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colesterolo: come ridurre il rischio cardiovascolare e controllare il proprio stato di salute giornalmente

LUCIA GRANATI professore associato di ematologia  università la sapienza di roma

Se si vuole fare un po’ di storia basta andare indietro al 1985 quando due giovani ricercatori vinsero il premio Nobel per aver studiato a fondo il metabolismo del colesterolo, i suoi effetti dannosi sull’organismo e la presenza di due tipi di colesterolo: quello buono (HDL) detto anche spazzino, e quello cattivo (LDL) così chiamato perché si deposita sull’endotelio della parete delle arterie causandone l’ostruzione. Quando un’arteria si chiude non arriva più sangue quindi né ossigeno né nutrimento, e il tessuto va in necrosi ovvero le cellule muoiono; da qui l’origine di un infarto cardiaco o di un ictus cerebrale.
È questo il motivo per cui si raccomanda tanto di «controllare i grassi nel sangue», e quindi di mantenere i livelli di colesterolo totale sotto i 200 mg. Basta un semplice prelievo di sangue e i risultati si ottengono in giornata in quanto i test vengono eseguiti con apparecchi automatici. Il costo non è elevato. È utile sapere che il paziente deve essere digiuno da almeno 12 ore e non deve aver eseguito un pasto molto pesante, ricco di grassi. È necessario dosare anche il colesterolo HDL (dall’inglese High Density Lipoprotein, ipoproteine ad alta densità), il colesterolo Ldl (Low Density Lipoprotein, lipoproteine a bassa densità) e i trigliceridi.
Proprio per ridurre il rischio cardiovascolare negli anni 90 si svolsero numerose campagne che consigliavano alla popolazione di eseguire i test, di evitare cibi ad alto contenuto di colesterolo nella dieta e di eseguire terapie specifiche qualora la sola dieta non fosse stata in grado di abbassarne, dopo almeno tre mesi, i livelli nel sangue. La scelta dei grassi da adottare nell’alimentazione deve preferire l’olio d’oliva mentre si sconsiglia il lardo e il burro; la carne a tavola non deve mancare ma va mangiata con intelligenza, meglio i tagli magri, frutta e verdura a volontà, il latte meglio se scremato. La nota dolente - perché ne esistono di diversi tipi e sono veramente appetitosi - va ai formaggi francesi e italiani, perché dovrebbero essere evitati; il grana sembra quello più leggero.
Qualora la sola dieta non fosse stata in grado di abbassarne, dopo almeno tre mesi, i livelli nel sangue, è necessario eseguire terapie specifiche, ed ecco che nacquero le famose statine tanto usate giustamente dai cardiologi. Purtroppo esistono anche dei casi di iper-colesterolemia familiare omozigote, nei quali i livelli di colesterolo possono arrivare anche a 1000 e le LDL a 500, con estesi xantomi e la prematura comparsa di malattie cardiovascolari aterosclerotiche. Si tratta di una malattia rara che va diagnosticata precocemente mediante test genetici e tenuta sotto controllo in centri specialistici.
Un altro fattore da tener sotto controllo è il livello ematico di omocisteina, un amminoacido (non è altro che una parte di una proteina ) che deriva dal metabolismo di un altro amminoacido, la metionina. In questo meccanismo così complesso entrano in gioco alcune vitamine quali la vitamina B6, la B12 e l’acido folico. Questa sostanza può aumentare per cause sia genetiche che acquisite. Per quel che riguarda le cause genetiche occorre eseguire i test per la mutazione di due geni chiamati Mthfr (metilen-tetraidrofolato reduttasi).
La loro alterazione può provocare una difficoltà nel metabolismo dell’omocisteina che non riesce a trasformarsi nell’altro amminoacido per cui si accumula nel sangue. L’alterazione genetica può essere eterozigote (non è completa, una parte rimane normale e quindi il danno che provoca è minimo) o omozigote. Ma, se in questi casi di difficoltà per questo amminoacido nello svolgere la propria funzione metabolica, si dà un «aiutino vitaminico», piano piano esso riesce a svolgere la sua funzione. Ecco perche è necessario integrare con una quantità maggiore le vitamine normalmente già presenti nel sangue. Questa sostanza può aumentare anche per cause acquisite quali una carenza di vitamine per un minore apporto, una grave insufficienza renale, un’alterazione di alcuni organi, l’uso di alcuni farmaci quali ipocolesterolemizzanti, antiepilettici e alterati stili di vita quali l’uso del fumo e dell’alcol. Anche in questo caso basta un semplice prelievo di sangue per dosarla, ma il test necessita di particolari strumenti automatici ed è più costoso. Non ci si meravigli se l’analisi non è pronta in giornata, ma può richiedere alcuni giorni.
L’omocisteina è chiamata anche il killer silenzioso perché, in realtà, inizialmente alti livelli di omocisteina non danno nessuna sintomatologia ma con il tempo questa sostanza si deposita come il colesterolo sull’endotelio delle pareti arteriose e può portare a gravi danni cardiovascolari con trombosi arteriose e venose a livelli di organi. Una volta scoperto che il livello è alto si può facilmente ricorrere ai ripari integrando con una terapia a base di vitamina B6, B12 e acido folico. Detto questo, è necessario anche fare il dosaggio della vitamina B6, B12, acido folico, sul sangue per i motivi già menzionati. Di vitamine si parlerà la prossima volta.
Ogni anno le malattie cardiovascolari uccidono più di 4,3 milioni di persone in Europa e sono causa del 48 per cento di tutti i decessi: 54 per cento per le donne, 43 per cento per gli uomini. Le principali forme di malattie cardiovascolari sono le malattie cardiache coronariche e l’ictus, e sono le malattie che hanno i costi economici, oltre che umani, più elevati d’Europa.
Per ridurre il rischio cardiovascolare non basta tenere sotto controllo il colesterolo, occorre anche un sano stile di vita, controllare la pressione arteriosa, fare attività fisica, non fumare, mangiare con moderazione, controllare il peso corporeo, controllare i livelli nel sangue della glicemia, dell’uricemia, delle apolipoproteine e dell’omocisteina, eseguire un elettrocardiogramma e un videatcardiologico. 

Tags: Novembre 2014

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