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AMBASCIATORE YERBOLAT SEMBAYEV SULLA SITUAZIONE IN KAZAKHSTAN

L’ambasciatore kazako a Roma Sembayev Yerbolat ha tenuto un briefing per la stampa in merito ai recenti avvenimenti generatisi il primo dell’anno a causa dell’aumento del prezzo del gpl, dovuto al passaggio al commercio elettronico con conseguente raddoppio del prezzo (da 0,14 a 0,28 dollari al litro). Esplosa inizialmente a Zhanaozen e ad Aktau, nell’oblys di Mańğystau, regione occidentale affacciata sul mar Caspio, la protesta si è estesa com’è noto in tutto il paese (soprattutto Almaty, Shymkent, Taraz e Kyzylorda) e trova finalmente una conclusione: l’ambasciatore kazako ha dichiarato che hanno lasciato il paese tutte le truppe intervenute in virtù del CSTO, alleanza stretta nel 1992 tra Armenia, Bielorussia, Federazione Russa, Kirghizistan, Tagikistan e, appunto, Kazakhstan. Nonostante il 4 gennaio scorso il presidente Kassym-Jomart Tokayev abbia invitato i cittadini a non prendere parte alle manifestazioni e si sia deciso di ridurre temporaneamente il prezzo del gas a meno di 0,14 dollari al litro, gruppi di facinorosi e terroristici si sono approfittati della situazione per destabilizzare il Paese, portando il giorno successivo alla dichiarazione dello stato di emergenza per controbattere le minacce alla sicurezza nazionale, con dimissioni del governo Mamin e del primo presidente Nursultan Nazarbayev dalla presidenza del Consiglio di sicurezza, carica assunta da Tokayev che a breve sarà inoltre nominato segretario di Nur Otan, il partito di Nazarbayev; il giorno stesso è stato chiesto l’intervento del CSTO. Il bilancio purtroppo è negativo in termini di vite umane: molti gli uccisi, tra cui anche due bambini; tra le forze dell’ordine, 19 morti e due decapitati tanto che il 10 gennaio è stata dichiarata giornata di lutto nazionale. 

“Si è trattato di aggressioni armate da parte di gruppi terroristici addestrati, emersi a causa dell’attivazione di cellule dormienti; le forze di polizia non erano pronte a fronteggiare attacchi di così lunga durata, con l’intento di minare istituzioni allo scopo di prendere potere sul Kazakhstan”: così l’ambasciatore ha definito la situazione che è conflagrata soprattutto ad Almaty, città più grande del Kazakhstan e precedente capitale, in un’escalation di violenza contro istituzioni, aziende e proprietà pubbliche e private, inclusi l’ufficio del sindaco, la residenza locale del presidente e del procuratore, la sede del comitato di sicurezza. Numerose strutture pubbliche e private distrutte: in particolare, i danni totali alle aziende ammontano a 239 milioni di dollari.
È stata quindi organizzata una task force investigativa speciale, voluta dal presidente Tokayev, per assicurare alla giustizia tutti i militanti e i loro complici coinvolti nei crimini contro la popolazione civile. L’ambasciatore Yerbolat specifica che “è garantita la sicurezza delle missioni diplomatiche e delle aziende. La situazione è stabilizzata e non ci saranno cambiamenti; c’è tutto l’interesse da entrambe le parti affinché gli investitori tornino, pertanto resta in vigore la possibilità di viaggi senza visto, sospesi a causa della pandemia e ripristinati dal primo gennaio, fatto salvo ovviamente lo specifico regolamento per contrastare la pandemia”. 

Il presidente Tokayev l’11 gennaio si è rivolto alla Mazhilis assegnando compiti per il rinnovo economico e finanziario e il ripristino della normalità; a sostituzione di Askar Mamin, nuovo primo ministro è divenuto Alikhan Smailov, precedentemente ministro delle Finanze e vice primo ministro. Durante l’incontro con la Camera bassa del Parlamento, si è provveduto a prendere diverse misure, la maggior parte delle quali da iniziare entro due mesi: sarà fornita assistenza alle famiglie delle vittime delle forze dell’ordine, dei soldati e dei civili, cui si darà un’indennità per alloggio e istruzione. Assistenza finanziaria verrà fornita alle imprese durante la crisi, con una temporanea sospensione del pagamento degli interessi sui prestiti, delle multe amministrative e delle sanzioni; si lavorerà per migliorare l’attrattiva degli investimenti in Kazakhstan, migliorando i requisiti ambientali, sociali e di governance aziendale, la transizione globale verso l’energia verde e la transizione tecnologica. Il Governo affronterà le disuguaglianze sociali assicurandosi che i redditi di tutti i cittadini crescano in linea con la crescita dell’economia nazionale, lavorando allo sviluppo di un programma per aumentare il reddito di tutta la popolazione insieme alla Camera degli imprenditori con la quale, insieme inoltre alla Banca nazionale, si lavora anche a contenere l’inflazione. Per contrastare efficacemente tutti i tipi di minacce, l’intero sistema di sicurezza nazionale sarà riorganizzato, comprese le forze armate, le forze dell’ordine, le agenzie di sicurezza nazionale e i servizi segreti. Durante gli eventi, le forze armate non sono state in grado di utilizzare il loro potenziale in una situazione critica; oggi infine Kassym-Jomart Tokayev ha destituito Murat Bektanov dalla carica di ministro della Difesa e ha nominato al suo posto Ruslan Zhaksylykov. A settembre, durante il discorso annuale del presidente, si presenteranno le nuove misure e i risultati conseguiti.

Per quanto riguarda l’ipotesi del coinvolgimento dei “minatori” di bitcoin, l’ambasciatore kazako Yerbolat ritiene che questo non abbia avuto peso.

In tutto il paese 1.270 imprese sono state colpite. Più di 100 centri commerciali e banche sono stati saccheggiati. Secondo gli ultimi dati, 225 persone sono morte, 19 di loro sono agenti delle forze dell’ordine sono stati uccisi da estremisti e terroristi. Più di 700 agenti di polizia, personale militare e 1000 civili sono rimasti feriti e ricoverati in ospedale.
Secondo i dati della Procura Generale del Kazakhstan (per il 18 gennaio), i tribunali hanno considerato 8.354 casi amministrativi relativi a questi eventi; 3.337 delinquenti hanno ricevuto solo una diffida, senza arresto o multa. Al 18 gennaio, 1.002 persone erano agli arresti. La Procura ha presentato 1.758 istanze agli organi di appello per attenuare le sentenze inflitte dal tribunale; su richiesta della Procura, sono già stati scarcerati 676 cittadini e per 344 persone la sanzione è stata sostituita da una diffida. 738 le mozioni per l’attenuazione della pena e la sostituzione della sanzione con un’ammonizione. Inoltre, altri 358 procedimenti amministrativi sono stati chiusi senza l’invio di materiale al tribunale. Avviate 695 indagini preliminari su reati gravi e particolarmente gravi, inclusi 44 casi di terrorismo, 15 casi di omicidio e 6 casi di propaganda e richieste di presa del potere. 780 persone sono state arrestate come sospette, 695 delle quali sono state condannate all’arresto. Questi casi sono classificati come reati gravi e particolarmente gravi; i pubblici ministeri assicurano che i diritti dei cittadini siano rispettati e tutte le persone coinvolte in procedimenti penali, compresi tutti i detenuti, ricevono assistenza legale tempestiva.

Tags: Giosetta Ciuffa Kazakhstan Nursultan Nazarbaev oil&gas Russia Difesa ambasciate in Italia Gennaio 2022

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