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SAS FORUM MILANO 2019 DÀ FORMA AL NUOVO

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Si è svolto a Milano il SAS Forum Milan 2019, quattordicesima edizione dell’evento promosso annualmente da SAS, azienda leader negli analytics e che attraverso software e servizi trasforma i dati in conoscenza: come nel proprio claim, fornisce the power to know® dal 1987 in Italia nelle sedi di Milano, Roma, Venezia Mestre e Torino.

Per più di 2000 partecipanti tra imprenditori, manager, esperti e data scientist l'appuntamento annuale è l’occasione di dialogo sui temi più innovativi in merito ad advanced analytics, intelligenza artificiale e trasformazione. Filo conduttore dell’edizione 2019 è "Shape the new: orchestrate your analytics journey": dare forma al nuovo e stimolare un nuovo modo di pensare e generare cambiamento, specialmente nella sessione plenaria i cui keynote speaker stimolano un percorso trasformativo. "Siamo alla soglia di una fase successiva dell’era dell’innovazione, dove è possibile trasformare interamente il mondo attorno a noi, trovando soluzioni a problemi che sembravano irrisolvibili e sostenendo l’agire umano. Analytics e intelligenza artificiale permettono di approcciare nuove conquiste. Un processo che coinvolge spinta a conoscere, scoperta di intuizioni, ingegnerizzazione di soluzioni e infine trasformazione" afferma Marco Icardi, regional vice president SAS e ceo SAS Italy.

Tra i relatori di spicco della sessione plenaria quest'anno è stato invitato Anders Indset, conosciuto filosofo aziendale molto ricercato da amministratori delegati e leader per il suo approccio alla filosofia pratica, riconosciuto nel 2018 nella classifica dei business "Thinkers 50" come uno dei trenta pensatori globali "più propensi a plasmare il futuro di come le organizzazioni sono gestite e guidate". Norvegese, residente a Francoforte, è docente ospite presso importanti scuole di business internazionali ed è noto per il modo di pensare non convenzionale, le tesi provocatorie e l'atteggiamento da rockstar. Il suo ultimo libro "Wild knowledge: outthink the revolution" è stato pubblicato in Europa nel 2017. Nel 2019 sarà pubblicata la raccolta di concetti filosofici "Philosophy @ Work" mentre il prossimo libro "The Quantum Economy. What comes after digital?" è anche annunciato per il 2019 e descrive un sistema completamente nuovo per l'economia, che interviene dopo che la Old Economy e la New Economy si sono esaurite.

Anders Indset in passato ha spiegato che sebbene queste economie abbiano portato crescita, prosperità e progresso, l'iper-consumismo e il modello capitalistico-materialista come noi li conosciamo non continueranno a funzionare, pertanto occorre migliorare ulteriormente il modello neoclassico del capitalismo. La Q Economy si basa sull'intuizione che il mondo non è lineare e che tutto è connesso; le risorse materiali però sono purtroppo limitate ma il mondo nel suo insieme è infinito. Si commette l'errore di valutare valori definiti per azionisti e costrutti arbitrari come vendite per trimestre o profitto per anno fiscale mentre le questioni etiche sono sempre più ignorate; alla fine, vincitori e perdenti sono definiti unicamente da rapporti di bilancio. Nell'economia, tuttavia, non possono esserci vincitori di fatto, perché l'economia non è un gioco finito: sono le competizioni sportive che terminano con trofei o medaglie per i vincitori. Le aziende di successo non sopravvivono vincendo vittorie a breve termine, ma "giocando insieme" il più a lungo possibile.

Indset quindi nel suo speech si è soffermato sul fatto che ai tempi attuali non esiste più il concetto di idee nazionali, e non si tratta di vincere o perdere ma di mettersi in gioco insieme. Tanto meno bisogna trasformarsi in una sorta di monaci in fondo capitalistici: non c'è nulla di male nel fare soldi ma bisogna essere illuminati, si potrebbe essere dei "leaders of change", dei capofila del cambiamento, poiché al giorno d'oggi sono disponibili la tecnologia e tutte le risorse. Non siamo qui solo per pagare conti su conti e poi morire. Abbiamo creato una società basata sui big data ma in cosa li trasformiamo? La tecnologia può essere dirompente e l'intelligenza ne è solo una parte: la conoscenza non è comprensione. Giudizio umano e creatività insieme alla tecnologia, ecco cosa cerchiamo.

