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Plastica prodotta, diffusa, recuperata, riciclata e rivenduta

Zero Branco. La sede del Consorzio Riciclo plastica

Costituito nel 2007 per rappresentare le aziende che operano nel settore della raccolta, del riciclo e della produzione di materie plastiche, il Carpi, ovvero Consorzio autonomo riciclo plastica Italia, con sede nel Comune di Zero Branco in provincia di Treviso, continua a crescere: lo scorso mese di agosto sono entrate a farne parte quattro nuove aziende: la Karton e la Termoplastik, appartenenti alla categoria dei produttori; la Rigenerazione Plastica Senese, cooperativa di riciclatori; la Cagliplast, comprendente i sostenitori. «Grazie alla collaborazione delle aziende associate, il Consorzio è diventato il punto di riferimento per le aziende operanti nel campo delle materie plastiche; con la loro esperienza e il loro know-how i nuovi soci contribuiranno a raggiungere un ruolo di primo piano nella raccolta e nel riciclo della plastica», ha dichiarato il direttore generale Alfeo Mozzato. Il Consorzio riunisce aziende nazionali con l’obiettivo di ridurre il degrado ambientale principalmente attraverso il riciclo dei rifiuti in plastica. La Karton di Pordenone produce lastre di polietilene; nell’estrusione ha conquistato una solida leadership in Europa. La Rigenerazione Plastica Senese, di Colle Val d’Elsa in provincia di Siena, opera nella raccolta e macinazione di imballaggi in plastica. La Cagliplast di Cagli produce sacchi e prodotti simili; ha uno stabilimento di 6.500 metri quadrati coperti, macchinari e tecnologie d’avanguardia per l’intero ciclo produttivo. La Termoplastik di Partinico è specializzata nella rigenerazione e commercio di polietilene e polipropilene; agisce direttamente nell’area di produzione del rifiuto con notevoli riduzioni dei costi di smaltimento e miglioramento dell’ambiente di lavoro. Il Consorzio opera nella raccolta e riciclo di materie plastiche provenienti da superfici private, non da superfici pubbliche di competenza dei Comuni che si occupano della differenziata. Le imprese associate desiderano muoversi nel rispetto della normativa europea, per cui operano con modalità diverse rispetto al passato: modificano il ciclo di vita dell’imballaggio allungandolo e trasformandolo nella propria materia prima. Si passa quindi da «usa e getta» ad «usa e recupera», minimizzando e differendo sempre più nel tempo lo smaltimento finale. (Gio.Pacif.)

Tags: Novembre 2012

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