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*Speciale energia* tap, un’opera capace di ridimensionare la bolletta energetica del paese

Giampaolo Russo,  amministratore delegato per l’Italia di Tap

Un gasdotto lungo 870 chilometri, dal confine greco-turco alle coste del Salento, attraverso tutta la Grecia del Nord, l’Albania e il mare Adriatico, nel quale scorrerà il gas dei giacimenti dell’Azerbaigian: ecco che cosa è in poche parole il Trans Adriatic Pipeline, meglio conosciuto con l’acronimo di Tap, che è anche il nome dell’azienda che realizzerà questa grande infrastruttura. Un’opera di grande importanza strategica perché diversificherà le fonti di approvvigionamento del gas naturale: oggi l’Italia affianca alla propria piccola produzione nazionale ingenti importazioni da Algeria (circa 35 per cento), Russia (altro 35 per cento), Paesi Bassi (circa 20 per cento) e Libia (10 per cento), ed è esposta ai rischi che la crisi in Ucraina e il collasso dello Stato libico hanno reso evidenti la scorsa estate. Ma anche un’opera capace di dare un contributo al ridimensionamento della bolletta energetica del Paese, di quella delle famiglie e di quella delle imprese italiane. Ci siamo fatti dire qualcosa di più da Giampaolo Russo, amministratore delegato per l’Italia di Tap.

Domanda. In che modo Tap potrà contribuire a far scendere il costo del gas naturale in Italia?

Risposta. Tap, vorrei chiarirlo preliminarmente, si occupa solo del trasporto del gas, che viene estratto e venduto dal consorzio ShahDeniz del quale fanno parte aziende come BP, la norvegese Statoil e Total, oltre alla compagnia di Stato azerbaigiana Socar. Ebbene, il consorzio ha già venduto nel mercato europeo l’intera capacità di trasporto di Tap, pari a 10 miliardi di metri cubi l’anno, per ben 25 anni. Questo è avvenuto perché gli acquirenti europei, pur in una prospettiva di sostanziale stabilità dei consumi di gas nel continente, hanno trovato un vantaggio nei prezzi e nel meccanismo che li determina. Del resto si tratta di un produttore nuovo, che si affaccia per la prima volta sui mercati europei. La Strategia Energetica Nazionale stima in 4,1 miliardi di euro l’anno il taglio possibile della bolletta italiana del gas, e Tap ne costituisce la parte più rilevante. Anche per questo il progetto ha goduto del costante sostegno dei Governi succedutisi, presieduti da Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi, il quale ha impresso una finale e decisiva accelerazione.

D. In che senso Tap è un’alternativa rispetto ai gasdotti esistenti?

R. Tap è una parte di quello che l’Unione Europea ha battezzato Corridoio meridionale del gas, che collegherà i grandi giacimenti azerbaigiani del Mar Caspio all’Italia e attraverso l’Italia all’Europa. È un sistema che comprende altri gasdotti che attraverseranno l’Azerbaigian, la Georgia e la Turchia, e «bretelle» che collegheranno alcuni Paesi balcanici. Ed è progettato in modo che la capacità di trasporto possa facilmente essere raddoppiata fino a 20 miliardi di metri cubi l’anno.

D. A che punto è il progetto?

R. La sezione italiana del gasdotto è la più piccola in termini di lunghezza - 45 km. sottomarini, una decina a terra - ma anche quella che ospiterà la centrale di controllo per tutti gli 870 km. dell’opera. Di recente il progetto ha ottenuto il fondamentale decreto di compatibilità ambientale dal ministro dell’Ambiente; ora si aprirà la conferenza dei servizi che dovrà rilasciare l’Autorizzazione Unica, che contiamo di ottenere per i primi mesi del 2015, per aprire materialmente i cantieri nel 2016, anno in cui si inizierà a lavorare anche in Grecia e in Albania. A quel punto occorreranno tre anni di lavoro e un’attenta fase di collaudo: l’obiettivo è iniziare le consegne di gas il 1° gennaio del 2020.

D. C’è anche chi si oppone alla realizzazione del gasdotto: in Puglia sembra esservi un vivace movimento di contestazione contro Tap. Come risponde alle accuse che vi fanno di violentare l’ambiente e di mettere a rischio l’economia turistica del territorio salentino?

R. Il nostro è un progetto che rispetta al massimo il territorio in cui si inserirà, e siamo felici del fatto che ciò sia stato riconosciuto al massimo livello tecnico, ovvero dalla Commissione nazionale Via (Valutazione di impatto ambientale). Tutto è stato pensato e progettato con i massimi standard di tutela, a partire dal percorso sottomarino scelto per l’assenza o scarsità di Poseidonia Oceanica, una pianta fondamentale per la salute del mare e perciò giustamente protetta; alla tecnologia scelta per l’approdo del tubo, ovvero il tunnel che passerà sotto la spiaggia e la retrostante area di macchia mediterranea e che consentirà di lasciare quei luoghi intatti perfino in fase di cantiere; alla cura con cui prevediamo di ricostruire i muretti a secco e ripiantare gli ulivi che incontreremo lungo il percorso a terra; al Terminale di ricezione che sarà realizzato nell’entroterra in un’area oggi adibita a pascolo, e comunque realizzando un edificio in pietra leccese e non certo un capannone industriale. E le ulteriori cautele, che il decreto di compatibilità ambientale ci ha raccomandato attraverso 66 puntuali prescrizioni, possono rassicurare tutti sulla qualità ambientale del gasdotto: dunque le preoccupazioni di chi teme per l’economia turistica della zona saranno pure legittime, ma di certo, a nostro avviso sono infondate. Dirò di più: Tap, nel rispetto della propria cultura aziendale, è pronta a sostenere tutte le azioni che la comunità locale vorrà intraprendere a sostegno della protezione dell’ambiente e dello sviluppo del turismo in questo bellissimo angolo di Salento.

Tags: Ottobre 2014 Trans Adriatic Pipeline TAP gasdotto gas infrastrutture energia oil&gas Azerbaigian Baku

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