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terrorismo: il programma specifico dell’unione europea per la lotta al terrorismo

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di ANTONIO MARINI

 

Nel quadro del programma generale «Sicurezza e tutela delle libertà», il Consiglio dell’Unione Europea con la decisione 124 del 12 febbraio 2007, accanto al programma «Prevenzione e lotta alla criminalità organizzata», ha istituito, per il periodo 2007-2013, il programma denominato «Prevenzione, preparazione e gestione delle conseguenze in materia di terrorismo e di altri rischi correlati alla sicurezza». Con riferimento a quest’ultimo vale la pena di ricordare che il Consiglio già nel dicembre 2004 aveva adottato un programma di solidarietà, riveduto dall’Unione Europea, sulle conseguenze delle minacce e degli attentati terroristici, sottolineando l’importanza della valutazione dei rischi e delle minacce, della protezione delle infrastrutture critiche, dei meccanismi volti a individuare e identificare le stesse minacce, della preparazione politica e operativa e delle capacità di gestione delle conseguenze. Una nuova strategia antiterrorismo articolata nei quattro settori prevenzione, protezione, perseguimento e risposta, era stata successivamente adottata nel dicembre 2005. Orbene, il programma sulla lotta al terrorismo è diretto principalmente a sostenere gli sforzi degli Stati membri nel prevenire, preparare e proteggere i cittadini e le infrastrutture critiche contro gli attentati terroristici e gli altri rischi correlati alla sicurezza. Per infrastrutture critiche si intendono le risorse materiali, i servizi, i sistemi di tecnologia dell’informazione, le reti e i beni infrastrutturali che, se danneggiati o distrutti, causerebbero gravi ripercussioni sulle funzioni cruciali della società, tra cui la catena di approvvigionamenti, la salute, la sicurezza e il benessere economico o sociale della popolazione. Lo stesso programma è inteso a contribuire alla protezione di settori quali la gestione delle crisi, l’ambiente, la sanità pubblica, i trasporti, la ricerca o lo sviluppo tecnologico di questi e la coesione economica e sociale nei confronti del terrorismo. Nell’ambito di questi obiettivi generali il programma incoraggia, promuove ed elabora soprattutto le misure volte alla prevenzione, alla preparazione e alla gestione delle conseguenze degli attacchi terroristici sulla base, tra l’altro, di esaurienti valutazioni delle minacce e dei rischi, sotto la supervisione degli Stati membri, tenendo conto delle competenze esistenti in materia. In particolare, esso promuove e sostiene misure operative condivise per migliorare la sicurezza delle catene di fornitura transfrontaliere, a condizione però che non siano distorte le norme in materia di concorrenza nell’ambito del mercato interno. Nel contempo promuove il coordinamento e la cooperazione tra i vari attori impegnati nella gestione delle crisi e nelle azioni di sicurezza, incoraggiando lo scambio di competenze ed esperienze al fine di stabilire, anche attraverso esercitazioni congiunte e scenari concreti, le migliori prassi volte a coordinare le misure di risposta. Per conseguire tali obiettivi il programma finanzia, alle condizioni stabilite da un piano di lavoro annuale, tutti i progetti di dimensione europea promossi e gestiti dalla Commissione; i progetti transnazionali ai quali partecipano partner di almeno due Stati membri o di almeno uno Stato membro e un altro Paese candidato o aderente; i progetti nazionali che preparino progetti transnazionali e azioni comunitarie (misure di avviamento); o che integrino progetti transnazionali o azioni comunitarie (misure complementari); che contribuiscano ad elaborare metodi e tecnologie innovative con un potenziale di trasferibilità verso azioni a livello comunitario; che elaborino tali metodi e tecnologie al fine di trasferirli ad altri Stati membri o altri Paesi aderenti o candidati. In questa prospettiva, possono essere finanziate le attività finalizzate alla cooperazione e al coordinamento; le attività di analisi, monitoraggio, valutazione e controllo; le attività di elaborazione e di trasferimento di tecnologie e metodologie, soprattutto per quanto riguarda lo scambio di informazioni e l’interoperabilità; le attività di formazione e scambio di personale e di esperti; nonché le attività di sensibilizzazione e divulgazione nei confronti dei cittadini europei. Possono accedere al programma gli organismi e le organizzazioni dotati di personalità giuridica con sede negli Stati membri. Gli organismi e le organizzazioni a scopo di lucro hanno accesso alle sovvenzioni soltanto in associazione con organizzazioni senza scopo di lucro o statali. Le organizzazioni non governative possono presentare domanda di finanziamento per quasi tutti i progetti, a condizione di garantire un livello sufficiente di riservatezza. Per quanto riguarda i progetti transnazionali, i Paesi terzi e le organizzazioni internazionali possono parteciparvi in qualità di partner, ma non possono presentare progetti. Il finanziamento può avvenire tramite sovvenzioni o contratti di appalto pubblico. Il programma di lavoro annuale fissa il tasso minimo della spesa annuale da destinare alle sovvenzioni, che è almeno del 65 per cento. Il tasso massimo di cofinanziamento dei costi dei progetti è specificato