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Eurasian Media Forum ed Expo 2017 nel cuore di Astana

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Astana - Il 23 e 24 giugno scorsi si è tenuto ad Astana, capitale del Kazakhstan, l’Eurasian Media Forum, fortemente voluto da Dariga Nazarbayeva, figlia maggiore del presidente da 26 anni in carica Nursultan Nazarbayev. Dariga presiede la commissione Affari internazionali, Difesa e Sicurezza del Senato ed è a capo del comitato organizzatore del forum, il cui scopo è incentivare un dibattito aperto e costruttivo.

Nel discorso inaugurale ha citato il sociologo Zygmunt Bauman nell’analisi dei due valori essenziali per una vita dignitosa: la libertà e la sicurezza. La prima senza la seconda porta caos e paura mentre la seconda senza la prima invece schiavitù: solo insieme contribuiscono a una buona vita. Ciò ad illustrare quanto sia necessario che i media, che secondo Nazarbayeva «dovrebbero ispirarsi a una sorta di giuramento di Ippocrate e rispettare il comandamento ‘non nuocere’», descrivano la realtà articolata di questi tempi instabili generando domande nei lettori e soprattutto fornendo risposte, secondo uno «scenario win win», come lo stesso forum è stato in questa quattordicesima edizione intitolato, affinché «possa crescere una nuova generazione di persone forti e le tragedie passate non siano ostacolo ad andare avanti». Via quindi alle sessioni del forum che hanno toccato diversi temi quali la green energy, il conflitto in Siria, la possibilità di una crescita economica sostenibile, il nuovo ordine mondiale, le sfide della globalizzazione e molte questioni di politica internazionale, oltre ad aver ospitato una giornata di masterclass da parte di esperti su temi quali il factchecking, le media company, la storia dei media.
L’ex presidente della Commissione europea José Manuel Barroso si è soffermato sulla capacità di resilienza in un contesto globalizzato alla luce della Brexit e della nuova amministrazione Trump ma, nonostante problemi persistenti, a suo parere possono intervenire anche nuove opportunità. Ha sottolineato che la globalizzazione viene raggiunta e portata avanti da scienza e tecnologia e pertanto ha invitato a spronare i bambini all’apertura mentale.
L’economista Parag Khanna, autore di diversi libri di strategia politica sul governo in tempi di globalizzazione, nel settore suo proprio campo di studi osserva che il Kazakhstan già parte avvantaggiato dall’urbanizzazione in quanto nell’economia dei servizi le città massimizzano il potenziale per cittadini e i fruitori quando le si rende hub di connessione: ciò favorisce il successo di uno Stato. Interrogato sulla caratteristica del Paese di non avere sbocchi sul mare, Khanna ha ribadito che «il Kazakhstan da tempo e più intensamente di altri sta cercando di superare tale mancanza. Non ci sono solo i corridoi di connessione con l’Europa orientale ma addirittura l’ipotesi di un collegamento tra il Caspio e il Mar Nero fino al Mediterraneo: questo dimostra che non si può cambiare la propria geografia ma certamente la propria connettività». Alla domanda su come valuta l’intenzione del Governo di andare verso un’economia verde, l’economista indiano ha replicato: «Spesso ciò avviene perché si possa esportare più prodotti petroliferi anziché consumarli nel mercato domestico. Quindi, si cerca spesso di essere leader nel mercato oil&gas ma anche di sfruttare le rinnovabili per il mercato interno e, perché no, rivenderle. Nel padiglione del Kazakhstan ho avuto modo di vedere lo stato dell’arte di eolico, solare, biomasse e gli sforzi che consentirebbero di passare a un’economia pulita».
Com’è noto, infatti, fino al 10 settembre Astana ospita Expo 2017. Ha vinto l’assegnazione di questa Expo tra le due universali di Milano nel 2015 e di Dubai nel 2020 e con l’headline «Future energy» analizza i problemi globali connessi al consumo energetico nel tentativo di sviluppare una discussione che generi conoscenza, educhi alla responsabilità e insegni la pianificazione per ridurre al minimo l’impatto ambientale. Sembrerà cosa da poco essere sede di un’esposizione non universale bensì internazionale, quindi di soli 3 mesi di durata, e con l’impossibilità per i partecipanti di costruire il proprio padiglione, che va invece adattato agli spazi preparati dal Paese ospitante. Invece va sottolineato che si tratta della prima volta per un Paese dell’Asia centrale oltre che ex Urss: ciò lascia immaginare quanta strada sia stata fatta dall’indipendenza del 1991. Già si registra un notevole sviluppo economico: negli anni Duemila ha raggiunto un tasso di crescita quasi dell’8 per cento che a causa del forte calo del petrolio e delle difficoltà dei principali partner economici Russia e Cina nel 2015 è stato dell’1 per cento, mentre il 2016 ha visto comunque un +1 per cento di crescita, con previsioni positive per il biennio in corso.
Con 2,7 milioni di kmq, il Kazakhstan è al nono posto tra i più vasti paesi del mondo: ha una superficie pari circa a quella dell’Europa occidentale ma una densità di popolazione tra le più basse; il confine con la Russia, a nord e a ovest, lungo 6.846 km, è uno dei più lunghi al mondo. È strategicamente collegato ai mercati di Cina, Asia del sud, Russia e Europa occidentale grazie al trasporto su gomma, ferrovia e anche un porto sul Mar Caspio. Al momento il Governo sta portando avanti l’intento di diversificare un’economia basata sull’estrazione delle risorse minerarie, delle quali possiede ben il 60 per cento dell’ex Urss. Anche per questo l’Expo è occasione di approfondimento e dibattito sulla transizione verso la green energy. Si attendono 2 milioni di turisti, a fronte di un numero totale di visite di 5 milioni: l’85 per cento da parte di cittadini kazaki, e la rimanente parte proveniente invece principalmente dal CIS e dalla Cina. In 174 ettari complessivi, a fronte dei 110 di Expo Milano 2015, su 25 si trova l’area espositiva vera e propria: il padiglione nazionale kazako «Nur Alem» concepito come un museo dell’energia futura; il padiglione delle best practices nella produzione, conservazione e trasporto di energia; i padiglioni degli oltre 100 tra Paesi e organizzazioni sovranazionali; i padiglioni tematici di approfondimento. I rimanenti ettari sono servizi e strutture come il media center o il centro congressi.
Il padiglione kazako, noto anche come «la Sfera» poiché è l’edificio di questa forma più grande al mondo per un diametro di 80 metri e un’altezza di 100, consta di 8 piani che mostrano storia, tradizioni e cultura kazake, il futuro di Astana smart city da qui a 30 anni, i progetti di ricercatori kazaki in materia di energia. Ogni piano è dedicato a un diverso tipo di energia rinnovabile, con un intento chiaramente educativo.   

 

dal nostro inviato Giosetta Ciuffa  

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