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Focus immobiliare - Luca Rossetto: un management buyout (r)innova e rilancia casa.it

Luca Rossetto,  amministratore delegato di Casa.it

È nato il nuovo polo europeo dell’immobiliare online: Casa.it e atHome, i portali leader nel settore immobiliare in Italia, con Casa.it, e in Francia e Lussemburgo, con atHome, sono stati acquisiti attraverso un’operazione di «management buyout», guidata da Luca Rossetto e dal team manageriale. Il «management team» acquisirà le attività dalla capogruppo, REA Group (ASX:REA), con il sostegno di Oakley Capital Private Equity. Mediobanca ha agito in qualità di consulente finanziario affiancando Oakley nell’operazione, la cui chiusura è attesa nel primo trimestre 2017. Luca Rossetto, Ceo di Casa.it, Tim Pittevils, Ceo di atHome, Julian Kavanagh, Cfo, e Mario Capocaccia, Head of Product & Delivery, condurranno l’ulteriore sviluppo dei brand attraverso un focus particolare nell’innovativa piattaforma digitale.
Il management team concentrerà la sua attività sullo sviluppo degli obiettivi chiave, che includono l’espansione della tecnologia proprietaria e di una piattaforma mobile, così da offrire agli utenti di Casa.it e atHome servizi sempre più all’avanguardia nel mercato immobiliare, come ad esempio nuove funzionalità e strumenti di navigazione. L’obiettivo è di proporre un’efficace esperienza attraverso una piattaforma integrata, permettendo così agli utenti un’eccellente navigazione su tutti i device, dal mobile ai prodotti digitali come le app. Ciò genererà significative opportunità di crescita alimentando un forte potenziale di sviluppo del core business attraverso la combinazione di prodotti nuovi e già esistenti, che produrrà un conseguente aumento della quota di mercato, dell’audience e dei ricavi pubblicitari.
Fondato nel 1996, Casa.it è il secondo player in Italia tra i portali immobiliari. Il mercato italiano della proprietà immobiliare residenziale si aggira intorno ai 75 miliardi di euro annuali, mentre la quota di mercato dei portali online del settore è attesa a una forte crescita, di pari passo con lo sviluppo del mercato stesso. Casa.it gode di un’ottima posizione per replicare il successo conseguito dai principali portali immobiliari presenti nei mercati più maturi come ad esempio il Regno Unito, Germania e Australia.
Luca Rossetto ha dichiarato: «La partnership con Oakley Capital consente al nostro team di essere nella migliore posizione possibile per affrontare le sfide del percorso di sviluppo di Casa.it nel mercato digitale. L’esperienza di Oakley, il modello di investimento e i successi già realizzati, si combinano perfettamente con la nostra ambizione di costruire una formidabile storia di successo in Italia e in Europa». Peter Dubens, direttore di OCL («Oakley Capital Investment Limited»), ha commentato: «Siamo orgogliosi di fornire il nostro supporto a Luca Rossetto, Tim Pittevils e al loro eccellente management team in questa operazione, che va a rafforzare il già ampio bagaglio di Oakley per quanto riguarda gli investimenti in realtà digitali che comprende compagnie come Facile.it, Parship Elite Group e Verivox.de. Siamo impazienti di supportare il team di management nell’ulteriore sviluppo del business e nelle opportunità di crescita dei portali online europei dell’immobiliare».
A Luca Rossetto, alla guida di Casa.it, manager che giunge da esperienze in altri settori, Specchio Economico domanda del mercato immobiliare.

Domanda. Partiamo dalla sua entrata in scena, dalla sua trascorsa esperienza da manager in altri tipi di realtà non immobiliare. Come sta vivendo questa nuova veste dopo un anno e mezzo di conduzione?

Risposta. La cosa che mi ha portato qui è il fatto che il business di cui mi occupo, e di cui ho iniziato ad occuparmi poco più di un anno fa, è un business tecnologico che fa leva e si poggia sul mondo digitale; ciò che mi ha colpito entrando come fornitore di servizi nel mondo immobiliare è che la metà di tutti gli asset nelle mani degli italiani, che sono i risparmi di tante famiglie e di tante imprese, sono costituiti da immobili: è nell’immobiliare risiede tanta parte degli investimenti della nostra società. Un’altra cosa che mi ha colpito è il grande potenziale che c’è di sviluppo in un business che, alla fine, non ha cambiato pelle nonostante negli ultimi 25 anni il mondo della tecnologia e il modo di lavorare siano cambiati tantissimo, e soprattutto in Italia confrontarci con altri Paesi è sempre utile per capire e per imparare cosa possiamo far accadere: c’è uno spazio enorme. Queste sono le prime considerazioni sul settore. Il progetto di «management buyout», da noi condotto, è nato sulla decisione del Gruppo Rea cui Casa.it è appartenuto fino allo scorso 31 gennaio; tale operazione mi ha portato a diventare «più imprenditore» e non solo ad investire i miei asset personali e professionali, ma anche quelli personali in questa operazione.