ogni anno nello stesso programma. Sono previste spese destinate a misure di accompagnamento, attraverso contratti di appalto pubblico. In tal caso, i fondi comunitari finanziano l’acquisto di beni e servizi. Sono finanziate, tra l’altro, le spese di informazione e comunicazione, preparazione, attuazione, monitoraggio, controllo e valutazione dei progetti, delle politiche, dei programmi e della legislazione. La Commissione attua il finanziamento conformemente al regolamento n. 1605 del 2002. La stessa Commissione provvede affinché, per ogni attività finanziata, il beneficiario trasmetta relazioni tecniche e finanziarie sullo stato di avanzamento dei lavori e una relazione finale sia trasmessa entro tre mesi dal completamento dell’attività. La Commissione provvede, inoltre, affinché i contratti e le convenzioni risultanti dall’attuazione del programma prevedano in particolare la supervisione e il controllo finanziario, da effettuarsi se necessario mediante controlli in loco anche a campione, e controlli contabili da parte della Corte dei Conti. La Commissione assicura poi la tutela degli interessi finanziari della Comunità mediante l’applicazione di misure di prevenzione contro le frodi, la corruzione e qualsiasi altra attività illecita, attraverso controlli efficaci e tramite il recupero delle somme indebitamente corrisposte e, nel caso in cui siano riscontrate irregolarità, mediante l’applicazione di sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive, secondo quanto disposto dai regolamenti comunitari. Qualora non siano state rispettate le scadenze o qualora l’andamento dell’esecuzione di un’attività giustifichi solo una parte del sostegno finanziario concesso, la Commissione provvede, infine, affinché possa essere annullato il finanziamento residuo e possa essere chiesto il rimborso dei fondi erogati. Il programma è oggetto di monitoraggio periodico, al fine di seguire l’attuazione delle attività previste nell’ambito dello stesso. La valutazione periodica spetta alla stessa Commissione che, oltre a presentare al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione annuale sulla sua attuazione, è tenuta a presentare anche una relazione di valutazione intermedia sui risultati ottenuti e sugli aspetti qualitativi e quantitativi dell’attuazione del programma stesso. Nella relazione di valutazione relativa al biennio 2007-2009, che tiene conto anche dei primi dati relativi al 2010, e che è stata presentata il 16 giugno 2011 al Parlamento europeo e al Consiglio, si evidenzia che il programma CIPS ha ricevuto in tale periodo 46 milioni di euro, di fronte alla dotazione complessiva di 140 milioni per l’intero periodo 2007-2013. Nello stesso biennio il programma ISEC ha avuto invece 167 milioni di euro di fronte a una dotazione complessiva di circa 600 milioni per lo stesso periodo 2007-2013. I progetti finanziati sono stati 65, quelli transnazionali rappresentano il 64 per cento. Si tratta di un dato consistente in quanto indicativo, da un lato, dell’impatto operativo dei programmi negli Stati membri, e, dall’altro, del loro contributo alla definizione di un metodo transnazionale. Dai sondaggi è risultato che il 90 per cento dei beneficiari prevede di proseguire la cooperazione transnazionale in futuro. A questo proposito si è però rilevato che i fondi sono stati assegnati in funzione delle proposte presentate, piuttosto che secondo una distribuzione predefinita. Sicché la dotazione di bilancio non rispecchia necessariamente le priorità stabilite dalla Commissione nei programmi di lavoro annuali. Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei progetti, essa è risultata assai disomogenea, in quanto vede protagonisti un numero relativamente ridotto di Paesi. A tal riguardo nella relazione si evidenzia che l’Italia e la Spagna rappresentano il 48 per cento dei progetti e il 60 per cento del valore. Nella stessa relazione si sottolinea tuttavia che, nonostante molti progetti abbiano incontrato difficoltà di vario tipo nel corso dell’attuazione, non si può negare che il programma abbia conseguito i risultati auspicati. Circa il miglioramento dell’attuazione del programma, nella relazione si pone l’accento sulla necessità di mettere i potenziali richiedenti in condizione di pianificare con maggiore efficacia la loro partecipazione agli inviti a presentare proposte. A tal riguardo si sottolinea che sarà la Commissione a migliorare la pianificazione dei suoi inviti, provvedendo alla loro pubblicazione conformemente a quanto previsto dal programma di lavoro annuale. Sarà poi compito della stessa Commissione approfondire il tema, per studiare se sia realizzabile l’ulteriore semplificazione della procedura di domanda, in particolare per quanto riguarda i bilanci. Sulla scorta dell’apprezzabile successo riscontrato dal programma, la relazione propone il suo proseguimento fino alla prevista data del 31 dicembre 2013, senza modifica delle attuali basi giuridiche, affrontando nello stesso tempo i problemi evidenziati per migliorare la procedura di approvazione delle sovvenzioni e l’iter di valutazione, stimolando altresì, nel quadro di una più efficace utilizzazione del finanziamento, la presentazione di progetti di alto livello qualitativo. 

Tags: Dicembre 2012 Unione Europea sicurezza terrorismo Antonio Marini

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