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COSTA CONCORDIA, VINTA LA BATTAGLIA SUI RISARCIMENTI

di MASSIMILIANO DONA, segretario generale dell’UNC - Unione Nazionale Consumatori

Ore 10 di un gelido mattino di febbraio, a Roma, all’Eur, in Via dell’Astronomia. Prima di entrare nel palazzo che ospita la sede della Confindustria, respiro profondamente. Passo i controlli di sicurezza, il mio nome risulta insieme a quello di altri 17: siamo i rappresentanti delle organizzazioni dei consumatori riconosciute in Italia. Tutte tranne una che preferisce fare corsa a sé. Ci ritroviamo all’interno della sala illuminata dai raggi del sole che filtrano attraverso le grandi vetrate.
Un brusio dal corridoio annuncia che stanno arrivando: è la delegazione di Costa Crociere, siamo qui per discutere dei risarcimenti dovuti per il naufragio della «Concordia» nell’isola del Giglio. Prendono posto dall’altra parte del tavolo, c’è un giro di presentazioni poi cominciano loro: del resto, se ci hanno convocato, avranno qualcosa da dire. È Norbert Stiekema a parlare per primo, olandese come i primi navigatori. Annuncia di avere una delega per trattare ad oltranza perché la Costa vuole risarcire i danneggiati e uscire al più presto dalle acque del Giglio.
Poi parla l’avvocato e diventa necessario prendere nota di qualche dato. Racconta le iniziative già messe in campo in favore dei passeggeri. L’interrompo quando precisa che, oltre ai risarcimenti, la Compagnia ha messo a disposizione alcune «liberalità»: gli faccio notare che non mi sembra la parola più adatta nel contesto di cui si discute. Impiega un po’ di tempo a comprendere che non è questione di parole, ma di sostanza. Deglutisce amaro, si corregge. Meglio fare una pausa, al ritorno ascolteremo finalmente i numeri della proposta economica.
Dopo alcune interruzioni della trattativa, necessarie alle parti per chiarire le rispettive posizioni, l’avvocato della compagnia impugna il pennarello e scrive sulla grande lavagna. Voce per voce, si compongono i numeri di un’offerta che non raggiunge i 10 mila euro a persona. Rispediamo al mittente la loro proposta e l’olandese, stizzito, sembra voler tornare a Genova. Qualcuno saggiamente, propone la pausa per il pranzo.
Con un ultimo sforzo di diplomazia si congedano da noi annunciando l’arrivo di un buffet. Saranno loro a tornare negli uffici del piano di sopra. Panini e tramezzini restano a lungo sul tavolo in attesa che si calmino le acque. Ad un tratto un impercettibile movimento della webcam che inquadra la sala fa salire la tensione alle stelle, ma è un falso allarme. Alla fine decidiamo di scrivere la nostra controproposta sulla lavagna, accanto ai numeri indicati dalla Costa.
Quando la delegazione torna nella sala, mi trovano in piedi, davanti alla lavagna, incaricato dai miei colleghi di illustrare la nostra posizione: alla vista dei nostri numeri il manager olandese e l’avvocato italiano sbuffano visibilmente. Norbert allora prende la parola ed annuncia di aver capito che siamo noi a non voler trovare un accordo: non è certo un buon esempio di corretta tecnica negoziale.
Quando il legale prova a negoziare sull’entità dei danni subiti dai passeggeri per la perdita del bagaglio, qualcuno tra noi gli chiede di stimare il costo della sua valigia per questa trasferta romana. Nessuna risposta. Poi il manager olandese si dimostra stupito dell’importo da noi richiesto a compensazione del trauma psicologico. A quel punto gli chiedo se è sposato: avrei voluto chiedergli di quantificare il prezzo di vedere sua moglie in abito lungo, al freddo in precario equilibrio sulla fiancata di una nave a pochi metri dalle gelide acque del mare di inverno. L’olandese fa finta di nulla.
A pomeriggio inoltrato il tavolo rischia di saltare: qualcuno prova a far notare il fatto che i passeggeri del Concordia avevano acquistato una crociera a basso costo, 640 euro in media. Insomma, il messaggio sembra essere questo: «Quella povera gente cosa mai avrà messo in valigia?» Ringhiamo così forte da far intendere che questa volta a Genova li avremmo volentieri rispediti a calci. Altra pausa. All’interno della sala riunioni comincia a fare freddo, forse l’efficienza energetica nel palazzo della Confindustria non tiene conto del fatto che a volte occorra lavorare ben oltre l’orario di ufficio.
Da parte nostra ci alterniamo con i due caricabatteria disponibili. Quando la delegazione della Costa Crociere torna, a tarda notte, per comunicarci l’esito della trattativa, i rappresentanti dei consumatori indossano già le sciarpe e i cappotti, ma la notizia è risolutiva: accettano la nostra proposta. Una transazione da oltre 44 milioni di euro in favore di 3.206 consumatori di 61 diverse nazionalità. Torno a casa felice con il pensiero dell’inchino fatto davanti ai rappresentanti dei consumatori italiani.

Tags: confindustria consumatori Massimiliano Dona UNC Unione nazionale consumatori marzo 2012 Costa Crociere

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