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FORZE ARMATE. LA FUNZIONE LEGALE NEL SISTEMA DIFESA, SUPPORTO GIURIDICO DEI CONTINGENTI ITALIANI ALL'ESTERO

di ENZO BERNARDINI

Colonnello, capo dell’Ufficio legale del Comando operativo di vertice Interforze

Un aspetto spesso poco conosciuto del mondo militare è il ruolo svolto dalle strutture di supporto legale, indispensabili per l’attività decisionale dei comandanti tenuto conto della rilevanza dei risvolti giuridico-amministrativi della condotta delle operazioni. In effetti, le responsabilità assegnate a un comandante, soprattutto nelle missioni all’estero, impongono un patrimonio conoscitivo non solo squisitamente tecnico-militare, ma anche di diritto internazionale, penale, penale militare, civile e amministrativo, nozioni che normalmente non possono essere integralmente ricondotte nel patrimonio culturale e nell’esperienza professionale di un ufficiale delle Forze Armate.
In tale contesto si inserisce, in molti Paesi, e anche in Italia, il contributo fornito ai vertici militari da speciali figure, che potremmo definire «consiglieri giuridici» o, con enfasi derivante dai mass media, i jag (judge advocat general) italiani. In sintesi nel settore operano, a livello centrale, tre uffici, tutti posti in collocazione di staff, rispettivamente nei confronti del ministro della Difesa (Ufficio legislativo), del capo di Stato Maggiore della Difesa (Ufficio generale affari giuridici) e del comandante operativo di vertice Interforze (Ufficio legale). Analoghe figure, ma con profili organizzativi più contenuti, sussistono inoltre sia nei reparti in Italia che nei contingenti all’estero (legal advisor), in seno alle varie missioni cui il nostro Paese contribuisce.
Tra le strutture citate l’ufficio legale del Comando operativo Interforze, unità organizzativa organicamente posta alle dirette dipendenze del comandante, è chiamata a fornire consulenza giuridica e legale in tutte le materie che afferiscono alle responsabilità di tale Comando e alle nostre truppe all’estero. Più precisamente l’ufficio fornisce supporto ai comandanti, ai legal advisor (consiglieri giuridici) e alle unità di Polizia Militare operanti nei teatri; procede alla formazione, cosiddetto «indottrinamento» dei comandanti e del loro staff sugli aspetti legali delle missioni all’estero; concorre alla pianificazione e alla predisposizione di operazioni e di esercitazioni; cura l’elaborazione e l’aggiornamento, per la parte di competenza, delle direttive applicative impartite ai teatri operativi; analizza i provvedimenti legislativi e gli atti di sindacato ispettivo parlamentare riferiti ai contingenti nazionali all’estero; provvede allo studio e alla valutazione delle risoluzioni dell’Onu e della normativa internazionale; concorre con lo Stato Maggiore della Difesa alla stesura di memorandum of understanding technical agreement e di accordi bilaterali; collabora infine con l’Autorità giudiziaria ordinaria e militare nell’espletamento delle attività di competenza.
L’elencazione dei compiti, certamente non esaustiva ove si consideri l’indeterminatezza delle possibili aree di intervento del settore legale, rende l’idea di un mondo poco noto ma sicuramente importante, i cui attori - ufficiali, sottufficiali, militari provenienti da tutte le Forze Armate, Carabinieri compresi - si caratterizzano per impegno, dedizione e professionalità, uniti alla passione per l’approfondimento normativo e soprattutto all’amore per il loro così peculiare lavoro.
A solo titolo esemplificativo l’ufficio ha provveduto alla stesura dei profili giuridici dell’impiego dei militari nell’operazione «Strade sicure» e, proprio di recente, ha proceduto alla definizione degli aspetti legali, con particolare riferimento all’esercizio della giurisdizione nazionale, della partecipazione italiana all’operazione «Atalanta» dell’Unione Europea contro le azioni di pirateria perpetrate in danno di naviglio internazionale in corso nelle acque prospicienti il Corno d’Africa.
Da questi esempi emerge la complessità dei temi trattati, nel caso dell’operazione «Strade sicure» con riferimento all’assolvimento delle funzioni di agente di pubblica sicurezza assegnate dal Governo ai contingenti dispiegati nelle città italiane a tutela della collettività; nel caso dell’operazione «Atalanta», avuto riguardo ai risvolti giuridici, concernenti l’arresto, la detenzione a bordo e la consegna all’Autorità giudiziaria nazionale di pirati. In conclusione i consulenti legali, pur non esercitando la rappresentanza legale nelle aule di giustizia, possono essere definiti «avvocati in divisa» in quanto svolgono attività che richiedono il possesso di specifiche competenze tecnico-giuridiche.

IN COLLABORAZIONE CON LO STATO MAGGIORE DELLA DIFESA

Tags: Ministero della Difesa forze armate avvocatura Difesa capo di stato maggiore Giugno 2009 SMD - Stato Maggiore della Difesa

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