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MERCATO IMMOBILIARE - PREZZI IN DISCESA? COMBATTERE LA CRISI INVESTENDO IN TROPHY BUILDING

MATTEO TANZILLI

Andranno giù del 4 per cento per la fine dell’anno. Secondo il rapporto della società Nomisma, osservatorio locale, nazionale e internazionale sui fenomeni dell’economia reale, i prezzi del mercato immobiliare continuano la loro corsa verso il fondo. I tempi medi di vendita si dilatano fino a 7,7 mesi dalla messa in vendita. I dati non sorprendono. Il mercato immobiliare è, sin dall’inizio di questo ciclo economico negativo, l’epitome di una crisi che non sembra arrestarsi. L’Italia, che sembra tristemente diventata un riferimento per indicizzare l’andamento delle difficoltà economiche dell’Europa, non fa che mostrare dati poco rassicuranti: nell’ultimo semestre le compravendite sono calate del 19,6 per cento e il ricorso ai mutui si è ridotto del 47, 6 per cento.
La soluzione per gli investitori è pragmatica e filosofica nello stesso tempo. Se è vero che il bello è nell’occhio di chi vede allora il valore, quello reale deve essere nella mente di chi valuta. È così che il valore economico, in un momento in cui la crisi economica si accompagna a una crisi percepita dei valori, non può che essere ritrovato nella solidità del passato e nel valore simbolico dell’impresa monumentale. È così che un numero sempre maggiore di investitori puntano tutto sui trophy buildings, edifici storici o dall’alto valore simbolico, che sembrano resistere alle svalutazioni e continuano ad aumentare di valore.
Questo tipo di immobili, anche se richiedono una spesa iniziale d’investimento superiore del 10-15 per cento rispetto al prezzo medio della stessa zona, premiano con un rendimento più alto del 2-3 per cento e diminuiscono i rischi in fase di contrazione del mercato. Rispetto agli immobili ordinari, i prezzi di mercato degli immobili trofeo hanno un valore medio superiore del 68 per cento nel comparto residenziale e del 72 per cento in quello direzionale.
Roma, la città eterna, non può che fornire alcuni esempi chiarificatori. Vi si trova, nel centro storico, la storica Galleria Colonna di proprietà del Gruppo Sorgente, o il nuovo ed ecosostenibile Eurosky della Parsitalia, progettato dall’architetto Franco Purini, il più alto edificio della città, incastonato nello skyline di Roma Sud. A questi esempi nostrani fanno da contraltare investimenti ben più sostanziosi in varie parti del mondo. Anche in questo caso la percezione del valore sostanziale della tradizione ha accompagnato molti investitori italiani alla conquista di mercati che sembrano impensabili.
Il già citato Gruppo Sorgente ha acquistato nel 2005, tramite uno dei suoi fondi, il Michelangelo, una consistente partecipazione, pari a circa 432 milioni di dollari, nel Chrysler Building di New York, grattacielo storico tra i più alti del mondo. La quota è stata ceduta nel 2008 al fondo sovrano di Abu Dhabi, al prezzo di 888 milioni 900 mila dollari, ottenendo una rilevante plusvalenza. Il fondo Michelangelo ha inoltre acquisito nel 2006 il Flatiron building situato nella Fifth Avenue, considerato il più vecchio grattacielo esistente a New York, costruito nel 1902, con l’intenzione di valorizzarlo trasformandolo in albergo.
Le recenti indiscrezioni sul piano di dismissione di considerevoli immobili trofeo del Comune di Roma attireranno anche molti investitori internazionali come magnati russi e sceicchi arabi, pronti ad aggiudicarsi gioielli unici come la Casina Valadier nel bellissimo parco di Villa Borghese o l’edificio del 1400 in Via dei Soldati, che ospita l’Hosteria dell’Orso. Le logiche di investimento ridisegnano la mappa del valore dando, secondo una nenia dei primi anni Novanta, quantità alla qualità. È così che il mercato degli investimenti immobiliari si reinventa ritornando agli usi e ai costumi del passato: consistenti nel valorizzare la tradizione e nel creare nuovi simboli identitari tramite opere monumentali di grande impatto visivo.

di Matteo Tanzilli

Tags: Ottobre 2012 finanziamenti mercato immobiliare Roma mutui immobili casa

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