Il nostro sito usa i cookie per poterti offrire una migliore esperienza di navigazione. I cookie che usiamo ci permettono di conteggiare le visite in modo anonimo e non ci permettono in alcun modo di identificarti direttamente. Clicca su OK per chiudere questa informativa, oppure approfondisci cliccando su "Cookie policy completa".

METAVERSO: SPAZIO VIRTUALE DOVE OPERARE IN MODALITÀ PHYGITAL

Da quando Facebook, dal “preistorico” Oculus Labs, è passato all’annuncio di massicci investimenti nel metaverso il 28 ottobre 2021 cambiando anche il nome in Meta Platforms, l’attenzione sui mondi virtuali è aumentata in modo vertiginoso.

Il metaverso è la nuova generazione di Internet (WEB.3) che consentirà di agire sul web a livello tridimensionale non più solo con il pc o lo smartphone: è uno spazio virtuale, aperto e collettivo, potenziato virtualmente, in cui convergono realtà fisica e digitale dove in un ambiente 3D si può interagire, comprare, vendere o addirittura possedere beni digitali.

In un mondo nuovo con immense praterie commerciali la prima necessità è trovare una soluzione alle due possibili architetture. Un sistema open che tutti possono sviluppare o un metaverso oligopolistico gestito da poche mega strutture come le Big Tech che già dominano internet e i social media. Fondamentale risulteranno l’emanazione di norme antitrust e i relativi controlli delle Autorità.

La domanda da farsi è se si tratti della moda del momento che lascerà “morti e feriti” sul campo o un mercato in via di affermazione bisognoso di idee, di “mercanti”, di fondi ma anche di regole e controlli. Domanda lecita se le previsioni indicano in 13 miliardi nel 2030 il suo “fatturato”: una goccia nell’oceano.

Certo è che si tratta di un fenomeno che tenterà di cambiare il modo in cui si interpreta la realtà, in cui potrebbe essere ripensato il linguaggio per armonizzarlo con le interazioni virtuali, dove si possa trasformare la vita quotidiana, direttamente o virtualmente, attraverso un avatar dove amplificare una vita parallela virtuale per svolgere larga parte di quanto sino a oggi è svolto nel mondo fisico.

L’obiettivo del metaverso è, secondo gli estimatori, rispondere a nuovi bisogni e soddisfare nuove esigenze: attività commerciali, bancarie, di marketing, di gaming, di investimento, di possesso di opere d’arte, di contratti da tradurre nel mondo fisico, ad esempio il contratto di matrimonio.

Con tali premesse l’interesse per il metaverso si è sviluppato in molti settori di mercato anche se molti non sanno neppure indicare chiaramente cosa sia realmente, intuendo o essendo indotti a intuire, che consentirà di ridefinire e integrare la relazione tra l’impresa e il cliente (cd. customer journey online), che partendo da un primo approccio costruisca un rapporto continuativo tra di essi, attraverso tutti i canali disponibili trasformando il processo digital in phygital, dove il rapporto digitale si integra con quello fisico.

Si immagini il sistema finanziario che, attraverso il metaverso, possa migliorare la customer experience per l’onboarding della clientela, consolidando il rapporto tra questa e l’intermediario, aumentando la vendita digitale, potenziando l’offerta di servizi, dotandosi di cyberarchitetture brandizzate e campagne di storytelling, fornendo room digitali di consulenza e ricchezze in 3D da interpellare in tempo reale, creando delle proprie community secondo la tipologia di clientela, la vendita digitale, velocizzando e rendendo più sicuri i sistemi di pagamento, fino all’integrazione nel mondo reale delle criptovalute.

Proprietà, possesso, consegna, sede, uso, affitto, cessione hanno un preciso significato legale e rinviano a leggi, istituti e tradizioni giuridiche ben definiti ma rischiano di diventare obsoleti o utilizzati in modo improprio, perché rinviano al mondo reale, impedendo il corretto inquadramento tecnico-legale, a cui si aggiungono gli aspetti reputazionali della relazione tra utenti e operatore in rete.

Deve essere chiaro che nel metaverso possono essere svolte attività illegali come nel mondo fisico: contro la libertà sessuale, la persona, il patrimonio, l’economia, la pubblica amministrazione oltre a quelle del mondo virtuale.