D. In che senso?

R. Sono divenuto azionista della società. Il 21 dicembre scorso abbiamo annunciato un management buyout guidato da me, che vede come sponsor finanziario Oakley Capital, fondo di investimento inglese che gestisce 1,5 miliardi di euro e che in Italia ha già investito sul portale Facile.it. La nostra capogruppo, l’australiana Rea controllata dal Gruppo Murdoch, ha deciso di vendere le attività europee consistenti nelle due società Casa.it ed atHome. Questa cessione è stata avviata l’estate scorsa, e con la vendita in corso ho chiesto di poter organizzare il management buyout credendo molto nel business di Casa.it, nelle persone che ne fanno parte e nella nostra possibilità di successo.

D. Si è trovato bene in questa nuova veste?

R. Ho trovato un’azienda che aveva e che ha la necessità profonda di aggiornarsi, di cambiare cultura manageriale, un’azienda che in un mercato molto dinamico non ha saputo cogliere tante opportunità; la nostra crescita negli ultimi anni è stata intorno al 2 per cento in un mercato online che è cresciuto di almeno il 30 per cento annuo, quindi siamo rimasti molto indietro. Oggi, dopo aver fatto il primo anno come manager e aver iniziato a fondo un «turn around», ho deciso di avviare un’operazione più ambiziosa, posto che il Gruppo proprietario ha deciso di venderci.

D. Perché Rea ha ceduto Casa.it?

R. Perché Rea, che è una società australiana, ha deciso di focalizzarsi geograficamente nell’Asia sud-orientale e, ovviamente, in Australia, dove hanno una posizione dominante.

D. Ciò implica anche che il loro investimento italiano non è andato tanto bene?

R. Penso di sì.

D. Si può dedurre che il nostro mercato non è ancora soddisfacente per gli investitori stranieri?

R. Il nostro è un mercato molto attraente; diciamo che l’assetto manageriale precedente non è stato in grado di cogliere questo mercato che cresce, e di creare crescita a sua volta.

D. Voi vi definite un portale o un gruppo?

R. Ci consideriamo un operatore che fa marketing digitale immobiliare; questo vuol dire avere un portale, avere la capacità di mostrarlo a chi è interessato alle case, e certamente lavorare con gli agenti immobiliari e i privati.

D. Come portale, cosa vi distingue dagli altri?

R. Ad oggi ci distingue il fatto che siamo fra i primi del mercato per numero di utenti, abbiamo 7,5 milioni di visitatori al mese, abbiamo un numero di inserzioni e di «listing», ossia annunci, che si aggira attorno agli 850 mila, abbiamo una tecnologia che permette la pubblicazione di fotografie panoramiche a 360 gradi. Inoltre il nostro portale è costruito su una tecnologia nuova, abbiamo eliminato il portale degli anni passati e ne abbiamo costruito uno completamente nuovo, più intuitivo e più pulito graficamente, che favorisce una fruizione di contenuti molto migliore rispetto a prima; e i risultati in termini di utenti e di viste sono estremamente soddisfacenti.

D. Come avete fatto ad «accaparrarvi» un dominio così «simbolico» ed importante quale Casa.it?

R. È stata un’intuizione del fondatore di questa azienda alla fine degli anni Novanta, che ha dato il nome giusto al servizio giusto. Solo successivamente, nel 2007, Casa.it è stata acquisita dal Gruppo Rea. 

D. Ci sono stati molti cambiamenti dopo il «closing» del 31 gennaio?

R. Ci sono stati perché abbiamo completato il ricambio della squadra manageriale, coinvolgendo tre manager: l’australiano Julian Kabanagh come chief financial officer, che è in Italia da sei mesi e che ho voluto per sostituire il precedente, quindi Mario Capocaccia come responsabile del settore Product & Delivery e di tutta la fabbrica tecnologica, infine TIm Pittevils a capo delle attività in Lussemburgo e Francia. Io rimango amministratore delegato del Gruppo. È chiaro che durante la fase di vendita e di acquisizione tutto si è fermato, ed ora abbiamo ripreso trasferendo la sede a Milano, in Via Borsi, in un immobile particolarmente avveniristico e di design che ci rappresenta molto bene. Siamo anche a Treviso, dove abbiamo una sede commerciale con 25 persone, e a Lussemburgo, dove abbiamo circa 80 persone che costituiscono atHome, l’altra azienda oggetto dell’acquisizione.

