Il nostro sito usa i cookie per poterti offrire una migliore esperienza di navigazione. I cookie che usiamo ci permettono di conteggiare le visite in modo anonimo e non ci permettono in alcun modo di identificarti direttamente. Clicca su OK per chiudere questa informativa, oppure approfondisci cliccando su "Cookie policy completa".

  • Home
  • Articoli
  • Articoli
  • expo 2015: nutrire il pianeta e lasciare da parte i consumatori per fare un favore ai turisti

expo 2015: nutrire il pianeta e lasciare da parte i consumatori per fare un favore ai turisti

Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori

Ci siamo quasi: dal primo maggio partirà ufficialmente l’Expo 2015 «Nutrire il pianeta-Energia per la vita», di cui finora si è tanto parlato, purtroppo non sempre in termini positivi, ma che ci auguriamo rappresenti, come ha detto il premier Matteo Renzi, una straordinaria occasione «per tornare a correre». Gli occhi di tutto il mondo sono puntati sull’Italia e la macchina dovrà funzionare alla perfezione. Una volta messo in marcia questo carrozzone miliardario, è fondamentale che non rimanga solo un contenitore ben allestito, privo di argomenti importanti. Quale occasione è migliore di questa per riflettere sulla lotta allo spreco, la corretta alimentazione, le responsabilità dei Governi nell’educazione alimentare e il ruolo della pubblicità?
Sembra un paradosso, eppure, nel Paese che organizza un evento mondiale incentrato sul cibo, il livello di consapevolezza dei consumatori è molto basso. Secondo gli ultimi studi, l’Italia è uno degli Stati europei più colpiti dall’obesità infantile: è un dato allarmante perché i bambini oggi in sovrappeso -1 su 4 tra gli 8 e i 9 anni - domani saranno adulti con problemi alimentari il cui «peso» ricadrà sul sistema sanitario nazionale. Le cause sono da ricondursi a comportamenti e abitudini alimentari sbagliate: l’8 per cento dei bambini non fa colazione, il 31 per cento fa una colazione non adeguata, bilanciata in termini di carboidrati e proteine, il 52 per cento fa una merenda di metà mattina troppo calorica. Come se non bastasse, i bambini si muovono poco mentre guardano molta televisione o si dedicano troppo ai videogiochi. 
Ancora più preoccupante è l’impatto degli adulti sull’alimentazione dei minori: secondo i dati del Ministero della Salute sull’obesità infantile, solo poco più del 40 per cento dei genitori conosce le regole della sana alimentazione; il 37 per cento delle madri di figli in sovrappeso non ritiene eccessiva la quantità del cibo che mangiano i figli, mentre solo il 29 per cento di esse afferma il contrario. Inoltre, il 25 per cento dei genitori dichiara che i propri figli non mangiano frutta e verdura e bevono troppe bevande zuccherate e gasate: il 41 per cento dei casi.
Promuovere corretti stili di vita e sport all’aria aperta, adottare una dieta varia ed equilibrata, contenere il consumo di snack, sono accortezze fondamentali nell’educazione di un bambino, ma evidentemente andrebbero ricordate anche ai grandi. In molti Paesi si è compresa l’importanza di una corretta educazione alimentare e qualcosa inizia a muoversi anche in campo culturale: qualche mese fa in Messico, che è ai primi posti nella classifica dell’obesità adulta, il Governo ha vietato la pubblicità televisiva di bibite, merendine, dolciumi e cioccolato nelle ore in cui è più facile trovare i bambini davanti alla tv; in Australia, invece, alcune associazioni dei consumatori hanno lanciato un appello affinché si introducano al più presto provvedimenti urgenti anti-obesità, e in particolare una tassa sulle bevande zuccherate.
In Italia invece, a parte qualche eccezione, di azioni concrete ne abbiamo viste ben poche e non sempre a misura di consumatore. Basti pensare, tornando all’Expo, che per scrivere la Carta di Milano che conterrà i nuovi diritti e doveri dell’umanità sul cibo e che sarà consegnata nei prossimi mesi al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, non sono stati chiamati i rappresentanti dei consumatori. Ossia, nessuna associazione dei consumatori era presente lo scorso 7 febbraio all’inizio di questo lungo periodo che terminerà in una sorta di Protocollo di Kyoto dedicato al cibo. Abbiamo già fatto pervenire la nostra protesta, ma è legittimo comunque chiedersi: come si può pensare ad Expo senza i consumatori?
A meno che non sia tutto studiato: meglio che nessuno disturbi, ricordando ad esempio che le bibite zuccherate dovrebbero essere consumate moderatamente, incentivando piuttosto il consumo di frutta e verdura di stagione. Già, meglio lasciare a casa i consumatori: l’Expo preferisce accogliere turisti.   

Tags: Marzo 2015 consumatori Massimiliano Dona UNC Unione nazionale consumatori Expo 2015

© 2017 Ciuffa Editore - Via Rasella 139, 00187 - Roma. Direttore responsabile: Romina Ciuffa