BANDA ULTRALARGA: NUOVI DATI E OBIETTIVI DI COPERTURA DEI SINGOLI TERRITORI CONSULTABILI ONLINE
Il sito bandaultralarga.italia.it da oggi presenta nuovi dati e obiettivi di copertura dei singoli territori: il singolo cittadino può riscontrare se l’edificio in cui si trova la propria abitazione è coperto oppure se è in corso un intervento pubblico o privato. Sul sito si possono quindi da ora verificare l’aggiornamento degli interventi privati rispetto alla consultazione pubblica dello scorso luglio e di quelli pubblici in corso oltre che le proiezioni grafiche degli interventi pubblici nelle aree bianche e di quelli privati da qui al 2020. Tali aggiornamenti consentono la ricerca non più per aree geografiche ma fino al singolo numero civico: l’ultima consultazione pubblica 2017 per l’aggiornamento della mappatura delle aree grigie e nere NGA ha consentito di recuperare informazioni relative ad oltre 19 milioni di civici in cui risultano presenti 25,5 milioni di unità immobiliari. Contemporaneamente sono iniziati gli interventi nelle aree bianche delle regioni interessate, a fronte dei due bandi pubblici Infratel già aggiudicati.
Infratel Italia e Open Fiber hanno firmato a Roma ieri il contratto di concessione relativo a tutti i 6 lotti aggiudicati per la realizzazione di una rete a banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato delle regioni interessate dal secondo bando: Piemonte, Val D’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata e Sicilia. Si tratta di 3.700 comuni e circa 4,7 milioni di unità immobiliari da coprire: oltre 6,8 milioni di cittadini interessati. L’offerta proposta da Open Fiber, che si è aggiudicata la gara, prevede che circa 3,5 milioni di unità immobiliari vengano coperte con tecnologia FTTH (fiber to the home), mentre la parte restante verrà coperta con tecnologia radio fixed wireless.
Aggiudicate le prime due gare, resta l'ultima gara da avviare entro fine anno, per coprire le residue aree bianche di Calabria, Puglia e Sardegna: il termine di ricevimento delle informazioni da parte degli operatori, precedentemente fissato al 31 ottobre scorso, è stato prorogato al 20 novembre 2017.
Rispetto le aree grigie, dove è presente una rete ultra broadband da parte di un solo operatore privato, o quelle nere in cui sono presenti almeno due reti ultra broadband di operatori diversi, le aree cosiddette bianche sono quelle a fallimento di mercato per gli operatori privati, poiché l’infrastruttura è inesistente. L’intervento pubblico qui è necessario per superare il digital divide tra le aree a minor densità demografica e più disagiate d’Italia e le aree più dinamiche da un punto di vista concorrenziale, correggendo disuguaglianze sociali e geografiche generate dall’assenza di iniziativa privata da parte delle imprese. In linea con l’Agenda Digitale europea e italiana, il Governo ha deciso per un intervento diretto creando una rete di proprietà pubblica da mettere a disposizione degli operatori che vorranno attivare servizi. Le aree bianche individuate includono circa il 24,6% della popolazione italiana e il 26% delle unità immobiliari.
Per determinarle, il territorio nazionale è stato suddiviso in cluster. Il cluster A è quello in cui è migliore il rapporto costi-benefici quindi è maggiore l’interesse degli operatori privati a investire; è possibile raggiungere la velocità di collegamento da 30 a 100 Mbps entro il 2020 come richiesto dall’Unione europea. Il cluster B è quello delle aree in cui sono presenti reti con collegamenti ad almeno 30 Mbps ma le condizioni di mercato non sono sufficienti a garantire ritorni accettabili a condizioni di solo mercato per investire in reti a 100 Mbps. Le aree a fallimento di mercato sono quelle del cluster C, dove gli operatori non investono autonomamente in reti con più di 100 Mbps. In queste aree sono ammissibili anche contributi a fondo perduto. Infine, il cluster D: solo l’intervento pubblico può garantire alla popolazione residente un servizio di connettività a più di 30 Mbps. L’incentivo pubblico potrà essere concesso in misura maggiore rispetto a tutti gli altri cluster.
Il Piano per le aree bianche prevede che nel cluster C il 70% delle unità immobiliari siano raggiunte da infrastrutture in grado di sostenere velocità di accesso a 100 Mbps ed il restante 30% a 30 Mbps; nel cluster D il 100% sarà raggiunto da infrastrutture in grado di sostenere velocità di accesso a 30 Mbps. Le risorse impiegate per il raggiungimento di questi obiettivi sono 3 miliardi di euro di cui circa 1,6 a valere su fondi nazionali (FSC) e circa 1,4 a valere su fondi regionali (FESR e FEASR). Il coordinamento tra ministero dello Sviluppo economico e le amministrazioni locali è assicurato tramite un accordo quadro siglato in data 11 febbraio 2016 tra il MISE, la presidenza del Consiglio dei ministri e le Regioni.
La Strategia Italiana per la banda ultralarga è stata approvata dal Governo italiano il 3 marzo 2015, in coerenza con l’Agenda Europea 2020 con la quale si intende coprire entro il 2020 l’85% della popolazione con infrastrutture in grado di veicolare servizi a velocità pari e superiori a 100 Mbps garantendo al contempo al 100% dei cittadini l’accesso alla rete internet ad almeno 30 Mbps in download, oltre che una copertura ad almeno 100 Mbps di sedi ed edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare) e aree industriali. La Strategia persegue questi obiettivi mediante alcuni strumenti tra i quali la semplificazione amministrativa, la defiscalizzazione per gli interventi di infrastrutturazione, l’istituzione di un polo per l’attrazione di fondi/fondo di garanzia e credito a tassi agevolati, la realizzazione diretta da parte del settore pubblico delle opere nelle aree a fallimento di mercato, la creazione del catasto del sopra e sottosuolo.
Infratel Italia S.p.A. (Infrastrutture e telecomunicazioni per l’Italia) è la società in-house del Ministero dello sviluppo economico, da esso costituita insieme ad Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa, e soggetto attuatore dei piani banda larga e ultra larga del Governo: suo obiettivo è ridurre il digital divide nelle aree a fallimento di mercato attraverso la realizzazione e l’integrazione di infrastrutture capaci di estendere le opportunità di accesso a internet veloce.
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