Il nostro sito usa i cookie per poterti offrire una migliore esperienza di navigazione. I cookie che usiamo ci permettono di conteggiare le visite in modo anonimo e non ci permettono in alcun modo di identificarti direttamente. Clicca su OK per chiudere questa informativa, oppure approfondisci cliccando su "Cookie policy completa".

  • Home
  • Articoli
  • Articoli
  • MISSIONE EVEREST: COBAT, FIAMM, VIPIEMME ED EVK2CNR nel NEPAL PER RINNOVARE I PANNELLI SOLARI DELLA PIRAMIDE­­

MISSIONE EVEREST: COBAT, FIAMM, VIPIEMME ED EVK2CNR nel NEPAL PER RINNOVARE I PANNELLI SOLARI DELLA PIRAMIDE­­

ac9ff722ccee9f796dea38c810f03e02.jpg

L'estate è volata in un inconsueto slalom gigante: le problematiche connesse alla logistica per una spedizione nelle alte terre nepalesi, ad oltre 5 mila metri di quota, non sono da poco. Concluso l’iter più tecnico di preparazione del materiale con Fiamm e Vipiemme Solar, Cobat ed EvK2Cnr hanno dovuto mettere a punto l’articolato trasporto dei 15 mila chili di accumulatori e pannelli fotovoltaici da Genova a Calcutta via mare, poi da Calcutta a Kathmandu via treno; qui organizzare la verifica e il nuovo imballaggio di tutti i componenti prima di imbarcarli su piccoli aerei fino a Lukla, 2.860 metri di altitudine, base di partenza del sentiero che si snoda fino al campo base dell’Everest.
Ma l’ingaggio più problematico in termini numerici è forse stato quello dei portatori e degli yaks che entro fine settembre dovevano trasportare gli uni a spalla, gli altri sul dorso, il pesante carico fino ai 5.050 metri di quota, dove si trova l’italianissimo laboratorio di ricerca internazionale conosciuto come Piramide.
Uno yak, animale abbastanza scontroso e di difficile gestione (sa bene come usare le corna per togliersi i fastidi che gli si parano intorno), può essere caricato con un peso massimo di 50 chilogrammi. Il sentiero e i numerosi ponti da attraversare non permettono l’avvicendarsi di mandrie troppo numerose e, quando anche solo quattro o cinque yaks devono passare, gli escursionisti di turno devono salire il ciglio non agevole del sentiero o aspettare all’altro capo del ponte. Di peso un portatore di professione, tutelato dai codici di ingaggio, si carica sulle spalle circa 25 chilogrammi.
Il conto numerico della «carovana» che si snoderà da Lukla alla Piramide per il trasporto del materiale è quindi facilmente intuibile: la missione Cobat che fornirà nuova energia pulita alla Piramide dell’EvK2Cnr e che provvederà al corretto recupero dei materiali dismessi avrà dimensioni epiche.
Alla missione parteciperanno i rappresentanti e i tecnici di Cobat ed EvK2Cnr, oltre allo staff della comunicazione che documenterà lo svolgersi del trasporto e dei lavori in Piramide. Presenti anche due guide alpine a supporto dei partecipanti lungo il tragitto in salita che durerà 7 giorni.
I lavori si svolgeranno in un ambiente severo, nell’aria già rarefatta che a quell’altitudine fornisce circa il 40-45 per cento di ossigeno in meno rispetto al livello del mare. La stagione autunnale post monsonica dovrebbe garantire ai partecipanti la fruizione di un clima ancora abbastanza mite, senza il rigore di quel gelo che nella primavera del 2002, anno in cui Cobat effettuò la sua prima missione ambientale alla Piramide dell’EvK2cnr, aveva messo a dura prova i membri della spedizione.
La struttura laboratorio di vetro e acciaio si trova in una conca morenica laterale del sentiero che porta al campo base dell’Everest nella Valle del Khumbu. L’area è inclusa nel Sagarmatha National Park. Il Parco, istituito nel 1976, dopo soli tre anni (1979) è stato riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità.
Uno dei problemi prioritari del parco, segnalato specificamente nei periodici rapporti dell’UNESCO, è quello dello smaltimento dei rifiuti. Anche se tutte le spedizioni alpinistiche che gravitano nell’area già si accollano l’onere del loro sgombro dai campi base, il significativo numero di turisti ed escursionisti che giungono ogni anno nella Valle del Khumbu generano, loro malgrado, una mole di rifiuti difficilmente gestibili. Per la popolazione locale di etnia Sherpa il business turistico nell’ultimo decennio ha senz’altro elevato gli standard delle loro vite, ma l’equilibrio tra i benefici sociali e il depauperamento e degrado del territorio è più che un allarme.
Il Cobat e le aziende partner Fiamm e Vipiemme Solar, con questa missione patrocinata dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, donano al Nepal il loro contributo per la salvaguardia ambientale di un territorio che, accogliendo venticinque anni fa il progetto «visionario» della Piramide di Ardito Desio e dell’EvK2cnr, ha permesso di sviluppare in alta quota paradigmatiche ricerche scientifiche, riconosciute e condivise a livello mondiale.  

Tags: Novembre 2013 Cobat Fiamm Vipiemme Solar

© 2017 Ciuffa Editore - Via Rasella 139, 00187 - Roma. Direttore responsabile: Romina Ciuffa