L’immobiliare ripartirà se si ridurrà la pressione fiscale
Tra gli obiettivi espressi dal presidente nazionale della Federazione italiana degli agenti immobiliari professionali Paolo Righi nel corso dell’Assemblea di metà mandato a Firenze, c’è la facilitazione delle permute e la defiscalizzazione dei «vecchi» appartamenti in carico ai costruttori, visto che la maggior parte dell’edilizia residenziale è obsoleta. Per Righi, «la ripresa per il mercato non ci sarà fino a quando la pressione fiscale sulla casa sarà così alta da non permettere agli investitori un ritorno sull’investimento e a coloro i quali vogliono comprare per affittare, ad esempio, di avere un ritorno sull’investimento. Consideriamo l’intervento del presidente del consiglio Matteo Renzi sulla prima casa come il primo passo verso il ritorno a prima del 2011, ma comunque un buon primo passo. La ripresa–ha aggiunto–ci sarà solo quando la pressione sulla prima casa si sarà abbassata».
Nei primi sei mesi dell’anno il mercato ha avuto dei segnali di ripresa, anche se piccoli, che vengono prevalentemente dalla ritrovata voglia delle banche di erogare mutui. Righi ha spiegato che i mutui sono aumentati. Ossia: «Le banche hanno aperto i cordoni della borsa e liberato un po’ il mercato. L’annuncio del Governo di togliere la tassa sulla prima casa, ha avuto un effetto benefico su chi desidera comprare casa, tanto che nelle nostre agenzie abbiamo visto un aumento delle domande, calcolato dal nostro Centro studi in circa il 7 per cento».
Tanti gli obiettivi della Fiaip per il prossimo semestre. Li elenca Righi: «Ci sono molti buoni affari e, con le banche che erogano mutui, avremo sicuramente un aumento delle compravendite rispetto all’anno scorso. Nei prossimi sei mesi la Fiaip lavorerà sulla legge di stabilità; abbiamo presentato a tutte le forze politiche varie proposte. Una riguarda la facilitazione delle permute, consentendo al costruttore che vende l’appartamento nuovo potere di defiscalizzare l’acquisto del vecchio appartamento preso in permuta, perché a oggi questo è un mercato che non esiste».
Cioè: il costruttore prende l’appartamento in permuta, non spende nulla di tasse per l’acquisto, non paga le tasse di proprietà nel momento in cui detiene l’appartamento, di contro si impegna a ristrutturare quell’appartamento usato nella classe energetica più alta ottenibile e a rimetterlo nel mercato. L’emendamento, se sostenuto dalle forze politiche e accettato dal Governo, permetterà di dare una spinta anche all’efficienza energetica del patrimonio immobiliare italiano.
«Speriamo anche che vi sia una riforma delle leggi che regolano le locazioni–aggiunge–. Molti ancora non comprendono che la legge sulla locazione va divisa in due: una parte alla gente che ha bisogno; l’altra parte al mercato libero. Negli anni la politica ha mischiato questi due campi, obbligando i proprietari di casa ad occuparsi del disagio sociale. È necessario che si riformi la legge delle locazioni, liberalizzando le durate e concedendo ad esempio sconti ai proprietari che stipulino contratti di più lunga durata permettendo agli inquilini di detrarre l’importo dell’affitto dalla loro dichiarazioni dei redditi».
E l’agente immobiliare? «Stiamo lavorando per modificare la legge n. 39 del 1989, togliendo i vincoli e permettendo agli agenti, all’interno delle loro agenzie, di proporre anche altri servizi che oggi sono loro negati, quali la possibilità di segnalare mutui o di distribuire assicurazioni per la casa. L’agente deve diventare il consulente globale per la casa per tutta la comunità italiana».
Strettamente collegato al tema, l’entrata in campo delle banche: «È necessario anche procedere ad un’attenta riflessione sulla partecipazione delle banche nelle società di intermediazione immobiliare, per vietare agli istituti di credito qualsiasi quota di partecipazione nelle attività delle società aventi ad oggetto l’attività di intermediazione immobiliare. Nel rapporto con queste nuove realtà, il cliente difficilmente potrà sentirsi realmente libero di scegliere casa e mutuo in modo autonomo ed incondizionato anche dinanzi a un’asserita correttezza di comportamento da parte della banca, poiché quello stesso cliente è consapevole della propria debolezza rispetto ad essa, anche in virtù delle informazioni di cui dispone».
Gli agenti Fiaip hanno ribadito, nel corso dell’Audizione sul DDl Concorrenza al Senato, come tale obiettivo vada perseguito salvaguardando le tutele per il consumatore, che non deve essere privato delle garanzie di professionalità, qualità del servizio e trasparenza nel mercato immobiliare e creditizio in nome di una «liberalizzazione superficiale», surrettiziamente giustificata dai possibili risparmi di spesa che potrebbero derivargli. Il legislatore non può sottovalutare i condizionamenti che l’ingresso delle banche nel settore dell’intermediazione immobiliare, in qualità di proprietarie al 100 per cento di agenzie immobiliari (come nei casi di UniCredit spa e Intesa Sanpaolo rispettivamente con UniCredit Subito Casa ed Intesa Sanpaolo Casa) comportano nelle scelte dei consumatori.
Non si comprende come si possa prevedere nello stesso testo del disegno di legge Concorrenza la necessità di favorire la mobilità della clientela bancaria attraverso la garanzia di un’effettiva trasparenza e completezza informativa, senza però tenere conto delle medesime garanzie rispetto al recente ingresso di alcune banche nel settore dell’intermediazione immobiliare. Oltretutto, il possesso di informazioni di natura patrimoniale e reddituale dei correntisti può compromettere la possibilità, per questi ultimi, di compiere scelte autonome, con particolare riferimento alla vendita dei propri immobili sollecitata, con tutta probabilità, dal debito contratto con la banca stessa o dalla subordinazione ad essa per ottenere mutui o altro.
La Fiaip ritiene che l’approvazione del disegno di legge Concorrenza fornisca l’occasione per disciplinare questo nuovo settore di attività da parte delle banche, settore che, essendo indubbiamente caratterizzato dall’interdipendenza tra gli ambiti creditizi e immobiliare, necessita di una disciplina dei conflitti di interesse che potrebbero insorgere. «Abbiamo già presentato due esposti - tuttora pendenti-, rispettivamente, dinanzi al Garante della Concorrenza e ed alla Banca d’Italia», ha concluso il presidente Righi.
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