Un presidio, però, non può essere abbandonato ovunque si operi: resta l’obbligo di rilascio del consenso per il trattamento dei dati da parte degli utenti. Un problema in quanto è un presidio abbastanza lasco considerato che i dati sono gestiti in maniera automatizzata attraverso algoritmi e intelligenza artificiale, di cui il soggetto interessato non conosce nulla, anche in paesi esterni all’UE con rischi di un trattamento sulle interazioni sociali, monitorando le abitudini di consumo, le opinioni e le preferenze degli individui, giungendo a profilare gli utenti attraverso gli strumenti di artificial intelligence impiegando sensori di tracciamento oculare per monitorare ciò che l’utente sta osservando in un preciso istante.

Il metaverso non può essere sottaciuto, rende vulnerabili i dati sensibili dei partecipanti e il monitoraggio dei comportamenti assunti dagli utenti. Dovranno essere creati sistemi interoperabili tra il vecchio e il nuovo approccio dei rapporti tra le parti (legacy), rivista se non costituita ex novo la normativa, la privacy e la protezione dei dati (rispetto delle previsioni del GDPR), il marketing diretto, il controllo dei dipendenti, la valutazione dei rischi e dei comportamenti, il controllo dei rischi di sicurezza informatica, della tutela e soprattutto dell’etica; sarà necessario creare standard condivisi di regole in materia di governance dei dati, di identità digitale, di tracciamento delle operazioni e di antiriciclaggio.

Poi ci sono gli aspetti pratici. Per entrare nel metaverso serviranno specifici dispositivi di realtà estesa (XR – extended reality) come gli occhiali (smart glasses), che alla prima uscita non hanno raccolta un grande successo, per sovrapporre il mondo reale a quello digitale, di realtà aumentata (AV) e di visori di realtà virtuale (VR) per rendere l’ambiente totalmente virtuale, oppure sensori, guanti e videocamere; servirà aumentare la velocità di connessione delle reti, pc con maggiore memoria e capacità di calcolo, nuovi software capaci di ottenere capacità grafica (rendering) 3D, conversione di modelli 3D in immagini 2D su pc più diffusi e utilizzati.

Servirà ponderare l’offerta di servizi al cliente finale attraverso la rete internet (cloud computing), la possibilità di elaborare dati con la massima prossimità (edge computing), il maggior utilizzo di intelligenza artificiale, machine lerning e IOT (internet delle cose): tutto “sposato” con aspetti finanziari, blockchain, criptoasset e NFT, che devono consentire al sistema di esistere.

C’è chi vive e prospera nel metaverso e, a torto o a ragione, lo ritiene il “mondo” in cui vivremo larga parte del nostro quotidiano, ma non è per l’oggi e neppure per il domani. Sono molti i passi da fare nella costruzione e per far comprendere alle persone i “vantaggi” di un cambiamento che potrebbe modificare le dinamiche dei processi di compravendita di un prodotto/servizio. Le previsioni più ottimistiche parlano di un mercato di mille miliardi in un decennio: possono sembrare tanti ma nella realtà sono una goccia nel mare. Il metaverso potrà svilupparsi solo se diventerà di massa, sarà di facile approccio abbattendo le barriere all’ingresso, con interoperabilità tra tutte le piattaforme, e abbraccerà una vasta area di settori economici come l’istruzione, l’assistenza sanitaria, la produzione, la formazione professionale, le comunicazioni, l’intrattenimento e il commercio. Un buon esempio è lo shopping on-line la cui crescita non è avvenuta all’improvviso ma è stata costante e per fattori diversi, tra cui il miglioramento del servizio clienti, il servizio post-vendita, la sicurezza, il vantaggio in termini di costi, la pandemia. Se il feedback fosse stato negativo lo shopping on line non sarebbe l’importante soluzione oggi tanto usata.

Per questo al momento non può che essere un canale aggiuntivo che aiuterà a connettersi con gli utenti e a incrementare la vendita di prodotti nel mondo fisico, nel medio e lungo termine genererà direttamente nuove linee di business.

Tags: commercio comunicazione digitale Intermediari Fabio Picciolini amministrazione digitale digital transformation big data internet smartphone social intelligenza artificiale eCommerce Internet of Things digital Facebook Ottobre 2022

© 2017 Ciuffa Editore - Via Rasella 139, 00187 - Roma. Direttore responsabile: Romina Ciuffa