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SARA' RECUPERATO IL RELITTO DELLA CORAZZATA ROMA

Uno dei 12 cannoni da 90/50 anti-aereo usati per contrastare l’attacco aereo tedesco. Foto di Guido Gay

Identificati all’inizio dell’estate nel Golfo dell’Asinara, a circa 1.000 metri di profondità e a circa 16 miglia dalla costa sarda, i resti della Corazzata Roma saranno recuperati dopo 69 anni dall’affondamento della grande unità della Marina Italiana, avvenuto in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943 e dell’uscita dell’Italia dalla seconda grande guerra mondiale. Il ritrovamento è stato compiuto dalla società Gaymarine, specializzata nella progettazione e produzione di veicoli e apparecchiature subacquee ad alta tecnologia e in particolare dei veicoli denominati Pluto, che sono stati costruiti in centinaia di unità e sono in uso in Italia anche sui cacciamine della Marina Militare e in numerosi Paesi esteri. Le prime ed esclusive immagini del relitto, diffuse nello scorso giugno, sono state riprese dall’ingegner Guido Gay, titolare della Gaymarine S.r.l., che da molti anni sperimenta in quella zona di mare nuove apparecchiature di esplorazione subacquea da lui ideate e costruite.  Grazie all’ausilio del sofisticato robot subacqueo Pluto Palla e di altri esclusivi strumenti imbarcati a bordo del catamarano Daedalus di proprietà dello stesso ingegnere, è stato individuato e visitato il sito nel quale giace il relitto della corazzata. Imbarcato per l’occasione sul Daedalus su invito dell’ingegnere Gay, cittadino di nazionalità italiana, il personale della Marina Militare ha verificato la inequivocabile rispondenza delle immagini, prese per la prima volta il 17 giugno scorso e riprese il 28 giugno, dei pezzi di artiglieria contraerea imbarcati sulla Roma. Dopo quasi 70 anni dall’affondamento è stato possibile assegnare la corretta posizione a quello che la Marina Militare ritiene uno dei più importanti Sacrari del mare. La Corazzata Roma fu affondata due giorni dopo l’armistizio e lo scioglimento dell’Esercito italiano, colpita il 9 settembre del 1943 da un aereo tedesco. Nel disastro perirono 1.352 marinai, insieme al comandante delle Forze navali da battaglia della Regia Marina, l’ammiraglio di squadra Carlo Bergamini. Solo 622 furono i sopravvissuti.

Tags: Settembre 2012

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