KISS ME LICIA: IL MUSICAL A MILANO A MARZO
Il 10 settembre del 1985, un martedì degli anni Ottanta, Italia1 trasmise la prima puntata di un cartone animato di produzione giapponese destinato ad arricchire il patrimonio culturale pop di tutti i bambini che, poi, sarebbero cresciuti ed oggi lo avrebbero ricordato e ne avrebbero ricordato l'influenza: era Kiss Me Licia, anime nato dal manga Aishite Knight di Kaoru Tada, accolto con freddezza nella sua terra natia ma successo clamoroso in Europa e in Italia in particolar maniera, dove ha registrato più di 4 milioni di spettatori a puntata per tutta la sua messa in onda. Poi ne fu tratto un telefilm nel quale Cristina D'avena, interprete di tutte le più note sigle dei cartoni animati di quegli anni, diede il volto alla protagonista Licia.
Trascorsi quasi quarant'anni, il cult viene riproposto sotto forma du musical dall’autore, regista e produttore Thomas Centaro, in un salto nel passato interamente approvato, sostenuto e incoraggiato dalla proprietà dei diritti dal Giappone. Tra colori, ambientazioni e oggetti di scena frutto di studi approfonditi dell’epoca, le note del gruppo dei Bee Hive, guidati da Mirko (ragazzo dal ciuffo rosso, allora una novità), icona pop della trasmissione, nonché di successi internazionali intramontabili di Spandau Ballet, Europe, Bon Jovi, Queen, A-Ha, Cyndi Lauper, Samantha Fox, Billy Joel, Blondie, Culture Club, Nikka Costa, Spagna, Bonnie Tyler e di molti altri, riscritti in italiano dallo stesso regista, rispettando l’assonanza delle liriche originali
e la partecipazione straordinaria di Pietro Ubaldi, che per l’occasione tornerà a dare la voce dal vivo al gatto Giuliano, Kiss me Licia torna infatti in scena venerdì 21 e sabato 22 marzo 2025 all’EcoTeatro di Milano.
“Kiss Me Licia è un musical innovativo che celebra l’amore e la musica. Lo spettacolo non vuole semplicemente calcare le vicende del manga di Kaoru Tada, del cartone animato o del telefilm. Quando il cartone è uscito nel 1985 io avevo tre anni e mezzo, eppure ricordo bene quella sigla che ascoltavo a ripetizione su Fivelandia 3. Mai avrei pensato di farne un musical" - racconta l’autore, regista e produttore Thomas Centaro. L'idea si è tradotta in più di due anni di sviluppo creativo, scrittura e studio, a cui Centaro si è dedicato insieme al direttore artistico del musical, il fratello Andrea. Tutto nel musical, infatti, è frutto di ricerche approfondite e studio su materiale d’epoca, tra immagini, riviste cartacee originali e videoclip, con l’obiettivo di ricreare una gamma di ambienti, texture e palette di colori che restituissero l’esatta collocazione storica della vicenda. “Gli anni 80 non sono un pretesto stilistico: sono sia la cornice che il fulcro del contesto narrativo. Seppure nella finzione del teatro, rendere reale un mondo nato dalle tavole di un manga è un fantastico esempio di come diversi elementi di design e produzione interagiscano quando l’immagine originale viene rispettata a pieno. Così gli anni ’80 ispirano e rivivono grazie alla fusione di artigianalità e tecnologia, tra scenografie, costumi e oggetti di scena, per un‘attualissima idea di Teatro”.
E così, grazie anche all’ausilio di scenografie digitali, combinate a green screen, effetti speciali e props originalidell’epoca come il mangiadischi arancione della Penny e il barattolo di cacao Sprint, sembrerà di affacciarsi nella camera di Licia, di camminare tra i tavoli del bar Loose o del Mambo, di cui è stato ricreato ad hoc anche l’inconfondibile telefono rosa. “Abbiamo volutamente scelto di tenere come unica linea guida l’anime giapponese: volevamo che fosse il pubblico ad andare ad attingere nei propri ricordi alle scene del cartone animato, riconoscendo all’istante la cura e l’aderenza alla raffigurazione dei personaggi” , prosegue Centaro.
Oggetto di ricerca e studio approfondito sono stati anche i brani musicali: scelti con attenzione nel repertorio del 1986, per meglio delineare la frontiera temporale dell’anno in cui si ambienta lo spettacolo teatrale, e che affiancano le canzoni iconiche del cartone animato che tutti, almeno una volta, abbiamo anche solo canticchiato. Spandau Ballet, Europe, Bon Jovi, Queen e A-Ha, Cyndi Lauper, Samantha Fox, Billy Joel, Blondie, Culture Club, Nikka Costa, Spagna, Bonnie Tyler e di molti altri: brani internazionali intramontabili, parte integrante della narrazione e non semplice accompagnamento, vestiti in stile musical grazie agli arrangiamenti orchestrali e acustici di Elena Centaro, composer e music producer che per l’occasione ha composto il brano inedito “Per Sognare”, in uscita sulle piattaforme digitali, e alla ricchezza dei cori diretti da Claudio Albertini, i cui testi sono stati tradotti in italiano dallo stesso regista dello spettacolo nel totale rispetto di metrica e assonanze con le versioni originali. Le coreografie, invece, sono curate da Bruno Giotta, che collabora con il regista da 10 anni.
Sono così rappresentate le storie di Licia (Silvia Romeo), studentessa universitaria e cameriera al Mambo, il ristorante gestito da Marrabbio, il suo gelosissimo papà (Andrea Bonati), del piccolo Andrea (Annalisa Longo), e del suo gatto Giuliano, che ritroverà dal vivo la sua voce originale, quella di Pietro Ubaldi, della migliore amica Manuela (Elena Centaro), di Satomi (Alessandro Fortarezza), cliente fisso del Mambo di cui Licia è platonicamente innamorata, e di Mirko (Thomas Centaro), ragazzo biondo con un bizzarro ciuffo rosso con cui Licia si “incontra e si scontra”, rispettivamente tastierista e frontman del gruppo rock dei Bee Hive e la loro scontrosa manager Marika (Alessandra Ruta).