D. In tutto quanti dipendenti ci sono?

R. La forza lavorativa è di circa 270 persone tra tutte e tre le sedi. 

D. Quali sono i clienti più forti, le agenzie o i privati?

R. Di gran lunga le agenzie. Comprare e vendere una casa è un’operazione che difficilmente può venire disintermediata. Oggi su internet si compra di tutto, tuttavia una casa si porta dietro innanzitutto una quantità di denaro molto grande che può rappresentare i risparmi di una vita o il mutuo dei prossimi venti anni, e in più richiede una serie di valutazioni ed adempimenti che un professionista è in grado di fare meglio.

D. Fate una selezione per gli annunci pubblicati sul portale?

R. Non facciamo una selezione per gli annunci, ma ho abilitato un sistema di prevenzione per potenziali frodi. Siamo intervenuti su questo tema ed esso è nella nostra costante attenzione, perché Casa.it deve rappresentare innanzitutto un’attitudine di fiducia.

D. Avete modo di vedere quante transazioni sono state compiute per il tramite del vostro sito?

R. Questo non siamo in grado di capirlo per un semplice fatto, e cioè che in Italia le agenzie generalmente non lavorano in esclusiva, inoltre un’agenzia può pubblicare sul nostro portale e insieme su un portale concorrente; ma siamo in grado di sapere quanti sono gli immobili che spariscono dal nostro catalogo perché sono usciti dal mercato, per qualunque motivo.

D. Quali sono gli altri servizi che date agli inserzionisti?

R. Noi diamo un servizio che non è visibile ma è importante: forniamo un software che si chiama «Office Casa», per la gestione delle attività dell’agenzia, per la pubblicazione degli annunci e per la loro manutenzione; questo fa parte del lavoro di back office che un’agenzia deve fare.

D. Il vostro guadagno arriva dall’inserzione che non è gratuita? Solo da questo?

R. Noi guadagniamo proponendo dei pacchetti di pubblicazione sul portale  agli agenti o ai costruttori con diversi livelli di visibilità.

D. La vostra capillarità sul territorio?

R.  Abbiamo immobili ovunque e con il codice di avviamento postale monitoriamo tutta una serie di variabili.

D. Dopo la bolla immobiliare che c’è stata, come va adesso il mercato?

R. Preciso che il 30 per cento di crescita del mercato si riferisce al mercato dei portali immobiliari, questo incremento si è avuto per merito dei nostri concorrenti perché noi non siamo riusciti a crescere, ma questo accadeva nel passato. Invece il mercato immobiliare, che ha conosciuto un picco incredibile nel 2007, da un anno a questa parte sta mostrando dei segni di ripresa, nel senso che la quantità di transazioni di immobili residenziali cresce del 15-25 per cento in alcune aree geografiche. C’è da dire che Roma fa eccezione, nel senso che è un mercato che, anche dal punto di vista del numero delle transazioni, è piuttosto fermo, mentre Milano è in forte crescita.

D. Molti giovani, ma anche over 45, rimangono a casa dei genitori a causa degli elevati prezzi delle case e dei costi di tassazione.

R. Se combiniamo il fatto che gli stipendi in Italia, rispetto ad altri Paesi, sono significativamente più bassi, con il fatto che vivere a Roma o in una qualsiasi grande città italiana è costosissimo, la migliore soluzione per un quarantenne è rimanere a casa con i genitori. Intorno alla casa gira una quantità di Pil enorme, nonostante sia un settore che non è né favorito dalle politiche economiche né considerato per l’importanza che ha.

D. E invece per quanto riguarda la tassazione?

R. Noi siamo un Paese che ha miliardi di euro di debito pubblico nato gioiosamente negli anni 80 quando una certa leadership ha portato il rapporto debito-Pil da 50 all’85 per cento in 3 anni, creando il debito pubblico. Da allora abbiamo sempre gestito un deficit rilevante con politiche diverse. Uno Stato che deve rifinanziare il proprio debito e non riesce a diminuirlo deve per forza tassare, la tassazione sul reddito è insufficiente e quindi si tassa il patrimonio.

D. Conclusioni?

R. Il mercato immobiliare può essere un grande volano di crescita sotto tutti i punti di vista, non solo economica. È un settore dove le nuove tecnologie possono veramente permettere di cambiare in meglio le regole del gioco e del mercato. Il fatto che mettiamo insieme facilmente domanda e offerta è perché internet raggiunge tutti, e noi siamo convinti che sia uno strumento potentissimo di facilitazione dell’incontro tra domanda e offerta. Siamo un enorme e sterminata vetrina qualificata di immobili e una bella e grande vetrina fa aumentare le vendite. 

D. Quindi è ottimista sulla nuova vita di Casa.it?

R. Sì, sono razionalmente ottimista.    

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