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VERSO UNA NUOVA ERA STRATEGICA

di Lucio Martino

Gli accordi sul controllo degli armamenti nucleari tra Federazione Russa e Stati Uniti raggiunti dopo la fine della Guerra Fredda hanno tutti ricalcato i criteri alla base dei negoziati per la limitazione degli armamenti nucleari tipici degli anni Settanta. Oggi come allora, la loro principale ragion d’essere era ed è identificabile nell’intenzione di limitare, se possibile di ridurre, in modo reciprocamente equilibrato e adeguatamente trasparente il numero delle armi nucleari in possesso delle due superpotenze, al fine di mantenere una stabilità strategica definita come una situazione nella quale nessuna delle due parti ha un incentivo per lanciare un primo attacco nucleare. Ovviamente, un minor numero di armi nucleari ha poi il vantaggio di diminuire, a parità di ogni altra condizione, la probabilità che una o più di una di esse possa essere usata per errore, mentre il dispiegamento d’un ridotto numero di sistemi strategici è poi vantaggioso in quanto libera risorse utilizzabili per altri scopi.

Armi strategiche di nuova concezione

Nonostante il passare degli anni, la tipologia degli strumenti di consegna soggetti a riduzioni e restrizioni nell’ambito di questo tipo di accordi è rimasto quello fissato a suo tempo, tanto che l'elenco continua a comprendere esclusivamente i missili balistici intercontinentali (ICBM), i missili balistici lanciati da sottomarini (SLBM) e i bombardieri pesanti a lungo raggio d’azione. Da ultimo, la Federazione Russa e, più in particolare, gli Stati Uniti sono così preoccupati dal continuo sviluppo di nuove ed esotiche armi che per quanto non nucleari sono comunque in grado d’impattare pesantemente sulla stabilità strategica, da ritenere che questi altri sistemi d’arma, diversi dalla tradizionale triade di ICBM, SLBM e bombardieri pesanti, dovrebbero in un modo oppure nell’altro essere oggetto di un eventuale nuovo negoziato strategico. Inoltre, come già a suo tempo l’Unione Sovietica, anche la Federazione Russa soffre quello sviluppo non regolamentato di sistemi difensivi antimissile ritornato preminente dal 2002, anno nel quale gli Stati Uniti si sono ritirati dal Trattato per la limitazione dei missili antibalistici e hanno iniziato a sviluppare e implementare sistemi precedentemente proibiti.

Inoltre, sembra ormai prevalente negli Stati Uniti una visione che giudica come obsoleto qualsiasi meccanismo di controllo bilaterale degli armamenti nucleari che escluda le altre potenze nucleari, ad iniziare dalla Repubblica Popolare Cinese. Da parte sua, la Federazione Russa non ha mai obiettato contro il coinvolgimento della Repubblica Popolare Cinese in nuovi eventuali negoziati, ma non ha mai preso l'iniziativa. Questo mentre la posizione della Repubblica Popolare Cinese è tanto chiara quanto ferma non intendendo partecipare a un qualsiasi negoziato inteso a limitarne le capacità strategiche fintanto che sussiste l’attuale ampio divario quantitativo tra il suo arsenale nucleare e quello delle altre due grandi potenze nucleari.

La fine del New START

Con la fine del Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio in parte dovuta alle violazioni russe e in parte alla decisione statunitense di ritirarsi dal trattato, il Nuovo Trattato di riduzione delle armi strategiche (New START) è rimasto l'unico accordo di controllo degli armamenti ancora in vigore volto a ridurre la dimensione dei maggiori arsenali nucleari. Firmato da Federazione Russa e Stati Uniti nell’aprile del 2010 ed entrato in vigore il 5 febbraio del 2011, il New START ha ridotto il numero di ICBM, SLBM e bombardieri pesanti a 700 per ciascuno e il numero di testate nucleari dispiegate a non più di 1550 per parte. L’animosità tipica del recente rapporto tra Federazione Russa e Stati Uniti ha contribuito a impedire l’elaborazione di quel nuovo accordo bilaterale che fino a qualche anno fa si sperava avrebbe provveduto a ridurre ulteriormente i rispettivi arsenali. In mancanza di un sostituto, il New START potrebbe essere prorogato per altri cinque anni oltre la sua naturale scadenza fissata per il 5 febbraio del 2021 ma, almeno per il momento, la cosa sembra estremamente improbabile. Nel caso, per la prima volta da mezzo secolo gli arsenali nucleari di Federazione Russa e Stati Uniti non saranno più in alcun modo giuridicamente vincolati e il sistema internazionale entrerà di fatto in una era strategica completamente nuova.

Tags: usa Cina Russia Marzo 2020 Lucio Martino

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