GRUPPO FS, PIANO STRATEGICO 2025-2029
120 anni di storia e 100 miliardi di euro di investimenti in cinque anni: il 2025 si annuncia come un anno di rilievo per il Gruppo Ferrovie dello Stato, il cui amministratore delegato e direttore generale Stefano Antonio Donnarumma ha presentato il piano strategico quinquennale che incorona l’Europa come proprio mercato domestico. 200 miliardi invece gli investimenti al 2034, 20 di ricavi al 2029 con una crescita di +30% rispetto al 2024 e obiettivo Net Zero al 2040.
570 milioni di passeggeri (inclusa Busitalia) trasportati in Italia, 230 milioni all’estero e 37 milioni le tonnellate di merci trasportate da Mercitalia per 17mila km di linee gestite (tramite Rfi) e 9mila treni in circolazione al giorno (8 mln i veicoli invece sui 32mila km di strade Anas): numeri che rendono l’idea della complessità di un business che da solo impiega il 2% del consumo elettrico di tutta Italia. Attraverso circa 250 kpi da raggiungere nel periodo in esame, intende però rafforzare la resilienza della rete ferroviaria e stradale, migliorare la qualità del servizio, supportare il completamento delle infrastrutture e promuovere una mobilità sempre più sostenibile, per arrivare a un incremento dei ricavi a oltre 20 miliardi di euro, dell’ebitda a più di 3,5 miliardi e del risultato netto a oltre 500 milioni. Tra gli obiettivi definiti, un aumento del 30% di persone raggiunte dall’alta velocità in Italia, del 40% di passeggeri in più all’estero e del 5% di merci, puntualità per 50mila treni all’anno, 2 miliardi in investimenti digitali, 125mila giornate di formazione, oltre un gW di fotovoltaico installato entro il 2029 e la copertura totale ERTMS della rete core extended da qui al 2040 (cosa quest’ultima che, da sola, vale 18 mld di cui solo tre coperti dal Pnrr).
La trasformazione radicale cui si va incontro è declinata tramite cinque programmi che vertono su sicurezza con “zero infortuni” per passeggeri e lavoratori (la filiera produttiva è costituita da moltissime aziende piccole e grandi e bisogna lavorare per una cultura della sicurezza mediante la formazione); risorse umane; tecnologia (2 mld di investimenti digitali in dieci anni); sostenibilità; risorse finanziarie per una piena valorizzazione dei business del Gruppo, così da massimizzare le opportunità di crescita.
Il core business del Gruppo riceverà investimenti per 50 miliardi entro il 2034, tesi a migliorare la qualità del servizio della rete, la cui trasformazione vedrà 60 miliardi (valore maggiore la rete Palermo-Catania-Messina, con 9,7 miliardi); riguardo a strade e autostrade, 40 saranno i miliardi di euro (25 miliardi per nuove opere e messa in sicurezza e 15 miliardi per qualità del servizio; Calabria e Sicilia le regioni dal valore più elevato). Per i 100 milioni di passeggeri via treno e i 95 milioni via pullman attesi nei prossimi cinque anni, ci vogliono nuovi rotabili. Quindi 46 nuovi treni ad alta velocità Frecciarossa 1000, 145 treni per il traffico regionale e più di 1.260 bus a basso impatto di CO2. Un rinnovo del 60% dell’attuale parco macchine: un investimento anche sulle persone, osserva l’ad e dg Donnarumma, perché Busitalia non è una piattaforma, gli autisti lavorano per l’azienda e il pullman è l’ultimo miglio con il treno.
Obiettivo estero è superare i 14 milioni di passeggeri per l’alta velocità e 140 milioni per la mobilità urbana; nell’evoluzione verso un ruolo più intermediario da freight forwarder, 37 milioni le tonnellate di merci all’anno, con un focus su un’offerta necessariamente integrata e il supporto al trasporto multimodale. Ancora, il patrimonio immobiliare non funzionale alla gestione del trasporto ma utilizzabile in altro modo è pari a 1,1 miliardi di euro ed è destinato a progetti immobiliari per la rigenerazione urbana (pensando anche ai molti immobili inutilizzati in stazioni e scali ferroviari, che potrebbero essere sede di uffici del Gruppo invece ora locati); in linea anche lo sviluppo di parcheggi innovativi, promuovendo l’intermodalità e migliorando l’accesso alla rete ferroviaria. Già compartecipi quindi del trasporto europeo, non ci si deve dimenticare poi di Italferr e guardare ad altri Paesi quali Africa o Stati Uniti per sfruttare il know-how italiano.
Gli obiettivi strategici non immediati (non progetti pronti ma idee progettuali da sviluppare, i “nice to have” come sono stati definiti) sono altrettanto importati: adozione di un nuovo modello di finanziamento in logica RAB (regulated asset base) per la messa in sicurezza degli investimenti attraverso l’autofinanziamento con eventuale apertura al capitale di terzi e la conseguente riduzione del fabbisogno di finanziamenti pubblici, pensando di applicare questo strumento di finanziamento all’infrastruttura dedicata ai servizi Alta Velocità/Alta Capacità; potenziamento di FS International dedicata al controllo e alla gestione del business internazionale sul perimetro dei passeggeri attraverso partner finanziari-industriali: una realtà da 3 mld di fatturato e 12mila dipendenti in partenza, per generare revenue da investire in Italia; integrazione verticale e sviluppo di partnership con operatori industriali e finanziari per accelerare lo sviluppo del business; creazione di una nuova infrastruttura dedicata ai servizi di connettività a bordo treno. Intensificare le antenne, con uno spending di “100-200 mln” per offrire soprattutto all’utenza business questa possibilità finora così difficile da ottenere a causa della velocità di conversione nel riprendere il segnale da una cella all’altra.
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