Come creiamo la Q Economy? Sono tre le direttrici di azione. La prima che Indset ha evidenziato è "why", ossia "perché". Non tanto quelli della propria vita e del proprio lavoro, che sono senz'altro da non trascurare, ma l'importanza di domandare: non esistono domande stupide.
La seconda è "byebye blablaland", ossia andare al sodo eliminando le chiacchiere. Il 50 per cento delle riunioni sono sciocchezze e perdita di tempo, quindi fare piazza pulita delle chiacchiere inutili. Infine, ma più importante, bisogna essere interessati a ciò che ci dicono: "listen with all ears", poiché se sei interessato diventerai a tua volta interessante. Le persone interessanti piacciono perché sono sempre informate, e hanno tutte le informazioni perché sono interessate loro stesse ad ascoltare gli altri.

Indset si è poi concentrato sulle soft skill, definendole l'azione delle hard skill, che com'è noto sono le competenze fondamentali per compiere un mestiere o una professione. "Avete un capo che chiede un lavoro fatto in giornata. Avete il coraggio di ammettere che non sapete molto della materia e preferite avere il tempo per lavorarci, consegnandolo il giorno dopo? La vulnerabilità è il luogo di nascita della creazione, dell'innovazione, della fiducia: non c'è nulla di 'soft' nel comportarsi così"

"You are so art": con un'immagine che reca questa scritta proiettata su uno schermo Indset ha richiamato l'attenzione della platea su quanto l'essere umano sia creativo e porta l'esempio di una fila in Brasile: anziché in piedi, viene fatta con le scarpe allineate un paio dietro l'altro, mentre le persone sono comodamente sedute nella sala d'attesa. E soprattutto, invita a osare parlando della propria storia. "Le persone si uniranno al tuo viaggio, perché non comprano prodotti ma storie, relazioni e magia. Non sottostimare il potere di una grande storia!" Questo perché in fondo, sottolinea Indset, tutti abbiamo bisogno di storie e di qualcosa di magico. "Cosa ti trattiene? Di cosa hai paura? Pensa a cosa domani potrebbe accadere se non avessi paura. Osa chiederti: 'cosa sto facendo della mia vita?' Avvicinati alle regole che governano la tua vita. Non c'è "io" qui, non c'è un unico soggetto; pensa a chi realmente sei. È fenomenologia della filosofia. Il vuoto. L'energia. Questo è ciò di cui stiamo parlando: la domanda più geniale che una donna può fare al proprio marito è 'perché mi ami?'. Se egli risponde per il carattere o le caratteristiche fisiche, in realtà non ama: la risposta corretta sarebbe: 'che domanda è? ti amo e basta'".

Continua il keynote speaker: "Shape the new" non è riferito a problemi grandi e giganti ma soprattutto a cose minime, piccoli passi consapevoli; ogni singolo giorno porta al cambiamento. Non si tratta della macchina e dell'uomo contrapposti ma della macchina e dell'uomo insieme, tenendo a mente che anche la più alta complessità nel XXI secolo deve avere semplicità e che essere più consapevoli neanche immaginiamo quale impatto possa avere. E conclude: "iniziate ad agire, a creare l'economia e modellare il nuovo. Avete una vita e due parole: do something".

La relazione di Anders Indset è stata poi seguita da una performance dell'orchestra Roma Sinfonietta per mostrare al pubblico la costruzione dell'armonia. Un celebre brano è stato eseguito da uno strumento per volta: prima il contrabbasso, poi il violoncello, poi le viole seguite dai violini e infine dall'oboe. L'unione di tutti gli strumenti ha portato all'esecuzione di "Mission" di Ennio Morricone, con il quale l'orchestra collabora ormai da 14 anni. I dati da soli ci dicono poco; messi insieme invece danno vita a qualcosa di molto bello e utile.

Lo scenario offferto dalle possibilità dell’intelligenza artificiale richiederà nuove competenze, in particolare in tre ambiti: supervisione e conformità dell’intelligenza artificiale, gestione dell’intelligenza artificiale, aggregazione e pulizia dei dati. Per questo SAS ha inoltre lanciato il nuovo sito di digital learning rivolto a data scientist, manager e professionisti che vogliono rafforzare le proprie competenze data-driven in particolare in ambito intelligenza artificiale, machine learning e advanced analytics. I corsi di formazione digitale sono incentrati su demo pratiche, casi di studio e best practice, allo scopo di mettere a fattor comune le applicazioni più attuali per risolvere problematiche di business legate a questi temi.
Tra le professioni emergenti nell’intelligenza artificiale spiccano ruoli chiamati a estendere la cultura del dato e dell’analisi in tutta l’organizzazione aziendale e a disegnare sistemi e interfacce per semplificare e rendere naturale l’interazione uomo-macchina.

 

Tags: pillole digitali Milano big data social digital giugno 2019 analytics SAS

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