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VINITALY 2022, FINALMENTE IN PRESENZA ALLA FIERA DI VERONA

Presentata oggi a Roma l’edizione 2022 di Vinitaly, la 54°, accompagnata da Sol&Agrifood (olio evo ed agroalimentare di qualità) ed Enolitech (tecnologie olio, vino, birra), nuovamente in presenza dopo la special edition dello scorso ottobre. E, considerato il lungo periodo pandemico, suona come una rinascita, anche se tra rialzi nei contagi e guerra in Ucraina c’è poco da star tranquilli. Volendo però concentrarsi su un evento che dà lustro all’Italia e che muove un mercato, quello del vino, da...., ecco che Vinitaly diventa occasione di un gioco di squadra tra produttori e sistema fieristico, come lo ha definito il presidente di Veronafiere Maurizio Danese, riconoscendo inoltre al Governo di aver fatto la sua parte e aver capito l’importanza del sistema fiere per l’economia del Paese, tanto da inserirlo in piena pandemia come uno dei 6 pilastri del piano per l’export.

Un nuovo evento fisico quindi, dopo aver mantenuto per due anni i rapporti con clienti e imprese tramite il digitale e le “anteprime” OperaWine con Wine Spectator e Vinitaly preview nel giugno scorso e la special edition di ottobre, ma è giunto il tempo di infondere fiducia agli stakeholder con il ritorno al format tradizionale, e lo dimostrano i numeri: “4.400 espositori da 19 nazioni, un risultato che premia il piano di sviluppo stilato nel 2018, poi rivisto in pandemia, che poggia su tre linee fondamentali: potenziamento del business in fiera, selezione sempre più accurata degli operatori, incremento della quota estera” spiega Maurizio Danese in conferenza stampa. Il presidente evidenzia inoltre il grande lavoro compiuto quest’anno, in collaborazione con ICE Agenzia, che ha portato a un maggior posizionamento del Vinitaly sui mercati di riferimento stranieri, sia maturi che emergenti: ulteriori 700 buyer provenienti da 50 Paesi, soprattutto USA e Canada, quest’ultimo oltretutto presente con i Monopoli, nonché per la prima volta la presenza dell’Africa (Angola, Camerun, Etiopia, Kenya, Mozambico). Come aggiunge il direttore generale di ICE Roberto Luongo, agenzia per la promozione e internazionalizzazione all’estero, oltre i 680 importatori e buyer attesi, l’intento è far convergere a Verona imprenditori, giudici, influencer, assaggiatori perché Vinitaly sia appuntamento del vino a livello mondiale e i nuovi consumatori si avvicinino a nuove realtà, ricorrendo anche a format come gli speed dating del b2b, appuntamenti di 30 minuti (progetto Taste&Buy: 922 gli incontri già fissati).

Fiere come strumenti di sviluppo e politica industriale, soprattutto per i più piccoli: Danese snocciola i dati del made in Italy all’estero, secondo un’indagine Istat e Sace che ne attesta l’accresciuto valore, soprattutto però per i grandi gruppi multinazionali spesso di proprietà straniera. Quindi l’amara considerazione è che c’è un segno meno (la partecipazione alla fiera di undicimila imprese in meno in tema di export) ed è pertanto a discapito delle pmi e a favore della grande impresa: con la chiusura delle fiere per la pandemia, le piccole e medie imprese hanno sofferto delle mancate occasioni, perdendo quote di mercato. “Ritornare a fare fiera significa tornare a fare sviluppo: il 50% delle esportazioni oggi è originato da contatti in fiera e Vinitaly ha un ruolo centrale per l’internazionalizzazione in un comparto costituito da 130.000 imprese agricole, 45.000 aziende vinificatrici e 1 milione di addetti, per un valore di produzione di 14,5 miliardi di euro dei quali 7,1 (dato questo dell’osservatorio Vinitaly-Ismea-Unione Italiana Vini) di export con +12,4% rispetto all’anno precedente”. Ennesima dimostrazione dell’apporto in termini di sviluppo ed export dell’evento veronese è che nel settore del vino, continua Danese, il 60% delle esportazioni è realizzato da 106 aziende, metà cooperative e metà private: anche qui le pmi hanno bisogno del sostegno derivante dalla partecipazione ad eventi fieristici: “Ogni euro investito in fiere ne produce 60 di fatturato e 23 di indotto-osserva Danese, stavolta in quanto presidente anche di AEFI, Associazione esposizioni e fiere italiane- e l’indotto è anche turismo, promozione e via dicendo: un effetto moltiplicatore”.

Eppure, per due anni si è dovuto fare a meno degli eventi fieristici. Questa attesa ha comunque consentito che la città di Verona si preparasse ad accogliere gli ospiti. Ecco che il sindaco Federico Sboarina presenta i cambiamenti in atto a Verona: “Si è trattato di fase drammatica che ha generato molte criticità alle aziende, aspetto che, rigirato, genera anche molte aspettative da parte loro. OperaWine e la special edition sono state utili a ripartire ma qui presentiamo il ritorno di Vinitaly nella veste che conosciamo e, poiché spesso ci viene detto che il valore aggiunto del Vinitaly è Verona, presto la vedrete con alcune novità: sta arrivando l’alta velocità, dalla stazione ci sarà uno dei più grandi parchi urbani d’Europa, infine verrà rifatto il casello di Verona sud. Inoltre in venti minuti a piedi si arriverà dal quartiere a piazza Bra”.

Il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani introduce il piano strategico intanto descrivendo quanto fatto negli ultimi due anni con il rafforzamento del presidio di Vinitaly sui principali mercati, incluso quello domestico, mediante attività promozionali e educational; il potenziamento dello sviluppo e il consolidamento del rapporto con stakeholder e aziende. Il piano industriale, messo a punto con Roland Berger, dipinge il Vinitaly del futuro, con una rinnovata attenzione per l'incoming degli importatori, selezionati dai produttori stessi e invitati da Veronafiere secondo un rapporto "buyer taylor made"; potenziamento della academy e della piattaforma digitale; miglioramento dei servizi e della logistica anche interna, a partire dal collegamento diretto stazione-fiera: più attenzione internazionale, maggiore selezione dei wine lover durante la manifestazione,  maggiore partnership corntinua con le aziende nel definire obiettivi di sviluppo del Vinitaly sul mercato internazionale e accresciute opportunità del digitale: queste le linee guida del prossimo biennio.

 

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