramento geometrico del territorio, la determinazione cioè di una fitta rete di punti di posizioni note in longitudine e latitudine, ai quali ancorare le rappresentazioni di dettaglio del territorio. L’avvio ufficiale dei lavori di allestimento della Carta d’Italia nella scala 1:100.000, nota anche con il nome di Gran Carta d’Italia al 100.000, risale al 3 febbraio 1875 e fu portato a compimento nel 1903, dando corpo alla più completa e omogenea descrizione cartografica del territorio italiano.
La Gran Carta d’Italia fu divisa in 277 fogli, che coprirono una superficie media di 1.500 chilometri quadrati di territorio, con un taglio geografico, basato sul meridiano di Roma. Per ciascuno di tali fogli furono eseguiti rilevamenti diretti, nel territorio, a scala maggiore, secondo elementi sottomultipli, denominati «quadranti», alla scala 1:50.000, perché costituenti la quarta parte di un foglio alla scala 1:100.000, e «tavolette» alla scala 1:25.000, il documento topografico più caro e ricordato da tutti gli Ufficiali di ogni ordine e grado e dai tantissimi tecnici dell’Amministrazione pubblica e delle professioni: «tavolette» a loro volta costituenti la quarta parte del quadrante, il cui nome derivava direttamente dal più celebre degli strumenti topografici, la «tavoletta pretoriana».
Importanti traguardi al servizio del Paese furono ancora raggiunti in questo campo negli anni che seguirono la realizzazione della Gran Carta d’Italia e sempre l’Istituto Geografico Militare seppe porsi all’avanguardia in ambito europeo per conoscenze scientifiche, per aggiornamento tecnologico, per la precisione e la bellezza delle proprie carte. Notevole fu il contributo offerto in occasione della Grande Guerra, con un’intensificazione delle attività produttive che determinò ben 226 nuovi allestimenti di tavolette alla scala 1:25.000, aggiornate, ridisegnate ex novo e stampate in oltre 20 milioni di esemplari.
Nel 1924 l’ingegnere toscano Ermenegildo Santoni aprì la strada della fotogrammetria aerea, progettando e realizzando all’IGM originali apparati di ripresa aerofotogrammetrica e di restituzione grafica dei rilievi che rivoluzionarono i precedenti metodi di misura, e introdussero in maniera sistematica la fotografia aerea nelle attività di rilevamento del territorio, con notevole riduzione dei tempi di lavorazione in campagna e incremento di precisione geometrica. Nel 1940, fu creato un nuovo sistema geodetico di riferimento, che prese il nome di «Roma 40» e fissò per il territorio italiano l’origine delle longitudini a Monte Mario.
Nel 1960, con la legge n. 68 del 2 febbraio, l’IGM, conservando l’originaria funzione di ente della Forza Armata, viene investito anche di quella di Organo Cartografico di Stato, assumendo per legge la duplice valenza di istituzione civile e militare, al servizio del Paese. Tra il 1964 e il 1965 comincia la produzione della nuova Carta d’Italia alla scala 1:50.000 e viene completata la formazione della Carta d’Italia alla scala 1:25.000, portando a termine l’allestimento di ben 2.298 tavolette ricoprenti l’intero territorio continentale e insulare del Paese.
Nel 1986 la vecchie tavolette vengono definitivamente abbandonate, entrando a far parte del patrimonio storico dell’IGM, e viene introdotta la produzione della nuova Carta d’Italia alla scala 1:25.000, che per la prima volta impiega tecnologie informatiche per tutte le fasi di allestimento cartografico. Con la fine degli anni 80 si segna poi l’addio alle vecchie procedure analogiche di costruzione della carta topografica e la cartografia ufficiale italiana si apre alla nuova era digitale, facendo peraltro tesoro delle tecnologie satellitari di rilevamento, con sistematiche campagne GPS (Global Positioning System), che ancora regolano tutte le attività geodetiche e topografiche dell’Istituto.
Oggi, l’IGM dipende dal Comando Logistico dell’Esercito, che ne definisce le linee d’azione in sintonia con le esigenze militari e civili del Paese. In ambito militare, l’Istituto assicura l’indispensabile sostegno geo-topo-cartografico alle Unità e ai Comandi della Forza Armata ed è presente negli attuali teatri operativi con speciali nuclei campali, denominati Geo-tac-print, impegnati nelle principali operazioni di peace-keeping, alle quali aderisce il nostro Paese; in ambito civile, in virtù della citata legge n. 68 del 1960, l’IGM assolve la funzione di Organo Cartografico dello Stato, è responsabile delle informazioni geografiche ufficiali alla piccola e media scala, cura la manutenzione dei confini di Stato e fornisce ai cittadini un ampio e continuo servizio di documentazione geografica grazie alle sue ricche conservatorie e alla sua biblioteca, aperte al pubblico. Tutta la documentazione cartografica e fotografica dell’IGM, storica e attuale, è consultabile nella sede dell’Istituto nei giorni di apertura al pubblico ed è disponibile per la cessione a terzi secondo modalità illustrate nel sito www.igmi.org.

Tags: Settembre 2012 forze armate SMD - Stato Maggiore della Difesa

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