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PASSATO, PRESENTE E FUTURO DELLE TLC MADE IN ITALY. DIGITAL DIVIDE: LA FORZA DEI PICCOLI OPERATORI ITALIANI

Il 5G, lo sviluppo tecnologico e le opportunità economiche e occupazionali ad esso legate, ma soprattutto le strategie per renderne omogenea la fruizione in un Paese strutturalmente frammentato e caratterizzato dal digital divide, dove il ruolo delle pmi è fondamentale per colmare i vuoti lasciati dai grandi operatori. Questi alcuni dei temi che saranno al centro di Apro19, l’evento promosso da Assoprovider che si terrà a Roma, al centro congressi Roma Eventi in via Alibert il prossimo 28 giugno.

"Si parlerà di questioni legate ai modelli economici e come devono essere variegati se vogliamo veramente realizzare la più ampia copertura nel Paese" ha dichiarato il presidente di Assoprovider Dino Bortolotto in occasione della conferenza stampa (nella foto). Il programma della giornata, dal titolo ‘Digital divide: la forza dei piccoli operatori italiani per le telecomunicazioni del Paese. Passato presente e futuro delle tlc made in Italy’, prevede tavole rotonde politiche che coinvolgeranno esponenti dei principali partiti, rappresentanti delle istituzioni coinvolte e stakeholders. Sarà un’opportunità per informare sullo sviluppo di un settore che, secondo le stime di Ericsson, arriverà in 7 anni a un giro d’affari di 1.307 miliardi di dollari e produrrà 22 milioni di posti di lavoro, nonché un’occasione per far emergere le criticità del sistema italiano e ragionare sulle possibili soluzioni.

"C’è un vizio di fondo nelle tlc italiane -ha spiegato Fulvio Sarzana, consigliere Assoprovider- perché è rimasto un oligopolio basato su pochi e grandi operatori. Dobbiamo invece consentire la piena applicazione del Codice europeo per le comunicazioni elettroniche e sfruttare il 5G per agevolare lo sviluppo delle pmi. Sono state assegnate le frequenze- ha spiegato- ma si dovrebbe fare in modo di condividere le infrastrutture per consentire alle pmi di operare".

Sfide come questa sono la ragione stessa della nascita di Assoprovider, che oggi conta circa 220 associati per oltre 5mila operatori. "Siamo nati su una battaglia per far ottenere la ‘reverse telefonica’ anche agli internet service provider che offrivano connettività, oltre che agli operatori telefonici -continua Bortolotto- e poi ne abbiamo fatta un’altra per permettere l’accesso a internet per mezzo di frequenze non licenziate, cioè gratuite, che in Italia era proibito, per aumentare il numero di soggetti che potevano fornire un servizio di accesso dati internet. Questo ci ha permesso di andare a operare in aree geografiche dove altri servizi non arrivavano".

Oggi assieme a nuove tecnologie arrivano nuove battaglie: "L’interoperabilità tra gli operatori che vengono considerati 5G è un problema reale noi vogliamo mettere in luce che in Italia è stata fatta una sperimentazione dove in una singola area un solo operatore erogava servizi 5G. Mentre noi crediamo che vada sperimentata l’interoperabilità ai servizi 5G erogati da due o più operatori".

 

Tags: telecomunicazioni internet digital giugno 2019

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