I 4 OBIETTIVI DELL'IMPEGNO STRATEGICO DELL'UNIONE EUROPEA
La strategia antiterrorismo adottata dall’Unione Europea comprende quattro fondamentali obiettivi - prevenzione, protezione, perseguimento e risposta - che si iscrivono nel quadro del suo impegno diretto a combattere il terrorismo su scala mondiale nel rispetto dei diritti dell’uomo, e a rendere l’Europa più sicura consentendo ai suoi cittadini di vivere in un’area di libertà,di sicurezza e di giustizia.
Il primo obiettivo consiste nell’impedire le affiliazioni al terrorismo affrontando le cause che favoriscono la sua diffusione e che possono condurre alla radicalizzazione e al reclutamento in Europa e a livello internazionale. Mediante le operazioni di gestione delle crisi militari e civili, l’Unione europea contribuisce a migliorare il contesto della sicurezza che influisce sulle condizioni che portano alla radicalizzazione violenta nei Paesi terzi. Si possono citare ad esempio la missione di assistenza alle frontiere per il valico di Rafah (Gaza) e la missione di sostegno alla polizia in Afghanistan.
Inoltre i progetti di assistenza per i Paesi terzi nel settore del buon governo e dello Stato di diritto stanno intervenendo sulle cause profonde che contribuiscono al radicalismo terroristico. In proposito, l’Unione ha organizzato riunioni di esperti al fine di analizzare e confrontare i processi di radicalizzazione nell’area del Mediterraneo, potenziando sempre più il coordinamento di ciascuno Stato membro mediante l’applicazione dei migliori strumenti antiterrorismo analitici e operativi.
Il secondo obiettivo è la protezione dei cittadini e la riduzione della vulnerabilità agli attacchi terroristici attraverso una maggiore sicurezza delle frontiere, dei trasporti e delle infrastrutture critiche. Le misure volte a migliorare la protezione delle frontiere comprendono la direttiva intesa ad includere i dati biometrici nei passaporti dell’Unione, l’istituzione dell’agenzia Frontex e l’aggiornamento del codice doganale comunitario, nonché l’istituzione del sistema di informazione Schengen di seconda generazione.
Di recente i servizi doganali e di protezione delle frontiere hanno organizzato esercitazioni congiunte al fine di prevenire il traffico illecito di materie radioattive che potrebbero essere utilizzate per la fabbricazione delle cosiddette «bombe sporche». Le misure volte a migliorare la sicurezza dei trasporti comprendono l’adozione della direttiva sulla sicurezza dei porti e le iniziative intese a migliorare la sicurezza degli aeroporti. In seguito alla richiesta formulata dal Consiglio europeo, la Commissione ha proposto misure di vasta portata anche per proteggere le infrastrutture critiche.
È attualmente in preparazione un sistema di allarme rapido europeo per far fronte alle emergenze. La stessa Commissione, inoltre, ha messo a punto un regime di monitoraggio per il controllo della fabbricazione di sostanze usate nella produzione di esplosivi. Per la prima volta, poi, la ricerca e lo sviluppo in materia di sicurezza avranno un posto di rilievo nel programma dell’Unione. Il settimo programma 2007/2013 prevede uno stanziamento di 1,4 miliardi di euro, di cui una parte consistente sarà destinata al rafforzamento della protezione contro gli esplosivi convenzionali e contro attacchi terroristici non convenzionali: chimici, biologici, radiologici, nucleari.
Il terzo obiettivo della strategia antiterrorismo dell’Unione è quello di indagare sui terroristi e perseguirli oltre frontiera e su scala mondiale; ostacolare la pianificazione, gli spostamenti e la comunicazione; smantellare le reti di sostegno; tagliare i finanziamenti e impedire l’accesso al materiale necessario per gli attentati; nonché assicurare i terroristi alla giustizia. Al riguardo, va segnalato che il mandato di arresto europeo viene sempre più usato come strumento contro il terrorismo e le altre forme di crimine organizzato.
Sulla base di questa esperienza il Consiglio ha raggiunto un accordo politico sulla proposta di creare anche un mandato europeo di ricerca delle prove. Ha inoltre adottato una decisione quadro per consentire il reciproco riconoscimento delle decisioni di confisca dei proventi di reato. Tra le iniziative adottate di recente per combattere il finanziamento del terrorismo meritano di essere segnalate la direttiva per la prevenzione del riciclaggio, il regolamento sui prelievi di denaro contante e quello sui trasferimenti di fondi. Varie misure sono state poi adottate al fine di rinforzare lo scambio di informazioni tra gli organismi che combattono il terrorismo.
La cooperazione fra le Agenzie di sicurezza e di intelligence è stata potenziata mediante la modernizzazione e l’ampliamento del Centro di situazione (Sitcen), che ha fornito agli Stati membri e alla Commissione valutazioni frequenti di elevato livello della minaccia terroristica. Anche l’operazione transatlantica è stata potenziata mediante il distacco di ufficiali di collegamento degli Stati Uniti presso l’Europol e l’Eurojust. L’accademia europea di polizia (Cepol) ha avviato programmi di formazione antiterrorismo per alti funzionari di polizia.
Il quarto obiettivo consiste nel prepararsi, in uno spirito di solidarietà, a gestire e ad attenuare le conseguenze di un attacco terroristico, migliorando la capacità di farvi fronte, di coordinare la risposta e di provvedere alle necessità delle vittime. Al riguardo, è stato varato un progetto pilota per aiutare le vittime del terrorismo e le loro famiglie, migliorando la protezione consolare dei cittadini dell’Unione in caso di attentati terroristici in Paesi terzi. Su suggerimento della presidenza e del coordinatore antiterrorismo sono state poi adottate proposte volte a istituire dispositivi europei di coordinamento nella gestione delle crisi e delle emergenze.
Concludendo, non si può fare a meno di aggiungere che la lotta al terrorismo svolge un ruolo significativo e crescente nella politica estera e di sicurezza comune dell’Unione europea. Nell’ambito del G8 i Paesi europei che vi partecipano sostengono da sempre gli sforzi globali volti a ridurre il rischio che i terroristi entrino in possesso di armi di distruzione di massa. Su questo versante si stanno attuando azioni comuni dell’Unione a sostegno delle attività di non proliferazione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica e dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche. L’Unione presta, inoltre, grande sostegno all’attività di prevenzione di diffusione delle armi biologiche